La Radioiodio post intervento di Tiroidectomia totale per carcinoma papillare / follicolare spiegata e raccontata da un paziente.
Con particolare riferimento al reparto di degenza protetta dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma effettuata da me nel Maggio 2012

...inoltre: Dieta ipoiodica - Scintigrafia - Protezione della cicatrice dai raggi solari - Follow Up.


La Iodioterapia.
Premessa: sono un paziente e non un medico ma ho purtroppo acquisito un po' di esperienza e nozioni sull'argomento.

La iodioterapia detta anche radiometabolica (o radioiodio o ablazione con iodio raioattivo) è una terapia consolidata da circa mezzo secolo che cura i più comuni tipi di tumore tiroideo: papillare (o papillifero) e follicolare e i loro istotipi (varianti) più o meno aggressivi. Si basa sul fatto che le cellule tiroidee sia benigne che maligne assorbono lo iodio e quanto più queste sono ben differenziate (cioè cellule tiroidee a tutti gli effetti avide di iodio) quanto più la terapia avrà gli effetti desiderati; purtroppo esistono anche rari casi di cancro tiroideo o in sede tiroidea che non sono adatti alla iodioterapia e curabili con difficoltà.
Il principio della radiometabolica è semplice quanto geniale: dopo aver asportato la maggior parte della tiroide chirurgicamente (tutta non è possibile perchè aderente ad altre strutture come vasi sanguigni, nervi, muscoli, paratiroidi, ecc.), una volta finita bene la convalescenza (sperando di salvare almeno una delle quattro paratiroidi per la gestione del calcio del nostro organismo), si affamano queste di cellule con una dieta a basse dosi di iodio per un paio, massimo tre settimane e priva di ormoni sostitutivi della tiroide (T3 o T4). Poi si somministra una dose unica e massiccia di iodio radioattivo, che viene assorbito dalle cellule come fosse iodio naturale causando la loro morte. Nella maggior parte dei casi finisce tutto qui, si dovrà assumere giornalmente e per sempre la pillola dell'ormone che sostituirà la funzione della ex tiroide e si faranno dei controlli a vita, via via diradati nel tempo e sempre più semplici; alla fine dell'avventura basterà un'analisi del sangue della Tireoglobulina ed degli anticorpi antiTg ogni anno come marcatore tumorale + gli altri valori tiroidei per tenere sotto controllo la taratura della compressa di Eutirox (Ft3, Ft4 e soprattutto TSH) insieme ad un'ecografia del collo per valutare eventuali linfonodi ingrossati; in alcuni (pochissimi) casi purtroppo la radiometabolica non elimina i residui tiroidei al primo colpo e la si deve ripetere una seconda volta o raramente anche di più.
Lo iodio radioattivo, prodotto irraggiando con neutroni il tellurio naturale in un reattore nucleare, si chiama iodio131 ed è uguale (anche se originato da reazioni diverse) a quello che ha causato in Europa tanti carcinomi alla tiroide indotti da Chernobyl.
Personalmente, per quanto riguarda il territorio italiano, credo che l'incremento di questi carcinomi sia dovuto soprattutto ai sempre maggiori controlli di prevenzione che si fanno ma molti medici pensano che siano stati causati dai cibi che abbiamo ingerito dopo il disastro del 26 aprile del 1986 contaminati dalla nube della centrale Ucraina.
Altre cause di questo cancro sono la predisposizione genetica, le procedure di irraggiamento del collo che si utilizzavano negli anno '60 per bruciare le tonsille, la carenza di iodio in età infantile (frequente in Italia a causa della scarsità di questo elemento nei nostri suoli), le patologie benigne della tiroide sia ereditarie che infettive o autoimmuni (e quindi ipertiroidismo, ipotiroidismo) ed una incidenza appena maggiore nei territori dove sono presenti vulcani attivi (in primis Hawaai ed Islanda...in Italia la Sicilia).
Qualche medico e qualche appello sulla rete parla anche di un rischio di cancro tiroideo indotto dalle ortopanoramiche fatte ai bambini senza le protezioni piombate al collo; io credo che sia una esagerazione, per non dire una bufala in quanto la radiazione utilizzata è veramente minima, appena superiore (e molto breve) a quella naturale alla quale siamo quotidianamente sottoposti.
Perchè usare un elemento cancerogeno come una radiazione ionizzante per curare un cancro ? Sembrerà paradossale ma nel caso della tiroide è più dannosa una radiazione da Iodio131 bassa che alta; mi spiego: nel caso di Chernobyl e dei paesi limitrofi più colpiti dalla nube la quantità di iodio131 assorbita dalle cellule della tiroide è stata relativamente bassa ma sufficiente ad indurre alcune mutazioni del dna tali da trasformarla in cancerosa ma non così numerose da compromettere le funzioni vitali e spingerle all'apoptosi, cioè al suicidio cellulare. Una dose molto più forte come nella iodioterapia invece induce tante di quelle mutazioni/danni da ucciderle.
Lo iodio131 decade in 8,02 giorni, il che vuol dire che la metà dei suoi atomi si trasforma ogni 8,02 giorni in Xenon131 che viene eliminato rapidamente dal corpo, ma lo iodio una volta entrato nelle cellule tiroidee anche quando è tutto decaduto continua a far sentire i suoi effetti e quindi fare il suo "sporco" lavoro per diversi mesi (grazie al fatto che ha danneggiato il dna delle cellule tiroidee buone e cattive), sino a sei-otto anche se i più significativi sono i primi tre. Poiché l'assorbimento nelle cellule tiroidee è veloce, qualche ora, va da se che il giorno seguente alla somministrazione va cercato di smaltire dal resto del corpo tramite i fluidi (soprattutto urina e saliva) tramite piccoli stratagemmi: bere molto, sollecitare le ghiandole salivari con limone, caramelle e/o gomme e con difficoltà, visto la lenta ripresa dall'ipotiroidismo indotto dalla sospensione ormonale orale, tramite l'evacuazione delle feci.
Per un po' si è radioattivi anche a distanza (la radioattività è generata dal progressivo decadimento); per questo motivo è richiesto, per evitare di esporre inutilmente persone ed animali, un isolamento protetto obbligatorio in ospedale in particolari camere chiuse e schermate al piombo (ma con tutti i confort) scherzosamente chiamate "bunker" in genere di 3-5 giorni fino a che la radiazione non scende a livelli stabiliti da leggi Europee, seguiti da 6-15 gg di isolamento casalingo con tempi e distanze variabili a seconda delle persone con cui si viene a contatto: un anziano è diverso da una donna incinta!
La dose viene decisa dopo le ultime analisi del sangue in quanto dipende da molti parametri (ma anche in parte dal protocollo usato dall'ospedale che può avere delle variazioni sul "tema"), tra cui i principali sono il referto istologico, il valore del TSH (che deve essere almeno di 30 µIU/ml altrimenti si rimanda, ma non succede mai), la Tireoglobulina ed il peso corporeo. Qualche ospedale misura anche la ioduria delle urine che deve essere inferiore ai 50 µg/l (tanto per rendere l'idea il valore medio di una persona sana con un giusto apporto di iodio dovrebbe essere intorno a 100). Il range della dose di Iodio131 varia tra 30 mCi e 300 mCi (1110-11100 MBq) ma in genere le dosi più comuni vanno da 50 mCi a 150 mCi, cioè da dosi molto basse che si fanno per precauzione, cioè per essere sicuri di aver eradicato tutto il residuo tiroideo, fino a dosi più alte che sono una vera e propria cura.
Tanto per darvi un'idea di scala quando si effettua una scintigrafia tiroidea total-body la dose generalmente usata è di 5 mCi (185 MBq).
Ne consegue che l'ideale sarebbe arrivare alla radiometabolica con un TSH il più alto possibile, quindi in condizioni di ipotiroidsmo (anche se con gli effetti collaterali relativi: soprattutto una po' di stanchezza gli ultimi due giorni) e con una Tireoglobulina bassa (minor residuo tiroideo) in modo da ricevere qualche mCi di radiazioni in meno e far "attecchire" meglio lo Iodio131; nel mio caso purtroppo è stato l'inverso.
La domanda sorge spontanea: ma se siamo potenzialmente pericolosi per gli altri che succede a noi che portiamo le radiazioni dentro il nostro corpo per mesi ? diciamo subito che dopo qualche settimana la radiazione che emaniamo residua non supera il mezzo millimetro dalle cellule tiroidee che l'hanno assorbita quindi il resto del corpo tende a decontaminarsi abbastanza in fretta.
La possibilità di contrarre un diverso cancro dopo molti anni causato dalle radiazioni della radiometabolica non è pari a zero ma molto piccola (e su questo fattore conforta il fatto che ci siano statistiche da almeno 50 anni) ma come tutte le medicine o gli interventi chirurgici si deve sempre scegliere senza rimorsi la migliore soluzione di rapporto tra beneficio e rischio ed in questo caso per fortuna è molto a favore del beneficio. 
Purtroppo quando si parla di radiazioni ionizzanti non esiste una soglia di rischio pari a zero e persino la radioattività naturale generata dai minerali della crosta terrestre o quella cosmica a cui ci sottomettiamo durante un viaggio aereo per non parlare di lastre, tac, pet e scintigrafie non è esente da rischi anche se remoti (perfino i fulmini generano una breve scarica di potenti raggi gamma!). Per fortuna l'evoluzione, proprio perchè viviano da sempre in un ambiente "naturalmente" immerso nelle radiazioni, ci ha dotato di un sistema di riparazione dei danni del nostro dna abbastanza efficiente (ne ripara circa 10 al secondo!) e quasi sempre ce la fa senza problemi. In ogni caso è molto più probabile avere dopo 1-2-5-10-anche 30 anni una recidiva di un cancro tiroideo (il presentatore Pippo Baudo docet) o l'insorgere di un cancro qualsiasi indipendente dalla terapia metabolica (anche perchè purtroppo alcuni carcinomi tiroidei hanno una componente genetica che predispone ad altri tipi di cancro tra cui il famigerato melanoma) che contrarre un tumore per colpa della pillolina di iodio131 ingerita molti anni prima.
Per ora non ci sono strade alternative per curarci anche perchè questa è consolidata da molto tempo, efficacie e soprattutto molto specifica e priva di sofferenze da effetti collaterali diversamente da come accade per la chemio o la radio; magari esistessero simili e così ben mirate terapie per tutti gli altri cancri ! Solo i pochi fortunati che hanno scoperto molto precocemente un piccolo nodulo maligno di pochi mm ben capsulato e circoscritto, dopo la conferma dell'istologico, potranno esimersi dalla terapia radiometabolica o farla molto blanda (sempre a discrezione dell'endocrinologo curante).
La radiometabolica non ha solo un compito "curativo", cioè sopprimere le eventuali cellule maligne sfuggite alla chirurgia, ma ha anche un valore diagnostico ai fini delle recidive in quanto solo con l'ablazione (eliminazione) di ogni rediduo tiroideo (buono e cattivo) si potrà monitorare nel futuro che la tireoglobulina, che nei tiroidectomizzati funge da marcatore tumorale, sia indosabile. 
Mi sento inoltre di consigliare vivamente a chi ha avuto diagnosticato un carcinoma tiroideo (ma anche una diversa patologia tiroidea benigna) di mandare tutti i famigliari di primo grado di sangue ad eseguire una semplice ecografia, compreso i propri figli adolescenti (loro faranno anche successivi controlli da adulti anche se diradati nel tempo), perchè questa patologia ha una componente spesso genetica e che ha un'insorgenza maggiore in età giovanile: 20-30 anni o meno. Non bastano le analisi del sangue perchè le mie erano perfette nonostante includessi tutte quelle relative alla tiroide (dal dosaggio ormonale agli anticorpi) perchè il cancro tiroideo quasi sempre lascia funzionare bene la tiroide e non da sintomi se non quando attacca altri organi vicini e lontani ed in questo caso la faccenda si fa più seria; per fortuna è generalmente a crescita lentissima !
Poi bisogna anche avere la fortuna di trovare bravi endocrinologi, ecografi e medici che non si fermino all'apparenza che un nodulo piccolo che nel tempo cresce poco o nulla deve essere considerato buono per forza perchè nel mio caso il mio istotipo di papillifero su sclerosi di soli 8 mm sembrava fermo da 9 anni ma in realtà da almeno 5 aveva tutte le caratteristiche ecografiche maligne (ipoecogeno, solido, microcalcificato all'interno, unico su maschio adulto di più di 45 anni e anche leggermente vascolarizzato all'interno) e solo quando ho voluto per scrupolo confrontarlo con dei testi di medicina su internet (pratica generalmente sconsigliata perchè non ci si improvvisa medici) e mi sono auto-prescritto un agoaspirato (a proposito il prelievo non fa male) per catturare tramite una siringa un campione di cellule del nodulo, il risultato citologico è stato come temevo: un carcinoma... dopo l'operazione si rivelerà addirittura multifocale cioè tutt'altro che fermo tant'è che aveva creato altri focolai maligni e superato la stessa tiroide: ma questa è un'altra storia troppo personale per essere di pubblica utilità.
Come si effettua il follow-up, cioè come si controlla che tutto il tessuto tiroideo (maligno e benigno) sia eleminato ?
Dopo 8-12 mesi dalla iodioterapia bisogna pianificare circa cinque giorni di controlli (il dettaglio più in basso) basati su una serie di analisi del sangue effettuate "stimolando" le presunte cellule tiroidee tramite due iniezioni di Thyrogen senza interrompere la pillola di Eutirox (o simile) oppure interrompendola per circa un mese (in questo caso senza Thyrogen ma associando una dieta ipoiodioca); quest'ultima pratica, meno usata, causa gli effetti collaterali dell'ipotiroidismo anche se è più accurata avendo una percentuale leggermente minore di falsi negativi. Al termine degli esami viene effettuata una scintigrafia total body utilizzando una dose minima di iodio 131 (2-5 mCi, somministrata bevendo un liquido o ingoiando una pillolina). Se la scintigrafia è negativa e la tireoglobulina tendente a zero (in genere le analisi riportano < 0,20) ci si può considerare guariti e gli unici controlli da fare a vita saranno delle semplici analisi del sangue per tarare bene la pillola ormonale e soprattutto per controllare che la Tireoglobulina rimanga tendente a zero perchè diversamente ci sarebbe una recidiva). Nel caso malagurato del contrario si approfondisce la faccenda (dopo qualche mese altre analisi e/o scintigrafia/Pet-Tac) ed eventualmente si ripete la iodioterapia.
PS: poichè per tenere a bada le eventuali celluline sfuggite a tutti questi controlli la dose di Eutirox sarà, soprattutto per i primi anni, di tipo "soppressivo" cioè più alta di quanto necessiterebbe un tiroidectomizzato per altre cause, è normale che alle analisi risulteremo come fossimo leggermente ipertiroidei (TSH sotto il range minimo); in questo stato, a differenza di quanti temono, NON si ingrassa, ma semmai se si era fuori forma prima dell'inizio di "questa avventura" si avrà la speranza di perdere anche qualche chiletto...il tutto senza rinunce del palato ;-)
Consiglio: molti medici fanno eseguire le analisi del sangue dopo pochi mesi (2-3) dalla radiometabolica: TSH, FT3, FT4, Tireoglobulina e AnticorpiTg.
Se ve le prescrivono fateli pure ma a parte il valore del TSH che serve a tarare al meglio gli ormoni sostituitivi (Eutirox o simili) e l'FT3 e l'FT4 che hanno un senso solo se il TSH non è corretto, la Tireoglobulina (che ricordo è un valore attendibile solo se gli anticorpi sono minori di 40) NON serve a nulla i primi mesi (cioè finchè non è finito l'effetto dello iodio131) se non a spaventare il paziente in caso il valore non si azzeri rapidamente: la Tireoglobulina deve avere il suo tempo per diventare indosabile!
Altra cosa che non deve impensierire i primi mesi sono altre analisi (per chi le fa, io le sconsiglio) cioè l'emocromo (relativo al sangue) e le transaminasi (relative al fegato) che per effetto delle radiazioni possono risultare temporaneamente alterate. 


La Dieta Ipoiodica.
Come ho scritto sopra, per rendere efficacie la iodioterapia dobbiamo far affamare le nostre cellule tiroidee privandole il più possibile del loro alimento primario: lo Iodio. Così facendo assorbiranno poi al meglio lo iodio131 ottenendo due risultati: uccidere le cellule maligne per guarire ed uccidere quelle benigne residue per poter disporre di un facile monitoraggio delle recidive misurando la Tireoglobulina nel sangue che se per i sani è un parametro che serve a controllare lo stato di efficienza della tiroide, per noi tiroidectomizzati e radiometabolizzati diventa un marker tumorale.

Diciamo subito che si tratta di una dieta ipoiodica, quindi a basso contenuto di iodio e NON "privo-iodica" anche perchè questo elemento si trova un po’ dappertutto e faremmo la fame. La dieta si fa ma non troppo "talebana", della durata media di un paio di settimane (a me erano stati prescritti solo 10gg ma io ho aggiunto qualche giorno in più).
A questo proposito viene consegnato un foglio di istruzioni che ritengo però incompleto in alcune parti, così come su internet se ne trovano altri di varie strutture ospedaliere che sono addirittura in contraddizione tra loro o fumose, questo per dire che a parte poche cose certe e universalmente da evitare, le altre sono solo da ridurre o moderare.
Senza dubbio è strettamente vietato usare il sale iodato e questo per noi varrà per sempre. Il sale iodato è salutare per i bambini, per le persone sane e per gli ipotiroidei privi di noduli perchè previene malattie della tiroide (soprattutto in territori come i nostri poveri di questo elemento) tra cui il gozzo e la formazione dei noduli che possono diventare nel tempo maligni. E' sconsigliato invece l'uso frequente agli ipertiroidei, a coloro che hanno i noduli e a noi perchè stimolerebbe le cellule tiroidee sfuggite alla iodioterapia dando luogo ad una recidiva (non succede niente se ceniamo da un amico che lo usa o andiamo in vacanza in Francia dove esiste solo iodato come standard, a patto di non "sgarrare" durante la dieta ipoiodica s'intende !).
Una curiosità: lo iodio è volatile alle alte temperature quindi quando viene usato il sale iodato durante la cottura lo iodio evapora quasi del tutto; comunque, mi ripeto, per sicurezza è da evitare durante la dieta e anche dopo. In alternativa si usano altri sali: c'è chi compra sali esotici come quello dell'Himalaya o quello proveniente dalle miniere Austriache, io ho preferito acquistare il Novosal (confezione non iodata) che è quel sale privo di sodio facile da reperire nei supermercati che usano gli ipertesi e che ha una composizione "certa" dove lo iodio è praticamente assente: solo 3 mg di iodio ogni 100 grammi contro i 30 mg contenuti in un solo grammo di sale iodato come da specifica del ministero della salute (ci tengo a specificare il pdf del ministero perchè su moltissimi siti è erroneamente riportato che il sale iodato ha 3 mg di iodio ogni kg); comunque ai fini della dieta va benissimo anche il comune sale purché non iodato compreso quello marino che ne contiene pochissimo.
Va da se che per essere sicuri di non usare sale iodato bisogna evitare ristoranti, pizzerie, inviti da amici poco fidati e viaggi romantici a Parigi. Vietata la soia e derivati quindi doppio divieto per i ristoranti Orientali.
Vietati anche tutti i latticini (consentiti 150 cc di latte al giorno, ma io ci ho rinunciato) e tutto ciò che può contenerli come cioccolata al latte, gelati e dolci/biscotti. Doppio, triplo divieto per questi ultimi perchè oltre al latte possono contenere sali iodati e uova: altro alimento vietato (vietato solo il tuorlo)...se poi i dolci ve le fate voi con olio e farina allora è diverso.
Anche il pane è preferibile mangiare quello senza sale tipo il buonissimo pane di Terni oppure ve lo fate in casa.
Importante fonte di iodio da evitare sono anche i cibi o bevande colorate di rosso, per la precisione l'eritrosina (E127) e alcuni additivi come carragen, agar-agar, algin, ecc.
Ma la fonte più abbondante di iodio è il mare a causa della sua catena alimentare che comprende alla base le alghe che contengono migliaia di volte di più l'elemento a noi vietato di qualsiasi cibo terrestre: quindi niente pesci marini, crostacei, molluschi e naturalmente alghe. Io ho aggiunto alla mia lista anche i pesci di acqua dolce perchè, se di allevamento, vengono cibati con farine di pesci marini.
Vietati insaccati e prosciutti sempre per la faccenda del sale e conservanti.
In generale poi vanno evitati i cibi in scatola (compreso legumi) e surgelati, snack, noccioline, salatini, crackers perchè gli ingredienti di conservazione/salatura non sono mai certi.
In alcuni terreni coltivati ci possono essere occasionalmente alte concentrazioni di iodio, ma questo non è un problema perchè a differenza dei pesci, le piante lo assorbono ma lo disperdono per via gassosa dalle foglie ad eccezione di quelle specie che lo accumulano nelle radici, nei tuberi o in particolari strutture quindi: si a tutte le verdure e frutta ad eccezione di patate (attenzione massima anche alle patatine fritte; negli ingredienti di una nota marca si legge: "sale iodato"), carote, broccoli, e fragole con divieto assoluto dei prodotti della gamma Iodì che comprendono patate, carote e pomodorini siciliani irrorati sul fogliame con iodio che viene accumulato sui tuberi e sui frutti.
Ma allora che si mangia ? Pasta e riso, io mi facevo ad esempio delle belle pastasciutte zucchine e pepe oppure al pomodoro fresco e basilico (no a conserve o sughi pronti) senza formaggio ovviamente, pasta in crema di peperone, aglio e olio e peperoncino, ecc. La carne non insaccata e non affumicata è consentita tutta e poi tutte le verdure (tranne broccoli e cavolfiori), pane sciapo o sicuramente salato senza iodio, ottimo a colazione con miele o marmellata (non rossa con E127) abbinato ad un té. Riguardo al bere, togliendo le bevande colorate di rosso con E127, si possono bere tutte dal caffè al té, dalla coca cola alle altre gassate, dal vino alla birra.
Sulle istruzioni leggo anche che sono consentite tutte le spezie ma eviterei il curry perchè contiene sale, mentre leggo vietata tutta la frutta secca ma invece io escluderei dalle proibizioni le noci (a richiesta la dottoressa del nucleare mi ha detto: consentite) perchè, oltre ad essere una buona fonte alternativa al pesce del salutare omega3 e di calcio in alternativa ai latticini, fanno parte insieme ai cavoli, alla rapa, alla manioca e alla cipolla dei cibi detti "gozzigeni", cioè quei cibi che limitano l'assunzione di iodio nell'organismo tanto da essere sconsigliati a chi invece ne deve assumere per prevenire la formazione del gozzo (patologia frequente in alcuni paesi dove l'elemento iodio è quasi assente).
Altri alimenti che inibiscono l'assunzione di iodio sono i cavoli, i cavoletti di Bruxelles, le patate dolci, le rape, il rafano, gli spinaci, le cipolle, il crescione, il ravanello, la rucola e la senape. 
Ho evitato di mangiare noci solo gli ultimi due giorni della dieta per essere sicuro di non limitare anche assorbimento dello Iodio131.

Oltre all'alimentazione bisogna tenersi lontani da alcune sostanze che occasionalmente potremmo usare come antisettici e detergenti della linea Betadine, colluttori, spray e dentifrici (preferire quelli non colorati di rosso) a base di iodio (mi sono fatto una cultura di formule chimiche leggendo le etichette e confrontando i singoli e numerosi ingredienti con le molecole descritte su wikipedia inglese) quindi no alla gamma Iodosan, attenzione ad alcuni espettoranti, lavande vaginali, tinture per capelli, creme anticellulite a base di alghe marine tipo Fanghi Guam o ormoni tiroidei tipo Somatoline, dimagranti come Antiadiposo, Isn, Cinetic, Tiracrin, ecc., no ai mezzi di contrasto diagnostici, multivitaminici ed integratori come Diagram minerale e Multicentrum, soluzioni nasali contenenti acque bromo-iodiche come l'Acqua di Sirmione o di Salsomaggiore ed alcuni farmaci.

Farmaci da evitare:
Analgesici e Antiperetici: Fluvaleas.
Anestetici per uso topico: Foille e Foille Plus.
Antiaritmici contenenti Amiodarone: Amiodar, Cordarone. 
Antibiotici: Josaxin.
Antigottosi: Uricodue.
Antierpetici: Iducol, Iducher, Iduridin, Idustatin, Viralin.
Antispastici: Valtrax.
Antivirali: Virac, Virustop, Viruxan.
Creme dermatologiche: Diproform, Locorten vioformio, Viobeta, Viocidina, Iodosorb, Reticus Antim.
Colliri per cataratta: Facovit, Calcio Iodico, Jodocalcico vitaminico, Polijudurato, Rubidiosin composto, Rubistenol Rubjovit.
Decongestionanti nasali: Denoral, Iodosan nasale, Temporinolo.
Disinfettanti del cavo orale: Antoral, Antoral gola, Golasan.
Disinfettanti cutanei: Betadine, Iodoformio, Tintura di Iodio, Iodosorb, Iodocur.
Espettoranti: Mucantil.
Farmaci per le otiti: Locorten otologico in gocce.
Farmaci per la tiroide (ovviamente): Tapazole, Propycil, Tiroide Amsa, Pertiroid, Bromazolo.

Nessun divieto invece di andare al mare (se la stagione lo consente) perchè lo iodio si assume solo tramite il cibo e non con la respirazione tant'è che va sfatata la leggenda che ai bimbi fa bene il mare per lo iodio che respirano ma semmai per il sole che prendono utile per la formazione della vitamina D e la conseguente fissazione del calcio nelle ossa.
Infine per poter iniziare la iodioterapia bisogna sospendere per 2-3 settimane gli ormoni sostitutivi della tiroide T3 (triiodotironina) o T4 (tiroxina tipo l'Eutirox) e.... non essere incinta (lo si può essere anche inconsapevolmente) tant'è che alle donne viene fatto il giorno del ricovero il test della gravidanza (beta-HCG urinaria). 


In alcuni ospedali per prassi o in alcuni casi, come nei soggetti debilitati da altre patologie, la radiometabolica può essere effettuata senza la dieta ipoiodica e senza l'interruzione della pillola ormonale ma con due somministrazioni di Thyrogen (similmente a come si fa nel follow up).
La degenza (con particolare riferimento alla personale esperienza presso l'Az. Ospedaliera Sant'Andrea di Roma nell'Aprile 2012).
Un lunedì mattina mi sono recato a digiuno da almeno 6 ore al Sant'Andrea alle 8.30.

Parcheggi liberi: generalmente quelli laterali, venendo da Via Flaminia per Via di Grottarossa, appena passato l'edificio ospedaliero a destra sia liberi in un piazzale asfaltato che in uno sterrato con buche, sia in caso estremo a pagamento a tariffe orarie ragionevoli per chi vi accompagna.
Mi sono presentato presso l'ufficio accettazione ricoveri al piano 0 (terra), un box prefabbricato dove mi hanno fatto sedere per preparare la cartella clinica che mi hanno consegnato.
Documenti che mi hanno richiesto: tessera sanitaria e carta d'identità o equipollente.
Con quella sono sceso al piano seminterrato (-1) presso il reparto di Medicina Nucleare (vicino la Risonanza Magnetica) con un campione di urine, la documentazione sanitaria (referto istologico ed esami del sangue richiesti al momento della visita nucleare che io avevo però già spedito via email) ed eventuali farmaci per altre patologie per cui si soffre se compatibili con il trattamento.
Bisogna anche portare caramelle al limone (e/o limoni ben lavati) e/o gomme da masticare per spurgare la ghiandole salivari che potrebbero gonfiarsi anche se il cortisone che danno previene bene questo fenomeno, ad ogni modo una buona salivazione disperde un po’ di radioattività accumulata e questo è bene; io ho ottenuto i massimi effetti succhiando qualche fetta di limone i primi due giorni, poi ho smesso perchè, non essendo abituato, mi creava dei bruciori di stomaco.
Le visite "fisiche" non sono ammesse, per parlarsi e vedersi c'è un sistema di videoconferenza in un locale apposito in orari prestabiliti (al momento che scrivo 15.00-18.00); molto più comodo portarsi, se si è un po' tecnologici, un pc portatile con una chiavetta internet ed usare skype come ho fatto io oppure utilizzare i telefoni.
Preparatevi anche degli indumenti intimi vecchi da usare durante la permanenza da buttare in un apposito bidone prima di essere dimessi o, come ho fatto io, giorno per giorno perchè contaminati. I capi che si vogliono mantenere a tutti i costi vanno lasciati in balcone/cantina per un paio di settimane, non è necessario fare lo stesso con gli oggetti a meno di non soffrire di eccesso di sudorazione nella mani (per altro difficile con l'aria condizionata della stanza).
Bere molto per fare plin, plin e smaltire le radiazioni (infatti, tiroide a parte, uno degli organi che subisce più radiazioni è proprio la vescica), almeno 3 litri d'acqua al giorno; l'ospedale passa solo 3-4 bottigliette da mezzo litro, il restante o si porta da casa oppure, come consiglio, si riempie dal rubinetto del bagno: l'acqua di Roma è buona e volendo la si può rendere ancor più gradevole con qualche goccia di limone.
Importante è anche evacuare una volta al giorno, ma con l'ipotiroidismo indotto dalla sospensione ormonale e l'inattività fisica è difficile (io non ci sono riuscito mai); in caso di stipsi il reparto ha varie soluzioni: supposta, clistere e sciroppo, soluzioni che però non sono il massimo in quanto non agiscono sulla motilità intestinale; al mio ritorno a casa sono andato in famacia e mi hanno dato come ultima ratio i "sali inglesi"  (solfato di magnesio): 15 grammi sciolti in 3/4 di bicchere di acqua calda hanno risolto ma per 24h sono stati "devastanti" !.
Quindi informatevi se siano previste purghe (come in qualche ospedale danno), in caso contrario potreste organizzarvi da soli.
Tra gli oggetti facoltativi o non menzionati nella lista delle cose richieste che ho portato, oltre al fido netbook con chiavetta umts, una torcetta per vedere di notte l'orologio, salviettine, deodorante, un coltello (fondamentale ! quelli di plastica forniti nei pasti non riescono a sbucciare la frutta), delle letture, un block notes con penna, cellulare con caricabatteria, un paio di ciabatte, asciugamani, spazzolino, dentifricio, soluzione fisiologica nasale, sapone per le mani (nel bagno c'era il dispenser vuoto) e per la doccia finale (che si attiva con gettone distribuito solo al momento delle dimissioni) uno shampoo con asciugacapelli. Non bisogna usare carta igienica propria in quanto il rotolone presente nel bagno è di tipo biodegradabile adatto allo smaltimento speciale delle acque provenienti dal reparto nucleare, acque che per questo motivo sono contingentate (vedi unica doccia a fine degenza e rubinetto del lavandino con pulsante a tempo).
Verso le nove sono entrato in stanza; dopo una mezz'oretta mi hanno innestato nel braccio l'agocanula (da mantenere durante l'intero periodo per eventuali emergenze) e prelevate parecchie provette di sangue; poi si può andare al bar interno a fare una colazione leggera a base di té (mi hanno vietato il caffè) e fette biscottate o confezione piccola di biscotti.
Dopo si torna in stanza dove viene fatto un colloquio di routine su eventuali allergie, malattie pregresse, ecc. con visita medica "light" cuore, polmoni e pressione sanguigna e firmate le solite scartoffie come il consenso informato, segue una breve flebo di gastroprotettore.
Nel frattempo stop col bere sino all'ora di cena, quindi niente pranzo e liquidi per prevenire problemi di stomaco nel momento dell'assunzione della fatidica pillola di iodio131. Verso le 15.00 ecco arrivare il carrello con 5 pesanti contenitori di piombo della grandezza di un grosso bicchiere cilindrico per i cinque pazienti delle sette stanze protette a disposizione con ciascuno la propria dose: 100 mCi, 120 mCi, 120 mCi (la mia), 150 mCi e 200 mCi. Tutti i pazienti sono allineati agli usci della stanza guardando i contenitori come fossero il sacro Graal aspettando di diventare come Hulk.
Anche la procedura sembra magica: vengono preparati su un vassoio con carrello altezza uomo due bicchieri di plastica, uno viene riempito a metà d'acqua, l'altro rimane vuoto. L'addetta prende con pesantezza uno dei contenitori bianchi, lo apre ruotando lentamente il tappo blu e all'interno del piombo "pieno" c'è un buchino contenente una pillola rivestita di cellulosa simile alle capsule antibiotiche, un po' più piccola, che viene lentamente fatta scivolare nel bicchiere vuoto. Poi velocemente va fatta ingoiare ingurgitando l'acqua dell'altro bicchiere e da quel momento tramite l'azionamento di un commutatore la spessa porta elettricamente si chiude con movimento scorrevole tipo Star Trek e si inizia finalmente la terapia. Le ultime istruzioni sono quelle di camminare un po' e stare in piedi per una mezz'oretta e naturalmente non bere sino all'ora di cena (18,00-19.00) per scongiurare remotissimi ma pericolosi rigurgiti.
Gli effetti collaterali della pillola limitati alle prime 24-48h segnalati sono molti ma ho scoperto tutti molto rari o dettati più dall'ansia che dalla radioattività. Talvolta dicono gli infermieri che si potrebbero avvertire dei fastidi intorno alla gola per le cellule tiroidee residue rimaste che vengono bruciate, ho letto su internet di qualcuno che ha avuto leggeri mal di testa, nausea, modifica o assenza di sapori/olfatto, bocca dal sapore metallico, secchezza delle fauci, gonfiori e una mia conoscente addirittura allucinazioni (che la letteratura medica non menziona neppure tra le conseguenze più remote: è quindi solo suggestione). Normalmente non si ha NULLA e nel mio caso, con dose da 120 quindi non leggera (c'è anche chi fa semplicemente 50 o meno) io non ho avvertito assolutamente NIENTE, tant'è che ho dubitato quasi di averla assunta fino a che, il giorno seguente, sono stato misurato con il contatore Geiger, misurazione della radioattività che avviene ogni mattina e che serve per valutare in base a delle norme Europee il livello minimo di radiazioni emanate sotto il quale si viene dimessi con alcune precauzioni di isolamento casalingo (inteso come isolamento ad un paio metri di distanza, mura comprese, per un tempo continuo non breve) di alcuni giorni variabili a seconda delle categoria con cui si potrebbe venire a contatto: neonati, bambini, ragazzi, donne incinte, anziani, colleghi di lavoro (viene dato un foglio con le istruzioni); io aggiungerei nel computo anche gli animali domestici come cani e gatti.
Le donne che allattavano prima della radioiodio dovranno smettere di farlo anche dopo l'isolamento casalingo.
Oltre alle misurazioni quotidiane dei raggi emanati, gli unici essere viventi che si affacceranno alla stanza saranno (e bisognerà stare distanti da loro per preservarli perchè altrimenti verrebbero a contatto con noi radio-pazienti e in quanto sani non avrebbero alcun vantaggio a ricevere radiazioni) sono gli infermieri (tutti gentilissimi, disponibilissimi e professionali) che portano le quotidiane dosi di Eutirox (si assumono gli ormoni già dal secondo giorno) da prendere mezz'ora prima della colazione, di cortisone (per sfiammare le ghiandoli salivari) e di gastroprotettore da prendere dopo colazione, poi ci sono gli ausiliari (anche loro molto cordiali) che portano i pasti e gli addetti che la mattina ci chiedono lo stato di salute e si appuntano se siamo andati di corpo.
Descrizione della stanza: singola a prova di claustrofobico (come un po' sono io), quindi nessun problema da questo punto di vista. La stanza è spaziosa circa 6 x 3 metri, luminosissima grazie al fatto che pur essendo nel piano -1, in realtà corrisponde al piano stradale tant'è che le due grandi finestre (non apribili), che prendono l'intera parete da 3 metri, si affacciano su una stradina dei parcheggi laterali (volendo i famigliari potrebbero vedere benissimo i pazienti attraverso le finestre, distanti solo tre metri dalla strada) e qualche collinetta verde alberata; le finestre hanno anche un ampio davanzale interno su cui si possono appoggiare oggetti e sono fornite di tapparelle abbassabili tramite un'asta a manovella.
La luminosità della stanza è amplificata dal colore chiaro picchiettato di blu delle pareti che nascondo sotto una blindatura di piombo di 15mm, dal pavimento celeste e dal soffitto bianco pannellato che contiene due luci doppie al neon, il sistema antincendio e la grata per l'aria climatizzata posizionata più o meno all'altezza dei piedi del letto, ben umidificata (non secca l'aria altrimenti i miei occhi delicati ne avrebbero risentito subito), un po’ troppo fresca forse e purtroppo rumorosetta di notte; nonostante su una parete ci sia un termostato non è possibile regolarla. Ovunque prese di corrente di vario tipo e forma quindi è inutile portarsi, come ho fatto io, doppie prese ed adattatori per i vari caricabatterie (pc, rasoio, cellulare...). Sulla parete di fronte al letto c'è un tv lcd con il digitale terrestre e Sky (niente attacco per le cuffie si sente a viva voce) che diversamente dagli altri reparti è gratuito, quindi non bisogna andare ad affittare il telecomando come successo quando mi sono operato nella stessa struttura, la lampada d'emergenza e una telecamera puntata h24 sul letto (da qui l'appellativo il "bunker del Grande Fratello") con cui si viene controllati; poiché la telecamera è priva di infrarossi viene richiesto di lasciare socchiusa (e non chiusa) la porta del bagno con la luce accesa per creare un minimo di bagliore utile alla sensibilità della visione notturna. La combinazione Tv e telecamera serve anche al sistema di videoconferenza per i parenti/amici in visita.
Il letto è il classico letto moderno da ospedale con regolazione elettrica delle posizioni, comadi luce/chiamata d'emergenza e testata multiuso luminosa con prese elettriche e attacchi ossigeno-aria-vuoto. Poi c'è un banchetto, una sedia, un trespolo porta flebo, un armadietto doppio con chiavi ed un comodino con un telefono/interfono per comunicare con qualsiasi stanza dell'ospedale (o chiamare gli infermieri con il n.10-11) ed un telefono con un proprio numero diretto con cui vi possono chiamare dall'esterno (si possono ricevere telefonate ma non effettuarle). Vicino alla porta c'è il segno rosso per il posizionamento del paziente nelle misurazioni delle radiazioni, il vassoio dove vengono appoggiati pasti e pillole a distanza di sicurezza, i comandi di chiusura e di apertura d'emergenza della porta ed un bidone metallico per rifiuti radioattivi (UN2910) dove verranno buttati gli indumenti ed il sacchetto fornito giornalmente dove chiudere i residui dei pasti evitando sgradevoli odori dal momento che il tutto verrà sigillato e portato via solo dopo le dimissioni (durante la degenza non si effettuano pulizie o svuotamento cestini, tutto resta in camera !). Il bagno è moderno, pulito, con aspiratore-turbo sempre in funzione perchè connesso al sistema climatizzato, spazioso e soprattutto "personale"; ha un lavandino con il rubinetto (con comando a tempo, ogni pigiata durata qualche secondo) abbastanza distante dal fondo da poter mettere bene la testa per sciacquare la bocca quando ci si lava i denti (mentre al reparto chirurgico dovevo usare un bicchiere) ed un bordo ampio dove ho posizionato il mio sapone liquido, crema dopobarba, soluzione fisiologica per sciacquarmi il naso (una mia abitudine), colluttorio (non iodico) ed un bicchiere di plastica rigida che ho portato per metterci spazzolino e dentifricio. C'è un dispenser di sapone ma era vuoto come anche il distributore di fazzoletti di carta. Poi c'è un comodo water, un bidet, la cabina doccia a gettone utilizzabile solo l'ultimo giorno, un bidoncino per gli assorbenti, il mega-portarotoli di carta igienica ma nessun armadietto o porta-asciugamani (io li ho appesi sulle strutture della doccia). A proposito di doccia, quando sarà il momento di farla, consiglio, anche se è a tempo, di far scorrere un po' l'acqua perchè nelle tubature rimane quella di minimo una settimana prima (stagnante quindi) che è sicuramente carica di batteri potenzialmente patogeni. Anche nel riempire le bottigliette d'acqua bisogna pigiare ripetutamente il pulsante del rubinetto perchè a volte, pur posizionando una leva a freddo, la prima porzione esce misteriosamente calda, talvolta quasi bollente anche quando, come nel mio caso, non si è mai usata calda.
I pasti: beh, siamo in un ospedale, in questo reparto il cibo è catering, anche se rispetto dove sono stato operato, l'ho trovato di migliore qualità. I primi due giorni mi hanno distribuito un pasto iposodico (non so se per prassi o personalizzato, anche se la mia pressione in quei giorni era bassa: 110/70) a base di minestrine scotte e fredde, fettina ed insalata triste tutto senza sale con pane sciapo (per fortuna anche a casa uso il sale solo per la pasta, per il resto spezie, quindi sono allenato) e frutta; poi all'improvviso pasti ipercalorici ed iperproteici saporiti da 3163 Kcal (riporto fedelmente la dicitura del foglietto) a base di abbondanti e devo ammettere quasi gustose porzioni di pasta al sugo/pesto, parmigiano, hamburger, patate, spinaci, pane salato, ecc. troppo anche per me che incomincio a prendere il peso perso dopo il colpo in testa della diagnosi e faticosamente mantenuto, nonostante la fame dell'ipotiroidismo indotto, durante la dieta ipoiodica.
La colazione invece è da subito a base di latticini, i famosi tabù della dieta pre-bunker; ogni giorno: caffèlatte (in realtà orzo-latte) o té, yogurt, due pacchi di fette biscottate, uno o due mini-panetti di burro, marmellatina e confezione da tre biscotti.
L'avventura termina quando, dopo la misurazione mattutina con il Geiger all'altezza del collo, comunicano che possono levarti l'agocanula (comunque non oltre il quinto giorno); in tarda mattinata ti forniscono un ampio telo e tre gettoni per la doccia a tempo: ogni gettone dura un minuto a getto continuo, quindi tenuto conto che il primo gettone si spreca per far scorrere l'acqua, quando si usano gli altri due meglio chiudere il rubinetto mentre ci si insapona.
Infine ti danno l'appuntamento per il lunedì successivo per la scintigrafia (in questa sede assegneranno anche analisi ed ecografie, l'appuntamento per la visita a quattro/sei mesi di distanza circa, le istruzioni di isolamento, il foglio di dimissioni e.... si esceeeee (per me dopo 5 giorni, Venerdì, il massimo del periodo)!
In stanza non va lasciato nulla, quindi non si possono lasciare ai posteri le caramelle avanzate, i pacchetti di fette biscottate, shampoo, sapone e tutto quello che in buona fede, verrebbe da lasciare al prossimo inquilino.
Non sarebbe male (come qualche ospedale fa) portarsi dietro un pezzo di carta che informi che siete debolmente radioattivi (con i numeri di telefono del vostro reparto nucleare) alle volte vi dovesse succedere qualcosa quando uscite e abbiate bisogno di un'emergenza medica, in questo malcapitato caso è bene informare gli operatori sanitari che siete appena stati dimessi dalla radiometabolica.
La Scintigrafia Total-Body qualche giorno dopo la iodioterapia.

scintigrafiaCome ho scritto sopra, a distanza di qualche giorno dalla dimissione dal "bunker", viene effettuata la prima scintigrafia (total body, cioè di "tutto il corpo"). In genere è la prima in quanto raramente si effettuano scintigrafie tra l'operazione chirurgica e la iodioterapia; nel caso però vengano eseguite, per verificare strumentalmente (anzichè solo induttivamente tramite analisi del sangue della Tireoglobulina) la quantità del residuo tiroideo o per altre ragioni, bisogna ritardare la radiometabolica in quanto lo Iodio131 utilizzato come mezzo tracciante della scintigrafia induce un'attenuazione successiva dell'assorbimento dello stesso (si chiama effetto "stunning").
La scintigrafia immediatamente successiva alla terapia non necessita di un composto tracciante in quanto viene sfruttata direttamente la radiazione sprigionata dal nostro corpo e serve principalmente per sapere se ci sono cellule tiroidee al di fuori delle sedi dove normalmente ci si aspetterebbe di trovarle cioè nella zona del giugulo dove un tempo c'era la nostra tiroide. Ad ogni modo, in caso di rare migrazioni "altrove" (cioè metastasi ai polmoni, ossa, fegato, ecc...), sicuramente di carattere maligno, non bisogna disperarsi perchè anche queste cellule "fuggite" hanno assorbito lo Iodio131 e sono quindi candidate all'autodistruzione.
Qualche volta può essere normale che la scintigrafia evidenzi una seconda area di tessuto tiroideo, un po' più in alto rispetto il giugulo; si tratta del Dotto Tireoglosso.
Il Dotto Tireoglosso, detto anche "cisti mediana del collo", è un residuo embrionale della tiroide. In pratica intorno alla terza settimana di gravidanza il feto possiede già una sua piccola tiroide che dalla base della lingua scende gradatamente sino a posizionarsi all'altezza del giugulo. In una minoranza di individui questa discesa non si completa regolarmente, lasciando una piccola cisti generalmente asintomatica (io l'ho scoperta con la scintigrafia post-radiometabolica) che solo in casi rari può andare incontro ad infiammazioni ed ingrossamenti che necessitano di un'operazione chirurgica. Essendo formata da tessuto tiroideo anche questa piccola struttura "andrebbe" incontro a "bruciatura" tramite Iodio131 anche se, essendo meno "captante", non è sempre vero, soprattutto al primo ciclo.
In questo caso ci sono due scuole di pensiero: c'è chi ripete la radiometabolica e chi invece preferisce un approccio "più leggero" con la semplice sorveglianza periodica della Tireoglobulina del sanguie unita ad un ecocolordoppler.
Scintigrafia tiroidea total body.

La scintigrafia tiroidea total body si effettua in un macchinario aperto lateralmente che non da nessun senso di claustrofobia (e ve lo dice uno che ne soffre), senza l'uso di costrizioni (al massimo un elastico sulle scarpe per non far divaricare i piedi) e senza "caschetti" in testa (come invece si usa nelle risonanze magnetiche alla testa anche "aperte"); nella foto si vede bene il lettino ed i due moduli di captazione laterali in fondo che durante la scansione con movimento rotatorio si posizionano uno in alto sopra di noi ed uno in basso sotto il lettino. La captazione per la scintigrafia tiroidea avviene senza liquidi di contrasto (quelli che talvolta danno fenomeni allergici): è sufficiente lo iodio radioattivo preso durante la radiometabolica se si tratta della scintigrafia fatta immediatamente dopo oppure se è una scintigrafia successiva (per il follow up) si assume una pillola (o bevanda) sempre di iodio radioattivo a basso dosaggio (5 mCi=185 MBq) 48 ore prima. La durata della scansione è di circa 30-40 minuti; per la maggior parte del tempo il modulo di captazione superiore si posiziona a pochi centimetri sopra la testa, poi passa più velocemente sul resto del corpo. Vengono fatte due ulteriori misurazioni, una all'altezza del giugulo piegando all'indietro la testa con l'ausilio di un cuscino posto sotto il collo ed una seconda molto breve tramite un sensore (poco più grande del disco metallico di uno stetoscopio) che viene tenuto in mano dall'operatore sul nostro collo.
La stanza è ventilata con l'aria condizionata quindi fa fresco, ad ogni modo la scansione viene effettuata vestiti (ma senza cinte, orologi, catenine e nemmeno pezzi di carta in tasca); talvolta viene fatto bere un sorso d'acqua per sciacquare le ghiandole salivari.  Nulla di fastidioso tranne per il fatto di dover stare completamente immobili soprattutto con la testa che non deve spostarsi nemmeno di un centimetro se si vuole che la scintigrafia sia validata.
La scintigrafia comporta il rispetto di norme di comportamento nei confronti degli altri riguardo la radioattività residua, norme che vengono date dal reparto nucleare a seconda del caso.

Il Follow up post radiometabolica.
Dopo la radiometabolica vengono eseguiti varie analisi come i prelievi del sangue e le ecografie (più precisamente gli ecocolordoppler) con quantità e cadenze che variano moltissimo a seconda del caso clinico e soprattutto del medico ;-) e che, pur diradandosi anche di molto nel tempo, verranno effettuate per tutta la vita.
Una però è la più attendibile per testare la riuscita della terapia e viene eseguita dopo alcuni mesi, massimo un anno dalla iodioterapia ed eventualmente o per maggior zelo o per casi sospetti ripetuta ogni volta che necessita: mi riferisco alla misurazione della tireoglobulina sotto stimolazione del TSH con scintigrafia total-body.
La "stimolazione" serve ad evidenziare le eventuali cellule tiroidee residue (maligne e non) che durante la fase di "soppressione" con la pillola di Eutirox potrebbero non essere evidenti; le cellule "addormentate" dall'Eutirox producono pochissima tireoglobulina, mentre stimolate ne producono abbastanza da essere rilevate.
La stimolazione del TSH può essere effettuata o con la sospensione delle pillole ormonali (Eutirox) per una mesata associando di nuovo la dieta ipoiodica oppure come è sempre più usuale utilizzando il Thyrogen.
Il Thyrogen (tireotropina alfa) è il TSH umano prodotto mediante tecniche di ingegneria genetica su cellule bovine. E' abbastanza costoso e alcuni anni fa si sono verificati dei cali di produzione per cui veniva usato solo in casi particolari. Oggi è largamente usato, ben testato e ben tollerato.
Gli unici effetti collaterali che ho avuto sono stati dei capogiri serali che sono passati con una buona dormita (sintomi piuttosto lievi se si pensa che nel mio caso sono passato nel giro di meno di un giorno da un TSH soppresso di 0,03 ad un TSH stimolato di 141 !).
Descriverò schematicamente il protocollo al quale sono stato sottoposto al Sant'Andrea di Roma ma confrontandomi con altri "compagni di sventura" di altre città ho potuto vedere che è praticamente identico o quasi dappertutto.
Protocollo Scintigrafia Total-Body con Iodio131 previa stimolazione con Thyrogen.

Per prima cosa bisogna procurarsi l'impegnativa per fissare una visita presso la medicina nucleare. Durante la visita verrà dato l'appuntamento per i 5 giorni in cui si svolgerà il protocollo, le informazioni dettagliate ed un bel mazzetto di impegnative:
4 impegnative per le analisi del sangue FT3, FT4, TSH, Tg, AbAntiTg di cui una con l'aggiunta della calcelmia e per le donne test di gravidanza che nel caso del Sant'Andrea vanno regolarizzate subito allo sportello prelievi e 3 impegnative "visita nucleare" + 1 "somministrazione farmaci" + 1 "Scintigrafia Total Body Iodio131" da regolarizzare allo sportello del CUP l'ultimo giorno.
Tutte le impegnative al Sant'Andrea devono essere siglate prima dal reparto nucleare e dopo regolarizzate allo sportello del CUP.
 
1A  Mattina: prelievo di sangue (al Sant'Andrea solo il primo giorno alla Reparto prelievi, successivamente sempre al Reparto nucleare) e prima iniezione di Thyrogen (una normale intramuscolare sulla natica non dolorosa). No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo e NON la mattina.
2A  Mattina: seconda iniezione di Thyrogen:
se si ha a disposizione qualcuno che sa fare le iniezioni la si può fare a casa senza andare in ospedale facendosi consegnare la seconda dose (tenerla in frigo) la prima mattina.
No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo e NON la mattina.
3A Mattina: prelievo di sangue e somministrazione della pillola di Iodio131 (dose 5 mCi)
Da questo momento si è debolmente radioattivi e quindi bisogna rispettare un minimo di isolamento nei confronti dei bambini (a me hanno detto: non per gli adulti, ma chiedete).
questa volta a digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo e NON la mattina.
4A Mattina: prelievo di sangue. No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo e NON la mattina.
5A Mattina: prelievo di sangue e Scintigrafia Total Body No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo e NON la mattina.

poi dopo circa un paio di settimane con bel faldone di ricevute si ritirano i referti (prelievi e scintigrafia) e, incrociando le dita, si va a colloquio con il medico nucleare; nel mio caso in un anno sono stato ricevuto da due diverse dottoresse, una più speciale e cordiale dell'altra.
Per questa visita medico nucleare (prenotata preventivamente durante il follow up) bisogna avere un'impegnativa redatta dal medico di base.

Note: Non c'è bisogno di andare accompagnati durante i 5 giorni di protocollo: io sono andato in auto da solo senza problemi come la stessa dottoressa del nucleare mi aveva detto.

Nel caso del Sant'Andrea di Roma e di altri ospedali italiani il giorno (e l'orario) per la fila alla cassa Cup o per i prelievi è prenotabile anche via Internet utilizzando i propri dati insieme a quelli presenti nel bigliettino NEC (l'"elimina code" che la prima volta deve essere comunque prelevato manualmente dagli appositi totem automatici dell'ospedale) registrandosi al sito www.qpass.it (www.recupitalia.it ).


La Protezione della cicatrice dai raggi solari.
Ultimi consigli sulla gestione della cicatrice. Non tutti hanno avuto la fortuna di essere stati operati in laparoscopia, cioè tramite un intervento esteticamente poco invasivo facilitato da una minitelecamera che permette agli strumenti di incisione di agire tramite delle piccole aperture sulla pelle. 
La maggior parte dei "tiroidectomizzati" si ritroveranno il classico taglio "lungo" a mezza-luna da bisturi (nel mio caso con ben 14 punti di sutura!) se non maggiore sino quasi all'orecchio nei casi di completo svuotamento del comparto linfonodale.
Questo taglio, soprattutto per le donne, risulterà un problema estetico da attenuare il più possibile. A questo proposito esistono varie creme che promettono di migliorare l'aspetto della cicatrice come Rilastil, Kaleidon, ecc. che consiglio anche se non fanno miracoli, soprattutto per chi come me ha la predisposizione a creare facilmente i cheloidi (spesse e dure cicatrici cutanee fibrose); sono creme ed unguenti che vanno applicati con costanza per mesi e purtroppo non sono economici !
In ogni caso la cicatrice va protetta dal sole per almeno un anno, sia per evitare che peggiori l'estetica del taglio, sia perchè si potrebbe infiammare e sia perchè, esperienza personale, basta una camminata di qualche minuto al sole, per incominciare ad irritarsi e pizzicare. Ne consegue che andare al mare e magari fare un bagno d'estate è sicuramente un aspetto che non si risolve solo con creme solari e stick a protezione alta ma anche con una valida "copertura fisica" intorno alla zona giugulare. Io provato varie strade: il foulard, ottimo per passeggiare, da mettere sotto una camicia ma assolutamente inadatto alla spiaggia o alla piscina. Poi ho provato dei cerotti dalla forma compatibile con la ferita, ma sono troppo costosi, rari da trovare e scomodi in quanto vanno cambiati ogni volta che si bagnano; inoltre con il sudore o le creme solari tendono a scollarsi. Avevo quasi risolto mettendo intorno al collo le fasce che le donne usano per raccogliere i capelli ma purtroppo ad ogni movimento tendono a risalire o arricciarsi scoprendo la cicatrice che è posta troppo in basso; inoltre non c'è solo quella principale da proteggere ma anche, talvolta più sotto, la piccola cicatrice lasciata dal tubicino dello spurgo per il sangue che abbiamo tenuto qualche giorno dopo l'operazione.
Alla fine ho scovato la soluzione secondo me più adatta: esistono in commercio delle magliette a mezze maniche (sia per uomo che per donna e bambino) vendute appositamente per ripararsi dai raggi solari durante la permanenza in spiaggia, i bagni al mare e gli sport acquatici che hanno il collo "alto" adatto a proteggere le nostre cicatrici ed offrono un fattore di protezione UV maggiore di 40-50 anche da bagnate (magari una spalmatina di crema solare sulla cicatrice ci sta bene comunque); le ho trovate ottime in quanto sono molto leggere e traspiranti, hanno cuciture anti-irritazioni, sono belle e costano pochissimo (quelle che ho acquistato io le ho pagate 10 euro della linea Lycra della Quechua venduta in Italia via web o in negozi come Decatlhon). Brutta faccia del modello a parte, potete giudicare voi dalle foto quanto possano esser pratiche per poter affrontare l'estate senza pregiudicare il futuro estetico della nostra cicatrice.

Note sull'assunzione degli ormoni: nella maggior parte dei casi la pillolina da assumere a vita sarà l'Eutirox (Levotiroxina). 
E' IMPORTANTE assumerla almeno mezz'ora prima dei pasti (meglio la mattina mezz'ora prima di colazione) perchè il cibo limita l'assorbimento dell'ormone; per lo stesso motivo bisogna fare attenzione anche ad assumerla il più lontano possibile dagli antiacidi/inibitori della pompa protonica. Esistono anche formulazioni in gocce (come il Tirosint) che hanno meno limitazioni e sono più adatte a chi soffre di malaassorbimenti come i celiaci o chi soffre di gastriti croniche, problema che comunque si può compensare anche semplicemente aumentando la dose sotto indicazione dell'endocrinologo .
Se volete scambiare opinioni, chiedere informazioni su qualsiasi centro in Italia o semplicemente trovare conforto, solidarietà ed amicizia riguardo la iodioterapia vi consiglio la sezione di un bellissimo forum: http://www.forumsalute.it/community/forum_55_malattie_della_tiroide/thrd_75199_radioiodio_post_intervento_info_ed_esperienze_1.html

oppure riguardo le malattie della tiroide (diviso per argomenti): http://www.forumsalute.it/community/forum_55_malattie_della_tiroide_1.html
Poi abbiamo anche un bel gruppo di Facebook molto attivo e frequentato da amici simpaticissimi: https://www.facebook.com/groups/senzatiroide/


Se dovesse servirvi la mia email è steverm@libero.it
Ultima revisione Nov 2014               HOME
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