Dalle piramidi di Giza alle feluche di Assuan,
zaino in spalla ma con vent’anni di meno
Egitto classico – dicembre 1982
Voglio condividere le impressioni e i ricordi che ho del primo viaggio …. con la V maiuscola che facemmo Maurizio ed io, assieme ad altre due coppie di amici nel lontano 1982.
Allora avevamo sui 25 anni, eravamo sposati da poco e le nostre finanze non ci consentivano di largheggiare.
Volevamo visitare il Cairo e la valle del Nilo, avendo a disposizione una quindicina di giorni: l’organizzazione si limitava alla prenotazione aerea (eravamo riusciti a trovare una interessante tariffa con la Egypt Air da Roma al Cairo) e alla prenotazione alberghiera per le prime notti al Cairo.
Si trattava di una pensioncina del Cairo alle spalle della centralissima piazza Midan el Tahrir che era gestita da una attempata signora italiana.  Vi si respirava un’atmosfera di altri tempi, un po’ tipo il film “Camera con vista”: era prevista la mezza pensione, quindi la sera si cenava assieme agli altri ospiti, si doveva rientrare entro mezzanotte, le camere erano molto pulite (anzi stazionava ancora odore di petrolio con cui era stato pulito il parquet). Peccato ci fosse una moschea così vicina che ci svegliava prima dell’alba con la preghiera del muezzin: gli altoparlanti avevano il volume così alto che ci chiedevamo se fossero collocati direttamente in camera !

La capitale è il punto d’incontro tra il mondo medievale e quello contemporaneo occidentale, in una confusione di case di mattoni crudi e di moderni grattacieli, di automobili di lusso e di carretti tirati da asinelli, il tutto condito da un traffico indescrivibile. Allora ci vivevano almeno 10 milioni di abitanti; era comunque difficile stimare il  numero delle persone stipate nelle bidonville circostanti.
Anche per noi l’impatto con questa realtà è stato piuttosto forte: vedevamo molta povertà, e anche sporcizia, a cui non eravamo affatto preparati. Per fare un esempio ci è capitato un paio di volte di vedere qualcuno che, camminando per una via del Cairo, alzava la galabja alla meglio, e urinava contro il muro, nel disinteresse generale. Altri particolari invece riportavano al bassissimo costo della manodopera: pensate che i cartelloni pubblicitari dei film erano dipinti a mano, e se non erano opere d’arte, poco ci mancava !!!
La prima impressione è stata che non fosse rimasto tanto agli egiziani di oggi  della grandezza e della cultura degli antichi Egizi, di cui avremmo ammirato di lì a poco i tesori esposti al Museo, le piramidi e la Sfinge nella piana di Giza, le antiche mastabe di Saqqara, ai confini col deserto.

Man mano che avevamo maggior contatti con taxisti, guardiani di museo, ristoratori, etc., abbiamo cominciato a capire l’indole di questo popolo, non diverso dagli altri popoli magrebini che avremmo conosciuto in viaggi seguenti: a loro piace discutere a lungo e contrattare, si interessano degli usi occidentali, anche se restano comunque ancorati ai propri, soprattutto per quello che riguarda il ruolo femminile (davano occhiate allusive a noi ragazze quando ci sedevamo, con gli altri, nei bar per prendere un caffè turco). Sentendo che eravamo italiani, i più cominciavano a parlarci di calcio e citavano a memoria la formazione della nazionale italiana, che aveva vinto il mondiale  l’estate precedente. E’ uso corrente richiedere la bakshish, cioè la mancia, il che personalmente mi fa andare fuori dai gangheri (soprattutto se si è perso un sacco di tempo per contrattare un prezzo e alla fine ti chiedono anche la mancia perché si è avuto un buon servizio).

Per tornare al nostro viaggio, nei tre giorni passati al Cairo abbiamo visitiamo tutti i siti della parte egizia, lasciando le moschee e le chiese copte a quando vi saremmo ritornati gli ultimi giorni del viaggio; abbiamo poi prenotato il trasferimento su Assuan, nella parte più meridionale della valle del Nilo, con un wagon-lit notturno in carrozze de luxe, a un prezzo accettabile per le nostre finanze.
Al risveglio la mattina seguente eravamo in un altro mondo: dai finestrini vedevamo scorrere un paesaggio stupendo, fatto di grandi dune di un giallo intenso,  chiazzate di verde per le macchie di vegetazione improvvisa e.….. finalmente di blu!!! Stavamo viaggiando a fianco del grande Nilo, sicuramente meno inquinato e di un colore diverso da quello visto al Cairo.


All’arrivo abbiamo trovato facilmente un hotel che rispondeva alle nostre necessità e ci siamo fermati per qualche notte: conveniente e dignitoso, con il bagno in camera e una discreta colazione al mattino.  Anche trovare ristoranti adeguati per cenare non era problematico, bastava non essere troppo schizzinosi.

Ad Assuan il contrasto fra antico e moderno non era stridente come al Cairo. Giravano tante carrozzelle per trasportare locali e turisti, insieme con biciclette, furgoncini e vecchie auto:  il mercato era molto animato, con bancarelle di ogni genere.
Abbiamo visitato la cittadina e alcune isole sul Nilo e organizzato una escursione di un giorno ad Abu Simbel, prenotando sul posto l’aereo di linea. Sorvolando il lago Nasser, formatosi dopo la costruzione della “high dam”, si aveva una visione stupenda: dopo l’atterraggio la visita dei templi di Rasmete II e signora completava degnamente la giornata !


Dopo essere arrivati nel punto più a sud abbiamo cominciato a scendere la valle del Nilo, per tornare verso il Cairo. Ogni volta contrattavamo con un taxista l’uso del mezzo per l’intera giornata e concordavamo le soste lungo il percorso per visitare i templi presenti in quella tratta (costo del taxi sulle 60.000 lire per sei persone).  In Egitto a quel tempo erano comuni dei Peugeot familiari,  che avevano una terza fila di sedili: per cui noi sei riempivamo completamente la vettura e caricavamo gli zaini sul portapacchi.

Tra Assuan e Luxor abbiamo fatto tappa a Kom Ombo, e visitato l’unico tempio dedicato a due divinità (coccodrillo e falco); nel pomeriggio abbiamo fatto un’altra sosta a Edfu per il tempio del dio Horus.


Arrivati a Luxor nuovamente cerchiamo un alberghetto dove ci fermeremo alcuni giorni, d’altro canto è la località con più cose da vedere, sia sulla sponda destra – cosiddetta riva dei vivi – che la sinistra – quella dei morti.  I templi di Luxor e Karnak, sulla sponda destra, sono assolutamente superlativi, e allora erano ancora oggetto di scavi !
Per visitare i siti della riva sinistra abbiamo noleggiato delle biciclette, traghettato il Nilo sullo sgangherato ferry-boat che usavano i locali e siamo saliti verso la valle dei Re, boccheggiando per il caldo di fine mattina, ma la visita dei sepolcri dei faraoni ci ha ripagato ampiamente della fatica, è una delle cose che mi hanno entusiasmato di più. Abbiamo visitato tantissime tombe: oggi sento dire che ne sono aperte solo 5 per volta (poi, a rotazione, altre 5, e così via) perché l’ingresso di troppo turisti potrebbe modificare il microclima interno e alterare gli affreschi.
Abbiamo anche visto semplici villaggi, oggi abitati forse dai discendenti di coloro che avevano costruito le tombe dei faraoni, e visitato anche tombe di artigiani o commercianti, molto belle, che riproducevano negli affreschi la vita di tutti i giorni. La valle delle regine allora non era visitabile, poiché molte tombe erano in fase di restauro.
mercato di LuxorIl trasferimento da Luxor verso nord ha visto una tappa a Dendera, al tempio dedicato ad Hator, dea raffigurata con testa di mucca; in seguito abbiamo fatto una deviazione allo splendido tempio di Abydos, ancora fuori dai circuiti turistici, che abbiamo visitato in completa solitudine.

In generale siamo riusciti sempre a trovare hotel di livello adeguato, solo a Sohag, nel medio Egitto, dove ci volevamo fermare per visitare due monasteri dopo la visita di Abydos, abbiamo scoperto che nessuno o quasi parlava inglese, e pur con il taxista che ci faceva da interprete, diversi alberghi rifiutavano di accoglierci. Alla fine solo un hotel modestissimo, gestito da persone più giovani e di mentalità aperta, ci ha accolto; è stata l’unica volta in cui abbiamo utilizzato il sacco-lenzuolo che avevamo portato da casa…. perché il letto era proprio in condizioni pietose. Se non ricordo male il p/n in doppia ci costò circa 3.500 lire.
Anche cenare quella sera si è rivelato difficoltoso: in giro per il paese alla ricerca di un ristorante non trovavamo nulla che facesse al caso nostro, inoltre si era formato un codazzo di bambini alle nostre spalle che ci scimmiottava. Abbiamo fatto ritorno all’alberghetto e aspettato l’imbrunire: visto che l’interesse per noi era ormai scemato, abbiamo fatto un blitz all’esterno per comprare polli arrosto e acqua minerale, e abbiamo cenato nella hall con i piatti prestati dal gestore.
Visto che il medio Egitto non era pronto per accogliere turisti, abbiamo ripiegato su un ritorno anticipato al Cairo, stavolta tramite uno sgangherato treno locale che ha impiegato 4 o 5 ore – pausa preghiera compresa.

Abbiamo avuto qualche giorno di più a disposizione per scoprire il Cairo islamico e copto.
Una giornata è stata anche dedicata al bazar più grande dell’Egitto, il famoso Khan El Khalili, nel quale ci si può facilmente perdere tante solo le bancarelle e i negozietti, e un’altra a una gita all’oasi di El Fayoum, a un’ora di auto dalla capitale.

Considerazioni finali

A quei tempi l’Egitto non aveva ancora sperimentato l’intolleranza dell’integralismo islamico verso gli stranieri (l’attacco al tempio di Hatshepsut con una settantina di morti è del ‘97);  da allora i pullman di turisti provenienti dal Mar Rosso viaggiano solo in determinati giorni della settimana e formano interminabili colonne scortate dalla polizia, per raggiungere Luxor o il Cairo. Anche nel nostro viaggio abbiamo visto molti militari, soprattutto al Cairo, e c’erano dei posti di blocco all’ingresso e all’uscita di ogni cittadina, ma viaggiando in taxi non c’erano stati problemi.
Non so come riesca a organizzarsi oggi chi ama i viaggi fai-da-te, chi predilige noleggiare una vettura e impostare il viaggio giorno per giorno.
Allora abbiamo potuto visitare in 15 giorni, e con più calma,  le mete fondamentali che vengono proposte nei viaggi di una settimana (Cairo + crociera nel tratto Luxor-Assuan + Abu Simbel); sicuramente con meno confort, ma alla nostra maniera e con un occhio al portafoglio.

Moschea al CairoUn mercato al Cairo
In seguito abbiamo fatti tanti altri viaggi, fa-da-te o organizzati, in villaggi turistici tutto compreso oppure in auto in giro per l’Europa: questo, nella nostra memoria,  rimane il viaggio degli inizi, e ad esso siamo particolarmente legati.

Brunella e Maurizio Piacentini   [email protected]