NUOVA CALEDONIA – Dicembre 2001-Gennaio 2002 |
Vorrei fare una breve premessa riguardante le difficoltà avute con il biglietto aereo. Il primo Marzo del 2001, tramite una agenzia di viaggi dover abito ho prenotato il viaggio Bologna Noumeà (Air France) con partenza lotto dicembre e ritorno il 5 Gennaio. Sul volo di ritorno la tratta Noumeà Tokjo non era ancora disponibile pertanto, mi hanno collocato in lista dattesa. In agosto telefono ad Air France e la tratta in questione è disponibile ma sono solamente il 54° in lista dattesa . Quindi ho prenotato con Qantas con partenza il 7dicembre 2001 e ritorno il 10 Gennaio 2002 via Sydney: Morale se avete intenzione di andare in Nuova Caledonia con Air France attenzione al periodo perché la tratta Noumeà Tokjo non è praticamente prenotabile con la tariffa economica ristretta.
1 giorno – 9 Dicembre Sydney :Siamo arrivati alle 9,30,in perfetto orario,temperatura 20°,distrutti dal fuso e dopo il controllo passaporti ed il controllo bagagli svolto da solerti operatori specializzati nella ricerca di cibarie siamo finalmente giunti allHotel Ibis at world square. Dopo aver rimirato i letti, per non addormentarci siamo usciti immediatamente per andare al vicino Darling Harbour frequentato, era Domenica, da molte famiglie con bambini. Alle 16,30, non prima di aver visitato il Sydney Acquarium, abbiamo deciso di rientrare in hotel dove Antonella e Agnese sono praticamente svenute sul letto, mentre io ho resistito fino alle19,00 guardando alla televisione il calcio inglese.
2 giorno Sydney : Alle 3,30 io e Anto siamo già svegli come grilli, alle 6,00 arriviamo allaeroporto, il nostro volo è alle 7,30, laeroporto è quasi deserto e qui scopriamo una delle meraviglie dAustralia i giganteschi muffins gli enormi croissant e gli ottimi cappuccini anzi cappuccioni. Alle 10,30 si atterra a Tountutà, laeroporto internazionale di Nuova Caledonia che dista 50 km da Noumeà, al controllo bagagli un doganiere ci domanda il motivo della nostra visita, perché di italiani ne vede arrivare al massimo una quindicina allanno e noi essendo in tre roviniamo la media, la nostra risposta, in uno sgangherato inglese ed un quasi inesistente francese, è stata che il motivo era proprio quello. Uscendo dal terminal era ad attenderci un incaricato dell Arc En Ciel Voyages, agenzia di Noumeà con la quale attraverso internet avevo pianificato il viaggio, che ci consegna i voucher e i biglietti aerei per i voli interni, premetto che prenotare con tour operator italiani oltre ad essere estremamente costoso non permette di visitare alcune località e considerato il periodo natalizio imminente, la chiusura delle scuole nellemisfero australe per la lunga vacanza estiva, viaggiare senza aver prenotato avrebbe potuto essere difficoltoso. Verso mezzogiorno siamo in Hotel, Ibis ancora una volta, dove ci viene consegnata una camera caldissima abbastanza malconcia con un letto matrimoniale piccolo (non sarà lunico .), ma fortunatamente un vecchio e rumoroso condizionatore nel giro di tre quattro ore riesce a riportare la temperatura a livelli gradevoli. Attraversiamo la strada e siamo nella spiaggia di Anse Citron, uno delle due spiagge di Noumeà laltra è quella di Anse Vata,. Anse Citron non è niente di speciale, è frequentata da locali da qualche kanako e da molti francesi trasferitisi in Nuova Caledonia per lavoro, qui Anto si dedica alla sua attività preferita e cioè abbrustolirsi al sole, Agnese è rigorosamente allombra di una casuarina ed io a procacciare cibo nei bar vicini alla spiaggia. Alle 20,30 ci accasciamo a letto, il fuso orario non è ancora stato assorbito.
3° giorno Noumeà : Oggi si parte. Alle 8,30 ,dopo una abbondante colazione franco-caledoniana a base di spremute varie di frutti tropicali, croissant e caffè, Barbara italiana di passaporto francese ci consegna una Clio con la quale per sei giorni vagheremo per Grande Terre, alloggiando in luoghi diversi. Barbara si è trasferita in Nuova Caledonia da circa un anno e nonostante il sole dei tropici è bianca come una scozzese anzi ci dice che il sole del luogo non tinge, sarà vero???. Uscendo da Noumeà imbocchiamo una superstrada a quattro corsie e udite udite ci fermiamo a fare le spesa al supermarket Carrefour dove a fianco ce Intersport dove a fianco cè Mc Donald e per Agnese è festa mentre per noi genitori rassegnazione. Finalmente abbandoniamo la civiltà e ci addentriamo in territorio apparentemente selvaggio con qualche titubanza, in quanto il rapporto tra kanaki e francesi, ci hanno raccontato, non è dei più belli. Dimenticavo il costo della vita per noi italiani è molto alto, tantè che ho speso molto meno in Polinesia francese, questo per dire che ci siamo fermati lungo la strada dove ci sono ragazzi che vendono frutta di stagione (litchi al prezzo di 500 franchi del pacifico al sacchetto che è un ottimo prezzo rispetto ai negozi di Noumeà, ma è una rapina rispetto ai prezzi thailandesi. Proseguendo il viaggio la strada si allontana dal mare attraversando un paesaggio molto simile al nostro con piccoli paesi testimoni di vecchie ribellioni Kanake. Queste zone sono abitate dagli eredi dei primi coloni francesi che oggi sono proprietari terrieri e allevatori di bestiame e sono soprannominati caldoches. Dopo 160 km. abbandoniamo la strada principale e costeggiando il fiume Nerà visitiamo la Rochè Percè, la Baie des Tortues e in ultimo la spiaggia di Poè Beach dove ci sistemiamo per la notte in un bungalow.
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4° giorno Bourail-Konè : Sveglia ancora presto, sarà per il fuso o forse perché alle nove di sera si dorme già, comunque mi faccio una passeggiata sulla spiaggia di Poè lunga 17 km ,che sicuramente è la più bella di Grande Terre probabilmente perché il reef si avvicina alla costa . Si riparte. Splendida giornata con un po di vento, si abbandona la provincia del sud per entrare nella provincia del nord con popolazione a maggioranza Kanaka ed è anche zona mineraria. Per la verità, tutta Grande Terre è una zona mineraria da cui la madre patria trovava e trova giovamento dallestrazione di Nickel, cromo, ferro. In questa giornata niente da segnalare, ci fermiamo a mangiare in una spiaggia di ghiaia nera dove sotto agli eucalipti vi sono dei bambini, probabilmente di una scuola, che campeggiano. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Konè, piccolo paesino posto in un incrocio di vie. A cena siamo lunica famiglia per il resto solo uomini, abbiamo dedotto che fossero persone che prestano la loro opera nelle vicine miniere.
5° giorno Konè- Poum : Oggi piove, le nuvole arrivano quasi al livello del mare, ci addentriamo sempre più nella provincia nord tantè che oggi arriveremo allestrema punta di nord ovest chiamata boat-pass. Arriviamo a Koumac un paesone considerato a ragione la località più importante del nord.Questa chiesa si trova a Koumac ed è stata costruita alla fine della seconda guerra mondiale sfruttando un hangar di aerei alleati,che da qui partivano per bombardare Guadalcanal nelle isole Salomone e per pattugliare il mare dei Coralli .Qui a Koumac scendo dallauto per fare scorta di provviste sono lunico bianco però la gente è molto gentile e quindi metto da parte la mia diffidenza e mi butto in improbabili conversazioni, ho limpressione che non sappiamo dove sia lItalia. Dopo aver lasciato Koumac ci inoltriamo in una landa desolata praticamente inabitata e finalmente affrontando un lungo tratto di sterrato circa 30 km. arriviamo a boat pass. Forse perché è brutto tempo, forse perché ci si aspettava un mare con colori più belli rimaniamo delusi e pertanto addentiamo velocemente una baguette farcita di prosciutto cotto e ripartiamo verso il paese di Poum. In questa zona cè il Gite de Poingam, un piccolo albergo gestito da francesi, interamente ecologico/biologico cioè il cibo lo ricavano per la maggior parte dal pesce pescato, dal proprio orto e da galline e conigli inoltre lenergia elettrica viene prodotta da generatori eolici , la distanza da Koumac è di 60 km di cui 30 di sterrato che, in caso di piogge, è percorribile solo con un fuoristrada.
A Poum esce un pallido sole e tutto cambia, caldo, mare azzurro, ci fermiamo sotto dei manghi e cominciamo a mangiarne qualcuno, finalmente dei manghi veramente buoni. Da qui parte sporadicamente uno scalcagnato traghetto che va alle isole Belep, dove i bianchi non sono bene accetti, pare per vecchie storie che non starò a spiegare . E quasi sera arriviamo al Malabou Hotel dove pernottiamo.
6° – giorno Poum-Henghiene : Ore 05,30 vago per la spiaggia uno splendido sole annuncia una bella giornata. Si parte, oggi dalla costa ovest caratterizzata dal vento e dalle poche piogge per trasferirci nella costa est . Attraversiamo un paesaggio che da collinare si fa montuoso per poi sprofondare verso la costa con una visione superba della barriera corallina che circonda Balade luogo dove lonnipresente Cook sbarcò qualche tempo fa battezzando lisola con il nome odierno. Qui sulla costa est la vegetazione è lussureggiante, palme, banani, flamboyant in fiore, casuarine ect., con fiumi dal breve corso ma ricchi di acque, cascate, montagne che sovrastano spiagge lambite in molti punti dalla barriera corallina. In questa zona sui lati della strada è uso adibire banchetti, perlopiù incustoditi, con frutta fresca, conchiglie e piccoli oggetti di artigianato corredati dal prezzo, lavventore non deve far altro che prendere quello che preferisce e lasciare i soldi in un piccolo contenitore.Poco prima di Henghiene arriviamo al fiume Ouaième dove non esiste il ponte e lattraversamento viene fatto per mezzo di un piccolo battello. La leggenda narra che il ponte non è stato costruito perché un gigante metà uomo e metà squalo non avrebbe avuto più libertà di nuotare in quelle acque. Una verità certa come dice la guida lonely planet è che nessuna persona si bagna in questo fiume perché pare sia infestato da squali. Noi non abbiamo visto persone nuotare nellouaième mentre altri fiumi erano frequentati da bagnanti. Attraversato il fiume siamo arrivati a Henghiene dove dominano delle particolari conformazioni rocciose denominate Notre Dame e Linderalique Cliffs.
In questa zona è nato J.M. Tijbaou ex primo ministro neo caledoniano ucciso nel 1989 nellisola di ouveà e quindi questa regione è considerata patria di movimenti secessionistici. Nel 1984 nei pressi di Henghiene furono uccisi 17 persone appartenenti al FLNKS (fronte per la liberazione della Nuova Caledonia) tra cui due fratelli di Tijbaou. Ora sul posto sono rimasti i ruderi dei veicoli occupati dalle vittime, i killer non furono mai catturati ne identificati. Verso sera arriviamo per la prima volta nella nostra vita, cè sempre una prima volta , in un Club Med .
7° giorno Henghiene Giornata quasi di ozio totale ai bordi della spiaggia e della piscina e ,nonostante le molte nuvole le creme solari ad alta protezione, io ed Anto alla sera ci ritroviamo maculati come iene causa le varie scottature.
8° giorno Henghiene-Lafoa: Si riparte. Dalla costa est scendiamo per un centinaio di chilometri verso sud attraverso una strada che costeggia il mare fino ad Houalou dove causa cattive indicazioni ci perdiamo, ma poi costeggiando il fiume omonimo attraversiamo la catena montuosa che divide lisola per approdare a Bourail sulla costa ovest e proseguire fino a Lafoa. Questo paese è famoso per linizio di una grossa rivolta Kanaka concretizzatasi con lassalto al vicino Forte Teremba, avvenuta nella seconda metà dellottocento e per luccisione di Eloi Machoro , uno dei leader del FLNKS, avvenuto nel 1985 ad opera di gendarmi francesi, a dire dei Kanaki fu un omicidio a sangue freddo!Ci sistemiamo al Naina Park una struttura composta da una decina di bungalow spartani e qui schieriamo tutta la nostra artiglieria antiaerea a disposizione: Un fornelletto, un fornelletto a pile da viaggio, un emettitore ultrasonico che dovrebbe scacciare la femmine di zanzare, due zampironi, spray al geranio e Baygon in polvere nella fessura della porta, inoltre a mani nude stermino 24 zanzare già presenti allinterno del bungalow. Preciso che siamo in zone in cui si manifesta la febbre Dengue, particolarmente pericolosa per i bambini. Il ristorante della struttura è gestito da una coppia di francesi, che lo ha arredato in un piacevole stile coloniale ed è frequentato da bella gente e si mangia ovviamente alla francese.![]()
9° giorno La Foa- Isola di Marè : Ancora una bella mattina, notte tranquilla nessun insetto è penetrato allinterno del bungalow. Ci mettiamo in marcia per Noumeà dove appena arrivati mando Anto in banca a cambiare tutti i franchi Francesi in Franchi del pacifico perché andiamo sulle isole e serve contante. Alle 13,00 arriviamo allaeroporto di Magenta che si trova in Noumeà e serve per i voli interni, e alle 14,30, con un Atr 42, si decolla con un ritardo di soli 20 minuti e dopo 35 minuti di volo si atterra a Marè. Anto che teme laereo è piuttosto sconvolta per alcune virate fatte prima dellatterraggio tanto da soprannominare i piloti dellAir-Caledonie i pirati. Siamo alloggiati al Nengone , a mio parere una bella struttura, con bungalow quasi sulla spiaggia con bella veduta.![]()
10° giorno Isola di Marè Questa mattina la dedichiamo ad attività balneari, giro in canoa, bagni di sole e di mare in questa splendida spiaggia contornata dai famosi pini aracauria che contraddistinguono la Nuova Caledonia. Nel pomeriggio noleggiamo tre biciclette poi via alla scoperta di Marè, per la verità lisola è molto grande come grande è anche la bici di Agnese, pertanto si esplora tra nugoli di farfalle multicolori solo la vicina Baia di Pedè e lacquario naturale Lacquario si trova ad un centinaio di metri dal mare ed è collegato ad esso da canali sotterranei infatti quello che si intravede sono conformazioni coralline. Sulla strada del ritorno ed in particolare nelle salite Agnese si ferma e di conseguenza tutti al passo e la cosa simpatica e che tutti i locali che transitano a bordo dei loro veicoli si fermano credendoci in difficoltà ed offrendoci il loro aiuto. Io proseguo da solo la passeggiata in bici andando a visitare il vicino villaggio di Wabao caratterizzato da atmosfera tropicale, tipo film hollywodiano anni 50, e da una spiaggia troppo bella. Alla sera manca lacqua, credo sia normale perché vedo il personale filosofeggiare sul fatto cosicchè filosofeggiamo anche noi, bagno in piscina e risparmio assoluto dellacqua utilizzata per i servizi igienici. Chiacchierando con un francese residente a Noumea impariamo che la spiaggia più bella di Marè e la spiaggia di Shabadran che si raggiunge dopo almeno un ora mezzo di camminata per un sentiero.
11° giorno Marè Lifou : Sveglia allalba. Con un pulmino con autista addormentato, che per tenersi sveglio ascolta musica locale a tutto volume orrida( ad Anto piace), arriviamo allaeroporto. Volo tranquillo con arrivo a Lifou alle 7,30. Lisola di Lifou è molto grande ,almeno il doppio dellElba, noi siamo sistemati a We il paese principale ed esattamente da Chez Rachel in un bungalow con cucina. Quindi gambe in spalla si va a fare la spesa non prima di una buona colazione in una specie di bar gestito da una indocinese che ci propina strani ma buoni dolci accompagnati da un caffè decente. A We ci sono due supermarket, ci infiliamo nel più vicino e iniziamo con gli acquisti, nel banco carne e salumi vi sono splendidi patè de foie , patè di carne , anatra ect aromatizzati in vari modi e venduti al banco, ovviamente da veri golosi ne compriamo, poi acquistiamo spaghetti di una nota marca parmense con relativo sugo alla napoletana, baguette, burro, marmellata, birra locale, un ottimo latte, acqua minerale tonno e carne in scatola e frutta. Manca la verdura pazienza. Subito dopo andiamo alla spiaggia di Chateaubriand che dista un centinaio di metri dal bungalow: la spiaggia è lunga almeno un paio di chilometri contornata acqua molto bella e ormai come al solito pochissime persone, i pochi turisti sono accampati nei pressi del Drehu Hotel lunico albergo di Lifou pubblicizzato dai tour operator. Cena in casa con spaghetti e poi a nanna. Qui da Chez Rachel siamo gli unici turisti i bungalow sono frequentati da persone che lavorano sullisola.
12° giorno Lifou : Noleggiamo una Twingo un po scassata per 5500 Franchi del Pacifico al giorno e con questa dopo aver fatto provviste(panini e frutta) partiamo alla volta della spiaggia di Luengoni che pare la più bella di Lifou. Luengoni dista una ventina di chilometri da We. Attraversiamo qualche paesello ovvero Tribù e qui quasi tutti gli abitanti oltre ad avere una casa normale hanno anche una casa tradizionale melanesiana che può essere vecchia, ma nella maggior parte dei casi è stata ricostruita. La spiaggia di Luengoni è meravigliosa ed è caratterizzata da alcune rocce ricoperte di vegetazione(alberi, arbusti ect) che si trovano ad una decina di metri da riva. la sabbia è bianchissima, ed ovviamente e in questo mi ripeto e mi ripeterò è deserta, infatti i pochi turisti che arrivano in questa spiaggia rimangono lo stretto necessario per fare qualche foto e poi scappare verso altri lidi. Su questa spiaggia si trova il Gite Neibash che è anche lunica struttura turistica di Luengoni e la ritengo adatta a persone che amano lisolamento.Nel primo pomeriggio ci spostiamo ancora verso sud per arrivare alla spiaggia di Mu luogo ove pranziamo( mu è il posto dove nel 1993 arrivò un coccodrillo proveniente dalle lontane isole Salomone probabilmente trasportato da un ciclone tropicale) e subito dopo causa il sopraggiungere di grossi nuvoloni neri iniziamo un tour dellisola che ci porta allestremo sud dellisola, quindi verso la parte ovest, dove per un bel po di chilometri non incontriamo alcuno, in una strada che corre lontano dalla costa tra la vegetazione tropicale. Seguendo una indicazione abbandoniamo la strada principale per iniziare un tratto di strada bianca che ci porta verso la spiaggia di Peng. Anche Peng ha la sua storiella che per farla breve ha reso questa bella spiaggia disabitata, ora ci abita pare un francese che ha appeso alcun cartelli tra le palme in cui chiede alla persone che arrivano fin lì (turisti credo veramente pochi) rispetto della natura. La spiaggia non è certo bella come Luengoni o Mu o Chateaubriand comunque è passabile però devo anche aggiungere che è nuvoloso e quindi i colori sono spenti. Dopo un po di tempo si riparte con un temporale che ci inseguirà per tutto il pomeriggio senza mai raggiungerci verso la parte nord dellisola che ci porta prima, dopo aver attraversato il paese di Easo, alla chiesa di Notre Dame isolata in cima ad un picco e poi alla falesie di Jokin una scogliera, alta quasi un centinaio di metri , che si butta in uno splendido mare color verde smeraldo. A n Jokin cè una splendida casa melanesiana del capo villaggio che è possibile visitare dopo aver chiesto il permesso. In tutto questo tour devo aggiungere che le persone incontrate sono state sempre estremamente gentili.
13° giorno Lifou Questa mattina si cambia super market andiamo in quello frequentato quasi esclusivamente da Kanaki e troviamo dei panini per me e Agnese ben farciti, ma oggi cè mercato e quindi .., al mercato le donne Kanake sono vestite forse a festa perché alcune indossano fantasiosi copricapi e i loro vestiti sembrano ancor più colorati del normale. Girando tra le merci(frutta e qualche tubero) troviamo degli animali di colore blu privi di testa ma vivi che paiono mostri extraterrestri, ci spiegano che non sono altro che i granchi del cocco, nelle foto delle guide sono rossi con chele e testa, e qui Agnese ed Anto dichiarano che non mangeranno mai questi animali ..io rimango possibilista con frasi fatte tipo è una specialità, e se mangiano solo cocco sapranno di cocco. Dopo il mercato, visto che in paese ci sono nuvole Anto decide di andare ancora a Luengoni perché domani si parte, perché la spiaggia è bella, perché . comunque arriviamo a Luengoni e arriva anche il sole e quindi giornata balneare che si conclude verso le quattro di pomeriggio.
14° giorno Lifou Ouveà Alle 7,00 siamo già allaeroporto perché fra mezzora abbiamo laereo per Noumeà. Poi alle nove volo Noumeà Ouveà con arrivo a Ouveà alle 9,40. Purtroppo quando abbiamo organizzato il viaggio era previsto il volo diretto Lifou Ouveà, con un volo di una ventina di minuti ma lAir Caledonie nel frattempo ha cambiato gli operativi costringendoci ad un volo supplementare. Già dallalto si intravede la bellezza di questa isola grazie soprattutto ad una virata di 45° fatta dal prode pilota, abbiamo dedotto che qui i piloti utilizzano le linee più brevi per raggiungere le piste virando cabrando e in qualche caso picchiando senza problemi,. Ouveà è unisola veramente particolare lunga 35 km, larga da 200 metri nel punto più stretto a 4 km , la spiaggia è lunga 25 km affacciata su una laguna molto grande chiusa da una serie di isole (pleiadi del nord e pleiadi del sud) e dalla barriera corallina che comunque dista qualche chilometro dalla riva. Le strutture ricettive sono scarse esiste un bellissimo resort, il Paradis DOuveà frequentato quasi esclusivamente da ricchi turisti giapponesi, alcuni Gites , altrimenti si alloggia presso gli abitanti.. In un primo tempo avevamo prenotato al Gite Beaupre, ma i proprietari in questo periodo di vacanza (Natale) vanno in vacanza pure loro, pertanto ci siamo trasferiti al Gite Marguerite composto da tre bungalow ed il ristorante.
Il Gite è gestito da un francese Alain Gille che è anche il cuoco ,ha una bellissima cucina dove campeggia bene in vista il cartello vietato fumare, ovviamente Alain fuma, ha sempre la sigaretta penzolante sulla labbra . I bungalow sono tutti occupati, ma due giorni dopo saremo gli unici ospiti del Gite. Attraversiamo la strada e siamo in spiaggia ci accomodiamo allombra di un ibiscus e non cè nessuno!), verso sera alcuni kanaki, partendo dal Gite a nuoto ed utilizzando un materassino come imbarcazione, se ne vanno a pesca, infatti per cena ci saranno ostriche freschissime.![]()
15°16°17°18° giorno – Ouveà Noleggiamo un auto per 5000 franchi del pacifico, benzina compresa, e cominciamo a visitare lisola, che per gli amanti del mare si può definire fantastica. Arriviamo al Ponte di Mouli qui due isole sono state unite da un ponte, in precedenza vi era un piccolo ferry che permetteva lattraversamento della laguna. Qui non vi sono parole per descrivere la bellezza del posto, consiglio a tutte le persone innamorate delle isole di andare a Ouveà e prima che sia troppo tardi.
Attraversato il ponte arriviamo dopo qualche chilometro a Mouli, un piccolo paesino abitato da gente polinesiana, caratterizzato dalla classica chiesetta. Qui la spiaggia diventa ancora più larga e decidiamo di fermarci allombra di un enorme albero di casuarina passando il resto della giornata tra un bagno e laltro evitando, comunque, di stare al sole, perché la temperatura è proibitiva…
Alla sera della vigilia di Natale, Alain ci prepara, ostriche, pesci cucinati in vari modi, limmancabile pesce crudo, aragoste ed uno strano crostaceo che io identifico per il granchio del cocco. Anto e Agnese, durante la cena, sentenziano che la cosa migliore mangiata è lo strano crostaceo riconosciuto dallAnto come un astice ma, finita la cena, le comunico che trattasi di quellanimale mostruoso che a Lifou avevano giurato che non avrebbero mai mangiato. Morale della favola ora entrambe mangiano e mangeranno in futuro questo delizioso granchio. A cena cè un giapponese che ci racconta di essere stato in Italia e di essere venuto appositamente a Bologna solo per farsi fare un autografo da Beppe Signori, il mondo è sempre più piccolo! Alle 10,00 di sera cè la Messa quindi andiamo alla Chiesa cattolica, la funzione inizia alla 10,30. Linterno è ornato con palme e fiori , le donne si dispongono a destra dellentrata gli uomini a sinistra, mentre i bambini piccoli vengono sdraiati a dormire su un stuoia vicino allingresso, badati a turno dalle donne. La funzione è ovviamente in francese ed è quasi tutta cantata dalle voci splendide delle Kanake, rischio di addormentarmi ,Agnese invece si addormenta e Anto canta in francese senza conoscere una parola. Una volta al bungalow, dalla notte buia, compare Noel laiutante kanako di Alain che regala ad Agnese una maglietta, una gradita ed inaspettata sorpresa!
Il resto del soggiorno a Ouveà lo passiamo visitando i piccoli paesi ,le falesie di Lekine, i piccoli magazin, dove finalmente troviamo il pane, il luogo dellattentato dove morì J.M. Tijbaou, conoscendo qualche Kanako sotto qualche albero, ma soprattutto facendo vita di mare con il cielo blu indaco senza nuvole.
19° giorno Ouveà Isola dei Pini Partenza nel pomeriggio con volo Ouveà Noumeà e poi Noumea Isola dei Pini. Voli in orario . Avvicinandosi dallalto verso lisola dei Pini si hanno visioni mozzafiato di questa splendida isola che però vengono subito dimenticate causa un atterraggio veramente tosto, questa volta, sono daccordo con Anto, ho avuto quasi paura. Siamo alloggiati in un bungalow al Gite Nataiwacht, presso la baia di Kuto, che è un campeggio, allombra di giganteschi pini aracauria, con ristorante annesso a menù fisso. Qui la situazione è del tutto diversa dalle altre isole della Nuova Caledonia il campeggio è affollato, le escursioni vanno prenotate con un certo anticipo e lisola in generale è organizzata per il turismo, infatti prenotiamo per domani lescursione alla Baia dUpi e alla piscina naturale.
20° giorno Isola dei Pini Partenza con pulmino con altri turisti (francesi residenti, francesi di Francia, australiani) verso la Baia di St. Joseph dove ci aspettano le caratteristiche piroghe che ci porteranno in navigazione nella Baia dUpi. Lo scafo delle piroghe è ricavato da un tronco dalbero unito ad un bilanciere, la tolda è in legno, ed è posizionata sopra allo scafo, la velatura è una randa trapezoidale multicolore. Si parte insieme ad altre piroghe in una specie di regata e si entra in questa Baia dUpi caratterizzata da una serie di rocce di varie dimensioni, alcune sono si degli isolotti, ricoperti da vegetazione tropicale, poste in questa baia che è molto grande ed è collegata al mare aperto da passaggi stretti, infatti la circolazione dellacqua è scarsa. Mi siedo a prua, anche perché un francese ha già una ascella furente e sono solo le 8 del mattino, e mi godo la navigazione tra il rumore dello scafo nel mare e il cigolio delle cime della vela, finchè causa poco vento il timoniere non attacca un fastidioso ma utile piccolo fuoribordo. Dopo unora di navigazione ci scaricano alla fine della Baia. Attraverso un sentiero ci inoltriamo in un bosco e dopo circa unora arriviamo in una specie di fiume quasi asciutto, questo fiume non è nientaltro che un canale che si riempie con le maree, risaliamo questo canale fino ad arrivare alla Piscina Naturale.Questo luogo è uno dei più fotografati dellIsola dei pini e della Nuova Caledonia, infatti il posto è molto bello, cè questo laghetto su cui si specchiano degli alti pini aracauria, che è collegato al mare da un passaggio non navigabile ne nuotabile (acqua bassa). Facendo snorkelling vi si vede qualche pesciotto tropicale tra cui qualche barracuda, gli unici nei, sono poca ombra e parecchia gente . Riusciamo ad accucciarci sotto un albero allombra ed ogni tanto facciamo il bagno finche nel pomeriggio decidiamo di andare alla Baia DOro. Altro luogo incantevole, sulla spiaggia cè un ristorante che cucina piatti di pesce per i numerosi turisti che a pranzo frequentano questi posti. Ma noi arrivando di pomeriggio non troviamo nessuno, scelta casuale, ci fermiamo un po ma poi avendo appuntamento con il resto della comitiva dobbiamo tornare guadando il canale che con lalta marea ha raggiunto in alcuni punti il metro daltezza. Rientriamo al Gite e a cena mettono in nostro onore una audio cassetta di Ramazzotti e subito dopo a nanna anche perché Anto ha un terribile mal di gola originato dallaria condizionata dellaereo del giorno prima.
21°- 22° – 23° 24° giorno Isola dei Pini Anto si alza ancora con il male alle gola, forse ha la febbre, quindi si va in spiaggia nella Baia di Kanumera, ci mettiamo allombra di una casuarina qui la spiaggia sarà larga massimo tre metri e lunga duecento metri circa, la maggior parte delle persone sono verso le Rocher, una piccola penisola unita alla terra da una sottile lingua di sabbia. Questa penisola non si può visitare perché laccesso è vietato da grandi cartelli che raggiungono lo scopo, perché nessuno entra o meglio sale su questa rocciona. Mentre Anto si sdraia allombra io ed Agnese partiamo alla scoperta dei dintorni e dopo pochi metri attraversando la strada arriviamo alla baia di Kuto, contornata da una spiaggia molto bella grande e lunga, con alla fonda una cinquantina di barche di varie dimensioni provenienti per la maggior parte da Noumeà. Questa è la zona con la maggior concentrazione turistica, Noumeà esclusa,di tutta la Nuova Caledonia e si vede ., comunque tra queste due belle baie che distano nel punto più vicino una cinquantina di metri si estende la penisola di Kuto ,dove cè il Porto, dove tre o quattro volte alla settimana arriva da Noumeà il Betico, un catamarano di linea che in tre ore circa unisce Noumeà con lisola dei Pini. Da questa penisola si ha una bella vista sulle isole Bayonnaise, Moro, Brosse, tutte caratterizzate da spiaggie bianche e pini di Norfolk.
Il giorno successivo Anto non è ancora in forma quindi si va alla spiaggia di Kuto che in effetti è meglio di quella di Kanumera. Oggi ultimo giorno dellanno causa lAnto ancora in convalescenza me ne salgo a piedi sul Pic NGa la cima più alta dellisola (262 metri). La prima parte del sentiero è allombra nel bosco, poi diventa una pietraia infuocata dal sole ed inizia a salire con un discreto dislivello. In cima cè limmancabile croce, la vista è bellissima, ne è valsa la pena venire fin quassù, si vedono isole, isolette, scogli, reef, si vede in lontananza anche il Nekawagi reef è magnifico, domani voglio fare una escursione lì Nel pomeriggio tentiamo di prenotare lescursione, ma il giorno dopo è il primo dellanno quindi non si lavora inoltre, sfiga, non riusciamo a prenotare ne unauto ne una moto ne una bicicletta per fare qualche escursione.
Al Gite questa sera hanno organizzato uno spettacolo di danze e musica etnica che precede il cenone che si conclude verso le 22,30, noi resistiamo fino alle 23,30 poi ce ne andiamo a letto, intorno a noi solo silenzio.
25° giorno Isola dei Pini Noumeà Abbiamo laereo per Noumea alle 10,30 quindi in accordo con la reception ci facciamo trovare pronti per le 09,15 ma chi ci deve portare allaeroporto dopo vari solleciti arriva alle 10,10 dopo una decina di minuti siamo allaeroporto ma il pilota avendo già caricato passeggeri e bagagli ci lascia giustamente a terra.
Siamo veramente incazzati ci esibiamo in una sceneggiata tipica, poi scopriamo che non cè posto neppure per il volo del pomeriggio e rientriamo al Gite per telefonare allAgenzia di Viaggio di Noumeà. Insomma per farla breve, oggi cè il catamarano quindi stasera si prende questo a spese del Gite e amen Rimaniamo allinterno del Gite tutto il giorno fino al tardo pomeriggio quindi si sale sul Betico e si parte, viaggio tranquillo, arriviamo a Noumea alle 8 di sera. Ad attenderci cè unincaricata dellagenzia che ci porta al Kuendu Beach, luogo nel quale abbiamo prenotato un bungalow self catering. Il Kuendu dista circa un cinque/sei km da Noumea, il luogo è abbastanza lussuoso infatti questa sera stanchi per il viaggio ci facciamo una cenetta francese al ristorante del Kuendu. Nel ristorante siamo gli unici bianchi per il resto solo giapponesi fasciati in bei abiti di stilisti probabilmente italiani.
Il bungalow è molto spazioso con salotto, angolo cottura, una camera da letto ed un ammezzato con tre posti letto nei quali si accomoda Agnese.26° giorno Noumeà Alle 9 con auto a noleggio senza clima, si parte alla volta di Noumeà, dove prima ci facciamo una colazione al tavolino in Place des Cocotiers, costo equivalente a tre pizze con bevande in qualunque grande città italiana, quindi andiamo a far la spesa in un grande supermercato fuori Noumeà, poi pranzo al Mc Drive del supermercato poi nel pomeriggio con scorta dacqua si va al Centro Culturale J.M. Tijabou, dove il nostro architetto Renzo Piano ha realizzato una rappresentazione delle case Kanake soprannominate le vele. Sono delle splendide costruzioni in legno ed acciaio che ospitano alla base il museo della storia kanaka,, pare che questi manufatti, il più alto è 32 metri, possano resistere ai cicloni. Sembra anche che siano costati qualche milione di dollari che a parer di qualcuno sarebbe stato meglio destinare ad opere più importanti.
27° 28° 29° – giorno Riposo e niente di più, siamo stanchi, il mare qui è brutto ce ne andiamo in spiaggia, Agnese va nella piscina del kuendu, aperta al pubblico, dove ci sono due toboga che anchio utilizzerò fino a beccarmi, nonostante le alte temperature, un fastidioso raffreddore con tosse e mal di gola che sconterò a Sydney.
30° giorno Noumeà- Sydney In perfetto orario un autobus ci carica dallalbergo e dopo esser passato per quasi tutti gli alberghi di Noumeà ci accompagna allaeroporto internazionale di Tountoutà. Qui sia il check che il controllo passaporti sono abbastanza laboriosi ci impieghiamo a far tutto almeno unora e mezzo anche perché oltre al nostro volo cè anche il volo Air france per Tokjo. Comunque si parte in orario, volo tranquillo ed arrivo a Sydney con temperatura di 37°, più caldo che a Noumeà. Sono distrutto dal raffreddore, ma usciamo subito dallalbergo a fare una passeggiata, i negozi stanno tutti chiudendo, quindi mangiamo un boccone e ci rifugiamo in camera protetti dallaria condizionata.![]()
31° giorno Sydney Usciamo dallalbergo di buon ora e dopo una abbondante colazione, con il bus arriviamo al Circular Quay dove acquistiamo i biglietti per il ferry che ci porta allo Zoo di Taronga. Con il ferry si naviga nella baia di Sydney nel classico paesaggio da cartolina (Harbour bridge, Opera house, giardini, grattacieli) fino ad arrivare allo zoo.
Qui ci passiamo tutta la mattinata ed il primo pomeriggio, si sta molto bene la temperatura è diminuita rispetto al giorno prima. È sera, abbiamo deciso di cenare in un ristorante abbastanza importante e quindi andiamo al Sydney Cafè che si trova allultimo piano di un palazzo antico sul Circular Quay. Uscendo dallascensore ci troviamo direttamente nella sala, il locale è frequentato da giovani australiani, la cucina è internazionale infatti lo chef è svedese. La cena è buona con una stupenda vista sulla baia di Sydney e sul Harbour Bridge illuminato. Unico neo ,io ho due linee di febbre.32° giorno Sydney- Giornata dedicata agli acquisti con visita a tutti e dico tutti i grandi magazzini del centro di Sydney.