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| Dopo il meraviglioso viaggio nello
Yemen, ho deciso di completare (o quasi, dato che lArabia Saudita non
è un paese in cui ho intenzione di mettere piede) la visita della
penisola arabica, optando questa volta per il tranquillo Oman. Come al
solito ho acquistato il volo in internet (430 Euro da Venezia con la compagnia
Turkish Airlines) e mi sono poi quindi rivolta ad una agenzia viaggi di
Muscat, trovata navigando in internet. A dire il vero avevo trovato diverse
agenzie omanite che organizzavano vari tours dellOman e a ciascuna di
loro avevo inviato la richiesta per un preventivo. A parità di tour
e di hotel proposti, la proposta più interessante ed economica mi
è stata fatta dallagenzia Oman National Travel & Tourism (www.nttoman.com)
che mi ha risposto attraverso il signor Sam ([email protected])
con il quale ci siamo scambiati diverse e-mail prima di definire esattamente
il giro che volevo fare. Lunica nota dolente è stata la richiesta
del pagamento anticipato, in due rate, di tutto il tour, dato che normalmente
in tutti gli altri viaggi o non mi è stato chiesto nessun anticipo
(nello Yemen e in India), o al massimo, mi è stato richiesto il
pagamento anticipato di una parte del viaggio. Ho pagato ed ho incrociato
le dita in quanto, benché il sito internet mi fosse sembrato affidabile,
non avevo trovato nessun riscontro che mi potesse rassicurare sulla reale
esistenza di tale agenzia.
Partiamo quindi da Venezia il 23 Dicembre con Turkish Airlines. Ottimo lhamburger con melanzane e tortino di patate che viene servito per pranzo. A Istanbul arriviamo in orario ma il volo successivo decolla con più di unora di ritardo a causa di forti venti che hanno condizionato gli atterraggi e le partenze della giornata. Dopo 4 ore e mezza di volo tranquillo atterriamo a Muscat che sono ormai le due di mattina. Acquistiamo il visto (12 Euro a testa) e cambiamo pochi Euri (1 Euro = 0,5 Rials) in quanto una guida italiana che sta accompagnando un gruppo di turisti ci dice che non conviene assolutamente cambiare in aeroporto. Quando arriviamo al ritiro bagagli le valigie sono già arrivate e sono pure già state tolte dal nastro, che efficienza! In pochi minuti siamo fuori e per fortuna cè un ragazzo che espone un cartello col mio nome. E andata bene anche questa volta! Evidentemente lagenzia esiste davvero! Avendo pagato anticipatamente 2500 Euro non mi sarebbe davvero piaciuto avere brutte sorprese e non trovare nessuno. Un ragazzo molto gentile e che parla bene inglese ci saluta e ci fa salire in auto per portarci al nostro hotel il Barr Al Jissah Resort & Spa (www.shangri-la.com/en/property/muscat/barraljissahresort) della catena Shangri-la che si trova nella parte sud di Muscat, esattamente dalla parte opposta rispetto allaeroporto per cui ci si impiega un sacco di tempo a raggiungerlo. Nonostante a quellora non ci sia traffico, arriviamo in camera che sono ormai le 4 di mattina e quando ci congediamo dal nostro autista, questi ci avvisa che poche ore dopo, alle 9 passerà qualcuno a prenderci!!!! Allinizio crediamo di aver capito male, ma invece è proprio così, abbiamo la possibilità di dormire a stento 4 ore, ahimè, del resto quelli erano gli accordi. Alle 7.30 ci trasciniamo già giù dal letto. La nostra stanza è di fronte alla piscina ed al ristorante dove viene servita la prima colazione per cui per fortuna dobbiamo fare solo pochi passi per raggiungere il buffet. Cè di tutto e di più: decine di dolcetti, formaggi, frutta e tantissime cose calde. La giornata è bellissima, il cielo è sereno e fa caldo ma non è un caldo opprimente, saranno circa 25 gradi. Alle 9 in punto riusciamo persino a raggiungere la reception dove ci sta già aspettando Mohamed che ci farà da autista e guida durante tutto il tour. Sembra simpatico e parla inglese benissimo, cosa che mi ero fortemente raccomandata al momento della prenotazione. La prima tappa è il palazzo del sultano Qaboos che però vediamo solo dal di fuori dato che è la residenza vera del sultano ed è quindi abitata. Per raggiungerla cè un ingresso con un bel colonnato bianco in stile orientale. Finito di ammirare entrambe le sale per la preghiera, Mohamed ci conduce nella biblioteca, molto ben tenuta, allinterno della quale oltre alla possibilità di consultare migliaia di libri, ci sono anche una ventina di postazioni internet gratuite a cui può accedere chiunque. La pulizia e lordine fanno pensare di essere in Svizzera e non in un paese arabo. Lasciate le meraviglie della moschea andiamo a Seeb per vedere il mercato del pesce. E molto piccolo e deludente, forse siamo arrivati troppo tardi, ma ci sono sia pochissimi venditori che poco pesce. In compenso cè una discreta puzza Chiedo allora a Mohamed di poter andare nella spiaggia di Seeb che, secondo la Lonely Planet, sarebbe ricca di conchiglie. Mi accontenta subito ed in effetti non appena ci mettiamo piede trovo subito un bel murice e poi ancora altri murici e coni. Fantastico! La spiaggia di per se invece non è bella per niente, la sabbia è scura e il mare non ha dei bei colori. E lora di pranzo e su consiglio di Mohamed optiamo per il ristorante Golden Spoon, carino e pulitissimo, dove con soli 6 Rials mangiamo riso con pesce e gamberi ed insalata mista. Andiamo poi ad un ufficio cambi ed effettivamente possiamo constatare come cambino ad un tasso molto più conveniente rispetto a quello praticato in aeroporto (1 Euro = 0,55 Rials, in pratica il 10% in più). Mohamed ci racconta un sacco di cose interessanti sul suo paese che lui sembra amare molto: prima di tutto ci dice che il sultano è una persona veramente in gamba ed illuminata: istruzione e cure ospedaliere sono completamente gratuite e chi è troppo povero per potersela comperare o pagare un affitto ha comunque una casa di cui può disporre gratuitamente. Ci dice che lui ama molto il suo sultano ed in effetti si capisce che è una persona di larghe vedute che tiene in grande considerazione i bisogni del suo popolo. Ci racconta anche che ad esempio attualmente si sta discutendo una legge che tuteli maggiormente le donne in caso di divorzio (abbastanza frequenti in Oman), dato che spesso vengono abbandonate dal marito e si trovano senza un lavoro e senza soldi per cui cadono in depressione. Ripartendo verso Muscat Mohamed ci mostra la splendida zona in cui sono concentrate tutte le ambasciate, tutte in palazzi veramente molto belli. Proseguendo ci porta alla spiaggia di Muscat. Ci fermiamo un po, ci sono molti ragazzi che giocano a calcio e donne vestite di nero ma con il viso scoperto. Ci sono anche dei turisti stranieri, uomini e donne che, sebbene in costume da bagno, pare non destino nessun interesse nella gente del posto, forse, dice mio marito con un po di cattiveria, perché le donne sono piuttosto brutte e vecchie. In effetti dubito che Belen Rodriguez in bikini non avrebbe destato la loro attenzione Andiamo poi a vedere unaltra spiaggia che è piena di gente locale e di famiglie intente a fare il picnic e per finire entriamo con nonchalance nellhotel Al Bustan, bellissimo e lussuoso, nella cui mega hall fa bella mostra di sé un lampadario da mille e una notte. Lultima tappa è il mercato di Muttrah. Facciamo un rapido giretto in quanto gran parte delle cose esposte le avevamo già viste (e comperate) nello Yemen. Acquistiamo solo alcune sciarpe e un cappello tipico maschile. Raggiungiamo lhotel che sono ormai le 6 di sera e siamo talmente stanchi da non aver nemmeno voglia di andare a cena. Verso le 8 di sera ci bussano alla porta con un simpatico vassoio pieno di dolci e con un piccolo pupazzo di neve di zucchero. Omaggio dellhotel! Ma è vero: questa è la notte di Natale!!! Il sole sparisce presto dato che siamo ad est e lombra sulla spiaggia arriva prestissimo per cui alle 4 del pomeriggio bisogna già spostarsi in fondo, vicino al Castello. Ceniamo nel ristorante a bordo piscina con insalata mista e noodles, entrambi senza infamia e senza lode. Il mattino seguente, dopo una colazione super abbondante, voliamo alla reception dove Mohamed è puntuale come un orologio svizzero e ci sta già aspettando. Partiamo alle 9 come previsto. Destinazione Nizwa. Attraversiamo una zona montuosa e dopo due ore e venti minuti di strada raggiungiamo la famosa cava Al Hoota: una grotta famosa in cui ci sono parecchie stalattiti e stalagmiti. Scopriamo che bisogna prenotare il tour con un certo anticipo dato che la grotta può ospitare solo 750 visitatori al giorno, cosa che evidentemente ha fatto per noi. La prima parte del percorso per raggiungere limbocco della grotta una volta veniva fatta su un simpatico trenino che ora però è rotto per cui si percorre la strada a piedi. Mentre aspettiamo di partire conosciamo due simpatici Italiani, Mauro e Renato che stanno visitando lOman per conto proprio. Il tratto allinterno della grotta (con anche diversi gradini) è di circa 850 metri e ci si impiega circa 40 minuti a percorrerlo, ci dicono. Siamo un gruppo di 20 persone e la nostra guida ci spiega diverse cose tra cui che il ricambio daria avviene in modi naturale tra unapertura che cè nella zona alta e lapertura della grotta stessa in basso. La grotta è davvero bella, ma sfortunatamente non è consentito scattare nessuna fotografia. Finito il giro con Mauro e Renato andiamo al museo dove si possono ammirare splendidi minerali e geodi. Raggiungiamo Mohamed che, ci dice, ha pranzato mentre ci stava aspettando. Noi cerchiamo dapprima di sistemarci in un tavolo allesterno, ma non appena arrivano le pietanze dobbiamo battere in ritirata allinterno in quanto veniamo assaliti dalle mosche. Finito il pranzo si parte per il castello di Jabrin, costruito nel 1600 e molto ben conservato e restaurato. Il giorno seguente si parte alle
8.30. Passiamo come prima cosa al ristorante turco della sera prima a prendere
dei panini per fare il previsto picnic lungo il viaggio e ci dirigiamo
verso il forte di Nizwa. Dopo aver parcheggiato lauto andiamo tutti e
tre nel suq dove si possono comperare soprattutto monili in argento.
Ci fermiamo ed entriamo in una casa
dove siamo accolti dalla bella Salima e una signora anziana ci dà
una dimostrazione di come si macina la farina e si prepara il pane omanita.
Unaltra donna bagna una piastra che si trova sul fuoco con un impasto
colloso fatto di acqua e farina appena macinata. Si forma una sfoglia sottilissima
di pane molto buono. Assaggiamo poi il caffè omanita aromatizzato
con il cardamomo, veramente fantastico.
A me personalmente questa visita non è piaciuta per nulla in quanto pareva il classico ambiente artefatto ad uso e consumo dei turisti, soprattutto se la paragono a quella di un vero campo beduino fatta nello Yemen. Figuratevi che prima di noi cera stato un altro gruppo per così dire turistico. La beduina espone delle cose in vendita, fatte a mano, pare molto care, per cui prendiamo solo un portachiavi e un segnalibro (2 Rials luno). Finita questa farsa si va a mangiare in un posto molto turistico lungo la strada. Cè un buffet parecchio scarso per 4 Rials a testa, ma tantè, non abbiamo altra scelta. Dopo pranzo ancora un po di chilometri ci separano dal nostro bellissimo hotel il Desert Rest Camp (www.omanhotels.com/desertnightscamp/press-reviews.php). Mohamed ci mostra anche un resort molto economico a pochi passi dal nostro. E piuttosto spartano con tende a due lettini e bagni in comune. Lui conosce i proprietari per cui possiamo entrare, bere del the e mangiare pure dei datteri a sbafo. Il nostro resort bisogna dire che è davvero confortevole: le stanze sono delle tende gigantesche con una grande veranda da cui si ammirano direttamente le dune. Larredamento è semplice ed elegante ed anche il bagno, molto particolare, è bellissimo con uno specchio in legno antico intagliato che è semplicemente meraviglioso. Giriamo un po per le dune, scattando decine di fotografie, la sabbia è fredda e soffice sotto i nostri piedi scalzi. Il sole comincia a scendere ed ecco che al tramonto il cielo si arrossa, che spettacolo! Aspettiamo fino allultimo quando ormai comincia a fare buio per buttarci giù dalla duna di corsa. Che divertimento! La cena a buffet è molto buona e anche lambiente è davvero molto suggestivo. Il giorno seguente, dopo colazione alle 9 precise si parte per il Wadi Bani Khalid, una bella oasi, ci anticipa Mohamed che si trova in mezzo a delle montagne brulle. Una volta raggiunto il posto si parcheggia e ci si addentra in un comodo sentiero per alcune centinaia di metri. Lo spettacolo che appare ai nostri occhi veramente fantastico. Lultimo giorno si parte alle 9 e, come prima cosa, Mohamed passa in un bar a prendere loccorrente per fare il picnic in spiaggia. Come prima tappa ci aspetta Sur, e per lesattezza il cantiere in cui si costruiscono i dhow ovvero le tipiche imbarcazioni in legno che i pescatori locali utilizzano tuttora. Ma prima andiamo a fotografare un antico ed immenso galeone. Entriamo in un negozio adiacente e comperiamo a pochi Rials una riproduzione in miniatura dei dhow, veramente molto bella. Proseguiamo poi per il Wadi Tiwi. Ci fermiamo poco perché Mohamed ci dice che ci vuole portare in un altro wadi molto più bello. Raggiungiamo questo secondo wadi che si chiama Wadi Ghul. Ci sono molte coppie e famiglie che fanno il picnic. Volendo, si può prendere una barchina che traghetta dallaltra parte del wadi che però in quel momento era completamente in ombra per cui decidiamo di restare lì. E ormai giunta lora del pranzo e siamo pure curiosi di vedere e mangiare, quello che Mohamed ha preso per noi. Prima però facciamo una capatina alla spiaggia di Fins. La sua caratteristica sta nel fatto che ci sono delle formazioni rocciose molto particolari che è difficile descrivere, la foto rende sicuramente di più di qualsiasi descrizione dettagliata.Ci fermiamo per il nostro picnic poco oltre e mangiamo finalmente dei buonissimi club sandwich con spremuta fresca di arancia. Sulla spiaggia ci sono due dromedari che però (o meglio per fortuna) non ci degnano di attenzione. Ci fermiamo poi al Limestone Sikhole a Bimah, che è poi una buca con laghetto verde dove molta gente nuota. Ci sono alcuni ragazzi omaniti seduti su alcune pietre che si stanno mangiando con gli occhi una bella ragazzina tedesca (avrà avuto al massimo 14 anni) che nuota assieme al padre e al fratello. Nonostante porti un costume intero con sopra una maglietta i ragazzi non le staccano gli occhi di dosso, abituati come sono a vedere solo donne coperte fino ai piedi evidentemente a loro quello sarà sembrato uno spettacolo altamente erotico Prima di portarci a Muscat e successivamente in aeroporto, Mohamed ci propone un giro nel Wadi Arbaeen. Il posto non è ben conosciuto nemmeno da lui che ogni tanto si ferma chiedere indicazioni, ma è spettacolare: girare in mezzo a quelle montagne rocciose è veramente emozionante, la strada è strettissima ma per fortuna non si incrocia praticamente nessuno. Questo inaspettato lungo giro nel wadi è stata una splendida conclusione del nostro viaggio. Bellissimo. Ci rechiamo nellimmenso ufficio sede dellOman National Travel & Tourism e abbiamo così finalmente loccasione di conoscere il signor Sam col quale avevo trattato via e-mail. E un ragazzo indiano giovane e molto gentile con il quale ci fermiamo a scambiare due chiacchiere. Nel frattempo Mohamed sostituisce lauto, deve depositare il fuori strada che a Muscat non serve più e prendere invece unutilitaria. Andiamo a cenare in un centro commerciale Carrefour molto occidentale e piuttosto fornito dove al piano terra troviamo un negozio che vende artigianato indiano molto ma molto attraente. Comperiamo infatti 2 tappeti, 4 copri cuscini, una lunga sciarpa ricamata con tanti cristalli di vetro e una borsa di seta e perline dando fondo a tutti i Rials non ancora spesi. Saliamo al secondo piano, in cui ci sono parecchi ristoranti etnici, e decidiamo di mangiare iraniano. E il momento di farci accompagnare in aeroporto dove alle 4 di mattina avremo il volo di ritorno. Un saluto ad un abbraccio a Mohamed ed è arrivato il momento di dare un ultimo sguardo anche allOman Bye! |