La Radioiodio post intervento di Tiroidectomia totale raccontata da un paziente.
Con riferimento al reparto di degenza protetta del Policlinico Gemelli di Roma effettuata da Maria Teresa nel Gennaio 2013

Ciao. Sono Maria Teresa e ho chiesto a Steve di ospitarmi su questa sua utilissima pagina per raccontare la mia esperienza di radioiodioterapia presso il Policlinico Gemelli. 
Mi sono ricoverata la mattina del 15 gennaio 2013. Il protocollo del Gemelli prevede una degenza di soli due giorni, sicché tranne “complicazioni” l'uscita è prevista per il 17 gennaio. 
La complicazione può essere data dal fatto che nei due giorni non si riesca a smaltire sufficiente radioattività e quindi è necessario prolungare l'isolamento. 
Per facilitare lo “smaltimento” occorre bere tantissimo. Portatevi quindi tanta acqua, tè e succhi di frutta poiché l'ospedale “passa” solo mezzo litro di acqua a pranzo e mezzo litro a cena. 
Dovete invece bere almeno 2 litri di liquidi al giorno. 
Ma andiamo con ordine: 
anzitutto, appena si arriva, ci viene fatto un prelievo di sangue. Serve per misurare il TSH e, a noi femminucce in età fertile, serve anche per verificare che non siamo incinte. Io avevo già fatto tale “verifica” tramite il dosaggio delle Beta HCG due giorni prima del ricovero, poiché questo mi era stato chiesto di fare al momento della prima visita di medicina nucleare, ma ho dovuto ripeterlo poiché deve essere fatto il giorno stesso. Quindi, visto che fra una cosa e l'altra le nostre vene sono sempre martoriate, care femminucce, evitate di farlo prima: vi viene fatto al momento del ricovero. 
Nella zona di isolamento siamo entrate verso mezzogiorno. Ci sono state date un po' di spiegazioni: distanza di sicurezza da osservare fra noi pazienti, uso della toilette (che è a pressione come quella dell'aereo), trattamento indumenti usati durante la terapia, comportamenti da tenere dopo le dimissioni, etc. 
Verso l'una ci è stata somministrata la pillola. 50mCi per me, 50 mCi per la mia vicina di letto, 100 per la signora dell'altra stanza. 
Fino all'ora di cena non abbiamo toccato né acqua né cibo per evitare che la pillola tornasse su...
Io ho passato il tempo leggendo. 
Quando è arrivato il vassoio con la cena l'abbiamo letteralmente divorato benchè si trattasse della solita minestrina d'ospedale, ma a tutte e tre è sembrato un pranzo luculliano, visto che era il primo pasto del giorno. 
Siamo poi crollate dalla stanchezza... 
Il giorno dopo è stato l'unico giorno davvero lungo... Io ne ho approfittato per leggere e disintossicarmi dall'uso del computer. Avendo poi preso confidenza con le altre signore, abbiamo iniziato a chiacchierare in corridoio del più e del meno, mantenendoci a distanza di tre metri l'una dall'altra. 
La mattina dopo, già alle 8,  arrivano per la misurazione della radioattività residua e se essa è inferiore a 30 mSv/h, si va a fare una scintigrafia e si può uscire. 
Tutto sommato quindi, è sembrato più un ritiro spirituale che un ricovero ospedaliero! 
Mi permetto a questo punto di sintetizzare un po' di suggerimenti e avvertenze: 
 
- portare acqua, tè e succhi
- portare bicchieri di plastica
- portare un coltello (poiché quelli di plastica non ci permettono di sbucciare la frutta)
- rifanno l'esame delle BHCG quindi inutile farlo prima

Avvertenze per tutti: usate sempre il cellulare con l'auricolare. Tutti dovrebbero farlo sempre, ma a maggior ragione durante la radioiodio. Ho notato che la radioattività mi aumentava subito dopo l'uso del cellulare senza auricolare (avevamo dei misuratori in stanza). Era come se il cellulare la raccogliesse e me la restituisse. Magari ciò non ha fondamento scientifico, ma mi succedeva e tant'è. 
Tranquilli: evitate paranoie sugli indumenti utilizzati durante il ricovero. Non è necessario buttarli. Basta tenerli sul balcone per un paio di settimane dopo l'uscita dall'ospedale. Io ho buttato solo intimo, calzini e vecchie ciabatte. Ho tenuto tutto il resto. 
INFINE cosa importantissima se dovete prendere un aereo nei tre mesi successivi alla radioiodio: fatevi rilasciare un certificato da medicina nucleare in cui si attesta che vi siete sottoposto a terapia poiché in aeroporto i sensori di radioattività iniziano a suonare come matti (soprattutto all'estero) e, senza certificato, potrebbero impedirvi di prendere l'aereo.

In bocca al lupo


Ogni descrizione ed informazione si riferisce all'anno di redazione: 2013                                       HOME
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