La Radioiodio
post intervento di Tiroidectomia totale per carcinoma papillare / follicolare
spiegata e raccontata da un paziente.
Con
particolare riferimento al reparto di degenza protetta dell'Ospedale Sant'Andrea
di Roma effettuata da me nel Maggio 2012
...inoltre:
Dieta ipoiodica - Scintigrafia - Protezione della cicatrice dai raggi solari
- Follow Up. |
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La
Iodioterapia.
Premessa: sono
un paziente e non un medico ma ho purtroppo acquisito un po' di esperienza
e nozioni sull'argomento.
La
iodioterapia detta anche radiometabolica (o radioiodio o ablazione con
iodio raioattivo) è una terapia consolidata da circa mezzo secolo
che cura i più comuni tipi di tumore tiroideo: papillare (o papillifero)
e follicolare e i loro istotipi (varianti) più o meno aggressivi.
Si basa sul fatto che le cellule tiroidee sia benigne che maligne assorbono
lo iodio e quanto più queste sono ben differenziate (cioè
cellule tiroidee a tutti gli effetti avide di iodio) quanto più
la terapia avrà gli effetti desiderati; purtroppo esistono anche
rari casi di cancro tiroideo o in sede tiroidea che non sono adatti alla
iodioterapia e curabili con difficoltà.
Il principio della radiometabolica
è semplice quanto geniale: dopo aver asportato la maggior parte
della tiroide chirurgicamente (tutta non è possibile perchè
aderente ad altre strutture come vasi sanguigni, nervi, muscoli, paratiroidi,
ecc.), una volta finita bene la convalescenza (sperando di salvare almeno
una delle quattro paratiroidi per la gestione del calcio del nostro organismo),
si affamano queste di cellule con una dieta a basse dosi di iodio per un
paio, massimo tre settimane e priva di ormoni sostitutivi della tiroide
(T3 o T4). Poi si somministra una dose unica e massiccia di iodio radioattivo,
che viene assorbito dalle cellule come fosse iodio naturale causando la
loro morte. Nella maggior parte dei casi finisce tutto qui, si dovrà
assumere giornalmente e per sempre la pillola dell'ormone che sostituirà
la funzione della ex tiroide e si faranno dei controlli a vita, via via
diradati nel tempo e sempre più semplici; alla fine dell'avventura
basterà un'analisi del sangue della Tireoglobulina ed degli anticorpi
antiTg ogni anno come marcatore tumorale + gli altri valori tiroidei per
tenere sotto controllo la taratura della compressa di Eutirox (Ft3, Ft4
e soprattutto TSH) insieme ad un'ecografia del collo per valutare eventuali
linfonodi ingrossati; in alcuni (pochissimi) casi purtroppo la radiometabolica
non elimina i residui tiroidei al primo colpo e la si deve ripetere una
seconda volta o raramente anche di più.
Lo iodio radioattivo, prodotto irraggiando
con neutroni il tellurio naturale in un reattore nucleare, si chiama iodio131
ed è uguale (anche se originato da reazioni diverse) a quello che
ha causato in Europa tanti carcinomi alla tiroide indotti da Chernobyl.
Personalmente, per quanto riguarda
il territorio italiano, credo che l'incremento di questi carcinomi sia
dovuto soprattutto ai sempre maggiori controlli di prevenzione che si fanno
ma molti medici pensano che siano stati causati dai cibi che abbiamo ingerito
dopo il disastro del 26 aprile del 1986 contaminati dalla nube della centrale
Ucraina.
Altre cause di questo cancro sono
la predisposizione genetica, le procedure di irraggiamento del collo che
si utilizzavano negli anno '60 per bruciare le tonsille, la carenza di
iodio in età infantile (frequente in Italia a causa della scarsità
di questo elemento nei nostri suoli), le patologie benigne della tiroide
sia ereditarie che infettive o autoimmuni (e quindi ipertiroidismo, ipotiroidismo)
ed una incidenza appena maggiore nei territori dove sono presenti vulcani
attivi (in primis Hawaai ed Islanda...in Italia la Sicilia).
Qualche medico e qualche appello
sulla rete parla anche di un rischio di cancro tiroideo indotto dalle ortopanoramiche
fatte ai bambini senza le protezioni piombate al collo; io credo che sia
una esagerazione, per non dire una bufala in quanto la radiazione utilizzata
è veramente minima, appena superiore (e molto breve) a quella naturale
alla quale siamo quotidianamente sottoposti.
Perchè usare un elemento
cancerogeno come una radiazione ionizzante per curare un cancro ? Sembrerà
paradossale ma nel caso della tiroide è più dannosa una radiazione
da Iodio131 bassa che alta; mi spiego: nel caso di Chernobyl e dei paesi
limitrofi più colpiti dalla nube la quantità di iodio131
assorbita dalle cellule della tiroide è stata relativamente bassa
ma sufficiente ad indurre alcune mutazioni del dna tali da trasformarla
in cancerosa ma non così numerose da compromettere le funzioni vitali
e spingerle all'apoptosi, cioè al suicidio cellulare. Una dose molto
più forte come nella iodioterapia invece induce tante di quelle
mutazioni/danni da ucciderle.
Lo iodio131 decade in 8,02 giorni,
il che vuol dire che la metà dei suoi atomi si trasforma ogni 8,02
giorni in Xenon131 che viene eliminato rapidamente dal corpo, ma lo iodio
una volta entrato nelle cellule tiroidee anche quando è tutto decaduto
continua a far sentire i suoi effetti e quindi fare il suo "sporco" lavoro
per diversi mesi (grazie al fatto che ha danneggiato il dna delle cellule
tiroidee buone e cattive), sino a sei-otto anche se i più significativi
sono i primi tre. Poiché l'assorbimento nelle cellule tiroidee è
veloce, qualche ora, va da se che il giorno seguente alla somministrazione
va cercato di smaltire dal resto del corpo tramite i fluidi (soprattutto
urina e saliva) tramite piccoli stratagemmi: bere molto, sollecitare le
ghiandole salivari con limone, caramelle e/o gomme e con difficoltà,
visto la lenta ripresa dall'ipotiroidismo indotto dalla sospensione ormonale
orale, tramite l'evacuazione delle feci.
Per un po' si è radioattivi
anche a distanza (la radioattività è generata dal progressivo
decadimento); per questo motivo è richiesto, per evitare di esporre
inutilmente persone ed animali, un isolamento protetto obbligatorio in
ospedale in particolari camere chiuse e schermate al piombo (ma con tutti
i confort) scherzosamente chiamate "bunker" in genere di 3-5 giorni fino
a che la radiazione non scende a livelli stabiliti da leggi Europee, seguiti
da 6-15 gg di isolamento casalingo con tempi e distanze variabili a seconda
delle persone con cui si viene a contatto: un anziano è diverso
da una donna incinta!
La dose viene decisa dopo le ultime
analisi del sangue in quanto dipende da molti parametri (ma anche in parte
dal protocollo usato dall'ospedale che può avere delle variazioni
sul "tema"), tra cui i principali sono il referto istologico, il valore
del TSH (che deve essere almeno di 30 µIU/ml altrimenti si rimanda,
ma non succede mai), la Tireoglobulina ed il peso corporeo. Qualche ospedale
misura anche la ioduria delle urine che deve essere inferiore ai 50 µg/l
(tanto per rendere l'idea il valore medio di una persona sana con un giusto
apporto di iodio dovrebbe essere intorno a 100). Il range della dose di
Iodio131 varia tra 30 mCi e 300 mCi (1110-11100 MBq) ma in genere le dosi
più comuni vanno da 50 mCi a 150 mCi, cioè da dosi molto
basse che si fanno per precauzione, cioè per essere sicuri di aver
eradicato tutto il residuo tiroideo, fino a dosi più alte che sono
una vera e propria cura.
Tanto per darvi un'idea di scala
quando si effettua una scintigrafia tiroidea total-body la dose generalmente
usata è di 5 mCi (185 MBq).
Ne consegue che l'ideale sarebbe
arrivare alla radiometabolica con un TSH il più alto possibile,
quindi in condizioni di ipotiroidsmo (anche se con gli effetti collaterali
relativi: soprattutto una po' di stanchezza gli ultimi due giorni) e con
una Tireoglobulina bassa (minor residuo tiroideo) in modo da ricevere qualche
mCi di radiazioni in meno e far "attecchire" meglio lo Iodio131; nel mio
caso purtroppo è stato l'inverso.
La domanda sorge spontanea: ma se
siamo potenzialmente pericolosi per gli altri che succede a noi che portiamo
le radiazioni dentro il nostro corpo per mesi ? diciamo subito che dopo
qualche settimana la radiazione che emaniamo residua non supera il mezzo
millimetro dalle cellule tiroidee che l'hanno assorbita quindi il resto
del corpo tende a decontaminarsi abbastanza in fretta.
La possibilità di contrarre
un diverso cancro dopo molti anni causato dalle radiazioni della radiometabolica
non è pari a zero ma molto piccola (e su questo fattore conforta
il fatto che ci siano statistiche da almeno 50 anni) ma come tutte le medicine
o gli interventi chirurgici si deve sempre scegliere senza rimorsi la migliore
soluzione di rapporto tra beneficio e rischio ed in questo caso per fortuna
è molto a favore del beneficio.
Purtroppo quando si parla di radiazioni
ionizzanti non esiste una soglia di rischio pari a zero e persino la radioattività
naturale generata dai minerali della crosta terrestre o quella cosmica
a cui ci sottomettiamo durante un viaggio aereo per non parlare di lastre,
tac, pet e scintigrafie non è esente da rischi anche se remoti (perfino
i fulmini generano una breve scarica di potenti raggi gamma!). Per fortuna
l'evoluzione, proprio perchè viviano da sempre in un ambiente "naturalmente"
immerso nelle radiazioni, ci ha dotato di un sistema di riparazione dei
danni del nostro dna abbastanza efficiente (ne ripara circa 10 al secondo!)
e quasi sempre ce la fa senza problemi. In ogni caso è molto più
probabile avere dopo 1-2-5-10-anche 30 anni una recidiva di un cancro tiroideo
(il presentatore Pippo Baudo docet) o l'insorgere di un cancro qualsiasi
indipendente dalla terapia metabolica (anche perchè purtroppo alcuni
carcinomi tiroidei hanno una componente genetica che predispone ad altri
tipi di cancro tra cui il famigerato melanoma) che contrarre un tumore
per colpa della pillolina di iodio131 ingerita molti anni prima.
Per ora non ci sono strade alternative
per curarci anche perchè questa è consolidata da molto tempo,
efficacie e soprattutto molto specifica e priva di sofferenze da effetti
collaterali diversamente da come accade per la chemio o la radio; magari
esistessero simili e così ben mirate terapie per tutti gli altri
cancri ! Solo i pochi fortunati che hanno scoperto molto precocemente un
piccolo nodulo maligno di pochi mm ben capsulato e circoscritto, dopo la
conferma dell'istologico, potranno esimersi dalla terapia radiometabolica
o farla molto blanda (sempre a discrezione dell'endocrinologo curante).
La radiometabolica non ha solo un
compito "curativo", cioè sopprimere le eventuali cellule maligne
sfuggite alla chirurgia, ma ha anche un valore diagnostico ai fini delle
recidive in quanto solo con l'ablazione (eliminazione) di ogni rediduo
tiroideo (buono e cattivo) si potrà monitorare nel futuro che la
tireoglobulina, che nei tiroidectomizzati funge da marcatore tumorale,
sia indosabile.
Mi sento inoltre di consigliare
vivamente a chi ha avuto diagnosticato un carcinoma tiroideo (ma anche
una diversa patologia tiroidea benigna) di mandare tutti i famigliari di
primo grado di sangue ad eseguire una semplice ecografia, compreso i propri
figli adolescenti (loro faranno anche successivi controlli da adulti anche
se diradati nel tempo), perchè questa patologia ha una componente
spesso genetica e che ha un'insorgenza maggiore in età giovanile:
20-30 anni o meno. Non bastano le analisi del sangue perchè le mie
erano perfette nonostante includessi tutte quelle relative alla tiroide
(dal dosaggio ormonale agli anticorpi) perchè il cancro tiroideo
quasi sempre lascia funzionare bene la tiroide e non da sintomi se non
quando attacca altri organi vicini e lontani ed in questo caso la faccenda
si fa più seria; per fortuna è generalmente a crescita lentissima
!
Poi bisogna anche avere la fortuna
di trovare bravi endocrinologi, ecografi e medici che non si fermino all'apparenza
che un nodulo piccolo che nel tempo cresce poco o nulla deve essere considerato
buono per forza perchè nel mio caso il mio istotipo di papillifero
su sclerosi di soli 8 mm sembrava fermo da 9 anni ma in realtà da
almeno 5 aveva tutte le caratteristiche ecografiche maligne (ipoecogeno,
solido, microcalcificato all'interno, unico su maschio adulto di più
di 45 anni e anche leggermente vascolarizzato all'interno) e solo quando
ho voluto per scrupolo confrontarlo con dei testi di medicina su internet
(pratica generalmente sconsigliata perchè non ci si improvvisa medici)
e mi sono auto-prescritto un agoaspirato (a proposito il prelievo non fa
male) per catturare tramite una siringa un campione di cellule del nodulo,
il risultato citologico è stato come temevo: un carcinoma... dopo
l'operazione si rivelerà addirittura multifocale cioè tutt'altro
che fermo tant'è che aveva creato altri focolai maligni e superato
la stessa tiroide: ma questa è un'altra storia troppo personale
per essere di pubblica utilità.
Come si effettua il follow-up, cioè
come si controlla che tutto il tessuto tiroideo (maligno e benigno) sia
eleminato ?
Dopo 8-12 mesi dalla iodioterapia
bisogna pianificare circa cinque giorni di controlli (il dettaglio più
in basso) basati su una serie di analisi del sangue effettuate "stimolando"
le presunte cellule tiroidee tramite due iniezioni di Thyrogen senza interrompere
la pillola di Eutirox (o simile) oppure interrompendola per circa un mese
(in questo caso senza Thyrogen ma associando una dieta ipoiodioca); quest'ultima
pratica, meno usata, causa gli effetti collaterali dell'ipotiroidismo anche
se è più accurata avendo una percentuale leggermente minore
di falsi negativi. Al termine degli esami viene effettuata una scintigrafia
total body utilizzando una dose minima di iodio 131 (2-5 mCi, somministrata
bevendo un liquido o ingoiando una pillolina). Se la scintigrafia è
negativa e la tireoglobulina tendente a zero (in genere le analisi riportano
< 0,20) ci si può considerare guariti e gli unici controlli da
fare a vita saranno delle semplici analisi del sangue per tarare bene la
pillola ormonale e soprattutto per controllare che la Tireoglobulina rimanga
tendente a zero perchè diversamente ci sarebbe una recidiva). Nel
caso malagurato del contrario si approfondisce la faccenda (dopo qualche
mese altre analisi e/o scintigrafia/Pet-Tac) ed eventualmente si ripete
la iodioterapia.
PS: poichè per tenere a bada
le eventuali celluline sfuggite a tutti questi controlli la dose di Eutirox
sarà, soprattutto per i primi anni, di tipo "soppressivo" cioè
più alta di quanto necessiterebbe un tiroidectomizzato per altre
cause, è normale che alle analisi risulteremo come fossimo leggermente
ipertiroidei (TSH sotto il range minimo); in questo stato, a differenza
di quanti temono, NON si ingrassa, ma semmai se si era fuori forma prima
dell'inizio di "questa avventura" si avrà la speranza di perdere
anche qualche chiletto...il tutto senza rinunce del palato ;-)
Consiglio: molti medici fanno
eseguire le analisi del sangue dopo pochi mesi (2-3) dalla radiometabolica:
TSH, FT3, FT4, Tireoglobulina e AnticorpiTg.
Se ve le prescrivono fateli pure
ma a parte il valore del TSH che serve a tarare al meglio gli ormoni sostituitivi
(Eutirox o simili) e l'FT3 e l'FT4 che hanno un senso solo se il TSH non
è corretto, la Tireoglobulina (che ricordo è un valore attendibile
solo se gli anticorpi sono minori di 40) NON serve a nulla i primi
mesi (cioè finchè non è finito l'effetto dello iodio131)
se non a spaventare il paziente in caso il valore non si azzeri rapidamente:
la Tireoglobulina deve avere il suo tempo per diventare indosabile!
Altra cosa che non deve impensierire
i primi mesi sono altre analisi (per chi le fa, io le sconsiglio) cioè
l'emocromo (relativo al sangue) e le transaminasi (relative al fegato)
che per effetto delle radiazioni possono risultare temporaneamente alterate.
La
Dieta Ipoiodica.
Come ho scritto sopra, per rendere efficacie
la iodioterapia dobbiamo far affamare le nostre cellule tiroidee privandole
il più possibile del loro alimento primario: lo Iodio. Così
facendo assorbiranno poi al meglio lo iodio131 ottenendo due risultati:
uccidere le cellule maligne per guarire ed uccidere quelle benigne residue
per poter disporre di un facile monitoraggio delle recidive misurando la
Tireoglobulina nel sangue che se per i sani è un parametro che serve
a controllare lo stato di efficienza della tiroide, per noi tiroidectomizzati
e radiometabolizzati diventa un marker tumorale.
Diciamo subito che si tratta di
una dieta ipoiodica, quindi a basso contenuto di iodio e NON "privo-iodica"
anche perchè questo elemento si trova un po’ dappertutto e faremmo
la fame. La dieta si fa ma non troppo "talebana", della durata media di
un paio di settimane (a me erano stati prescritti solo 10gg ma io ho aggiunto
qualche giorno in più).
A questo proposito viene consegnato
un foglio di istruzioni che ritengo però incompleto in alcune parti,
così come su internet se ne trovano altri di varie strutture ospedaliere
che sono addirittura in contraddizione tra loro o fumose, questo per dire
che a parte poche cose certe e universalmente da evitare, le altre sono
solo da ridurre o moderare.
Senza dubbio è strettamente
vietato usare il sale iodato e questo per noi varrà per sempre.
Il sale iodato è salutare per i bambini, per le persone sane e per
gli ipotiroidei privi di noduli perchè previene malattie della tiroide
(soprattutto in territori come i nostri poveri di questo elemento) tra
cui il gozzo e la formazione dei noduli che possono diventare nel tempo
maligni. E' sconsigliato invece l'uso frequente agli ipertiroidei, a coloro
che hanno i noduli e a noi perchè stimolerebbe le cellule tiroidee
sfuggite alla iodioterapia dando luogo ad una recidiva (non succede niente
se ceniamo da un amico che lo usa o andiamo in vacanza in Francia dove
esiste solo iodato come standard, a patto di non "sgarrare" durante la
dieta ipoiodica s'intende !).
Una curiosità: lo iodio è
volatile alle alte temperature quindi quando viene usato il sale iodato
durante la cottura lo iodio evapora quasi del tutto; comunque, mi ripeto,
per sicurezza è da evitare durante la dieta e anche dopo. In alternativa
si usano altri sali: c'è chi compra sali esotici come quello dell'Himalaya
o quello proveniente dalle miniere Austriache, io ho preferito acquistare
il Novosal (confezione non iodata) che è quel sale privo di sodio
facile da reperire nei supermercati che usano gli ipertesi e che ha una
composizione "certa" dove lo iodio è praticamente assente: solo
3 mg di iodio ogni 100 grammi contro i 30 mg contenuti in un solo grammo
di sale iodato come da specifica del ministero
della salute (ci tengo a specificare il pdf del ministero perchè
su moltissimi siti è erroneamente riportato che il sale iodato ha
3 mg di iodio ogni kg); comunque ai fini della dieta va benissimo anche
il comune sale purché non iodato compreso quello marino che ne contiene
pochissimo.
Va da se che per essere sicuri di
non usare sale iodato bisogna evitare ristoranti, pizzerie, inviti da amici
poco fidati e viaggi romantici a Parigi. Vietata la soia e derivati quindi
doppio divieto per i ristoranti Orientali.
Vietati anche tutti i latticini
(consentiti 150 cc di latte al giorno, ma io ci ho rinunciato) e tutto
ciò che può contenerli come cioccolata al latte, gelati e
dolci/biscotti. Doppio, triplo divieto per questi ultimi perchè
oltre al latte possono contenere sali iodati e uova: altro alimento vietato
(vietato solo il tuorlo)...se poi i dolci ve le fate voi con olio e farina
allora è diverso.
Anche il pane è preferibile
mangiare quello senza sale tipo il buonissimo pane di Terni oppure ve lo
fate in casa.
Importante fonte di iodio da evitare
sono anche i cibi o bevande colorate di rosso, per la precisione l'eritrosina
(E127) e alcuni additivi come carragen, agar-agar, algin, ecc.
Ma la fonte più abbondante
di iodio è il mare a causa della sua catena alimentare che comprende
alla base le alghe che contengono migliaia di volte di più l'elemento
a noi vietato di qualsiasi cibo terrestre: quindi niente pesci marini,
crostacei, molluschi e naturalmente alghe. Io ho aggiunto alla mia lista
anche i pesci di acqua dolce perchè, se di allevamento, vengono
cibati con farine di pesci marini.
Vietati insaccati e prosciutti sempre
per la faccenda del sale e conservanti.
In generale poi vanno evitati i
cibi in scatola (compreso legumi) e surgelati, snack, noccioline, salatini,
crackers perchè gli ingredienti di conservazione/salatura non sono
mai certi.
In alcuni terreni coltivati ci possono
essere occasionalmente alte concentrazioni di iodio, ma questo non è
un problema perchè a differenza dei pesci, le piante lo assorbono
ma lo disperdono per via gassosa dalle foglie ad eccezione di quelle specie
che lo accumulano nelle radici, nei tuberi o in particolari strutture quindi:
si a tutte le verdure e frutta ad eccezione di patate (attenzione massima
anche alle patatine fritte; negli ingredienti di una nota marca si legge:
"sale iodato"), carote, broccoli, e fragole con divieto assoluto dei prodotti
della gamma Iodì che comprendono patate, carote e pomodorini siciliani
irrorati sul fogliame con iodio che viene accumulato sui tuberi e sui frutti.
Ma allora che si mangia ? Pasta
e riso, io mi facevo ad esempio delle belle pastasciutte zucchine e pepe
oppure al pomodoro fresco e basilico (no a conserve o sughi pronti) senza
formaggio ovviamente, pasta in crema di peperone, aglio e olio e peperoncino,
ecc. La carne non insaccata e non affumicata è consentita tutta
e poi tutte le verdure (tranne broccoli e cavolfiori), pane sciapo o sicuramente
salato senza iodio, ottimo a colazione con miele o marmellata (non rossa
con E127) abbinato ad un té. Riguardo al bere, togliendo le bevande
colorate di rosso con E127, si possono bere tutte dal caffè al té,
dalla coca cola alle altre gassate, dal vino alla birra.
Sulle istruzioni leggo anche che
sono consentite tutte le spezie ma eviterei il curry perchè contiene
sale, mentre leggo vietata tutta la frutta secca ma invece io escluderei
dalle proibizioni le noci (a richiesta la dottoressa del nucleare mi ha
detto: consentite) perchè, oltre ad essere una buona fonte alternativa
al pesce del salutare omega3 e di calcio in alternativa ai latticini, fanno
parte insieme ai cavoli, alla rapa, alla manioca e alla cipolla dei cibi
detti "gozzigeni", cioè quei cibi che limitano l'assunzione di iodio
nell'organismo tanto da essere sconsigliati a chi invece ne deve assumere
per prevenire la formazione del gozzo (patologia frequente in alcuni paesi
dove l'elemento iodio è quasi assente).
Altri alimenti che inibiscono l'assunzione
di iodio sono i cavoli, i cavoletti di Bruxelles, le patate dolci, le rape,
il rafano, gli spinaci, le cipolle, il crescione, il ravanello, la rucola
e la senape.
Ho evitato di mangiare noci solo
gli ultimi due giorni della dieta per essere sicuro di non limitare anche
assorbimento dello Iodio131.
Oltre all'alimentazione bisogna tenersi
lontani da alcune sostanze che occasionalmente potremmo usare come antisettici
e detergenti della linea Betadine, colluttori, spray e dentifrici (preferire
quelli non colorati di rosso) a base di iodio (mi sono fatto una cultura
di formule chimiche leggendo le etichette e confrontando i singoli e numerosi
ingredienti con le molecole descritte su wikipedia inglese) quindi no
alla gamma Iodosan, attenzione ad alcuni espettoranti, lavande vaginali,
tinture per capelli, creme anticellulite a base di alghe marine tipo Fanghi
Guam o ormoni tiroidei tipo Somatoline, dimagranti come Antiadiposo,
Isn, Cinetic, Tiracrin, ecc., no ai mezzi di contrasto diagnostici,
multivitaminici ed integratori come Diagram minerale e Multicentrum, soluzioni
nasali contenenti acque bromo-iodiche come l'Acqua di Sirmione o
di Salsomaggiore ed alcuni farmaci.
Farmaci
da evitare:
Analgesici e Antiperetici: Fluvaleas.
Anestetici per uso topico: Foille
e Foille Plus.
Antiaritmici contenenti Amiodarone:
Amiodar, Cordarone.
Antibiotici: Josaxin.
Antigottosi: Uricodue.
Antierpetici: Iducol, Iducher,
Iduridin, Idustatin, Viralin.
Antispastici: Valtrax.
Antivirali: Virac, Virustop,
Viruxan.
Creme dermatologiche: Diproform,
Locorten vioformio, Viobeta, Viocidina, Iodosorb, Reticus Antim.
Colliri per cataratta: Facovit,
Calcio Iodico, Jodocalcico vitaminico, Polijudurato, Rubidiosin composto,
Rubistenol Rubjovit.
Decongestionanti nasali: Denoral,
Iodosan nasale, Temporinolo.
Disinfettanti del cavo orale:
Antoral, Antoral gola, Golasan.
Disinfettanti cutanei: Betadine,
Iodoformio, Tintura di Iodio, Iodosorb, Iodocur.
Espettoranti: Mucantil.
Farmaci per le otiti: Locorten
otologico in gocce.
Farmaci per la tiroide (ovviamente):
Tapazole, Propycil, Tiroide Amsa, Pertiroid, Bromazolo.
Nessun divieto invece di andare al
mare (se la stagione lo consente) perchè lo iodio si assume solo
tramite il cibo e non con la respirazione tant'è che va sfatata
la leggenda che ai bimbi fa bene il mare per lo iodio che respirano ma
semmai per il sole che prendono utile per la formazione della vitamina
D e la conseguente fissazione del calcio nelle ossa.
Infine per poter iniziare la iodioterapia
bisogna sospendere per 2-3 settimane gli ormoni sostitutivi della tiroide
T3 (triiodotironina) o T4 (tiroxina tipo l'Eutirox) e.... non essere incinta
(lo si può essere anche inconsapevolmente) tant'è che alle
donne viene fatto il giorno del ricovero il test della gravidanza (beta-HCG
urinaria).
In alcuni ospedali per prassi o in alcuni casi,
come nei soggetti debilitati da altre patologie, la radiometabolica può
essere effettuata senza la dieta ipoiodica e senza l'interruzione della
pillola ormonale ma con due somministrazioni di Thyrogen (similmente a
come si fa nel follow up).
La
degenza (con particolare riferimento alla personale esperienza presso l'Az.
Ospedaliera Sant'Andrea di Roma nell'Aprile 2012).
Un
lunedì mattina mi sono recato a digiuno da almeno 6 ore al Sant'Andrea
alle 8.30.
Parcheggi liberi: generalmente quelli
laterali, venendo da Via Flaminia per Via di Grottarossa, appena passato
l'edificio ospedaliero a destra sia liberi in un piazzale asfaltato che
in uno sterrato con buche, sia in caso estremo a pagamento a tariffe orarie
ragionevoli per chi vi accompagna.
Mi sono presentato presso l'ufficio
accettazione ricoveri al piano 0 (terra), un box prefabbricato dove mi
hanno fatto sedere per preparare la cartella clinica che mi hanno consegnato.
Documenti che mi hanno richiesto:
tessera sanitaria e carta d'identità o equipollente.
Con quella sono sceso al piano seminterrato
(-1) presso il reparto di Medicina Nucleare (vicino la Risonanza Magnetica)
con un campione di urine, la documentazione sanitaria (referto istologico
ed esami del sangue richiesti al momento della visita nucleare che io avevo
però già spedito via email) ed eventuali farmaci per altre
patologie per cui si soffre se compatibili con il trattamento.
Bisogna anche portare caramelle
al limone (e/o limoni ben lavati) e/o gomme da masticare per spurgare la
ghiandole salivari che potrebbero gonfiarsi anche se il cortisone che danno
previene bene questo fenomeno, ad ogni modo una buona salivazione disperde
un po’ di radioattività accumulata e questo è bene; io ho
ottenuto i massimi effetti succhiando qualche fetta di limone i primi due
giorni, poi ho smesso perchè, non essendo abituato, mi creava dei
bruciori di stomaco.
Le visite "fisiche" non sono ammesse,
per parlarsi e vedersi c'è un sistema di videoconferenza in un locale
apposito in orari prestabiliti (al momento che scrivo 15.00-18.00); molto
più comodo portarsi, se si è un po' tecnologici, un pc portatile
con una chiavetta internet ed usare skype come ho fatto io oppure utilizzare
i telefoni.
Preparatevi anche degli indumenti
intimi vecchi da usare durante la permanenza da buttare in un apposito
bidone prima di essere dimessi o, come ho fatto io, giorno per giorno perchè
contaminati. I capi che si vogliono mantenere a tutti i costi vanno lasciati
in balcone/cantina per un paio di settimane, non è necessario fare
lo stesso con gli oggetti a meno di non soffrire di eccesso di sudorazione
nella mani (per altro difficile con l'aria condizionata della stanza).
Bere molto per fare plin, plin e
smaltire le radiazioni (infatti, tiroide a parte, uno degli organi che
subisce più radiazioni è proprio la vescica), almeno 3 litri
d'acqua al giorno; l'ospedale passa solo 3-4 bottigliette da mezzo litro,
il restante o si porta da casa oppure, come consiglio, si riempie dal rubinetto
del bagno: l'acqua di Roma è buona e volendo la si può rendere
ancor più gradevole con qualche goccia di limone.
Importante è anche evacuare
una volta al giorno, ma con l'ipotiroidismo indotto dalla sospensione ormonale
e l'inattività fisica è difficile (io non ci sono riuscito
mai); in caso di stipsi il reparto ha varie soluzioni: supposta, clistere
e sciroppo, soluzioni che però non sono il massimo in quanto non
agiscono sulla motilità intestinale; al mio ritorno a casa sono
andato in famacia e mi hanno dato come ultima ratio i "sali inglesi"
(solfato di magnesio): 15 grammi sciolti in 3/4 di bicchere di acqua calda
hanno risolto ma per 24h sono stati "devastanti" !.
Quindi informatevi se siano previste
purghe (come in qualche ospedale danno), in caso contrario potreste organizzarvi
da soli.
Tra gli oggetti facoltativi o non
menzionati nella lista delle cose richieste che ho portato, oltre al fido
netbook con chiavetta umts, una torcetta per vedere di notte l'orologio,
salviettine, deodorante, un coltello (fondamentale ! quelli di plastica
forniti nei pasti non riescono a sbucciare la frutta), delle letture, un
block notes con penna, cellulare con caricabatteria, un paio di ciabatte,
asciugamani, spazzolino, dentifricio, soluzione fisiologica nasale, sapone
per le mani (nel bagno c'era il dispenser vuoto) e per la doccia finale
(che si attiva con gettone distribuito solo al momento delle dimissioni)
uno shampoo con asciugacapelli. Non bisogna usare carta igienica propria
in quanto il rotolone presente nel bagno è di tipo biodegradabile
adatto allo smaltimento speciale delle acque provenienti dal reparto nucleare,
acque che per questo motivo sono contingentate (vedi unica doccia a fine
degenza e rubinetto del lavandino con pulsante a tempo).
Verso le nove sono entrato in stanza;
dopo una mezz'oretta mi hanno innestato nel braccio l'agocanula (da mantenere
durante l'intero periodo per eventuali emergenze) e prelevate parecchie
provette di sangue; poi si può andare al bar interno a fare una
colazione leggera a base di té (mi hanno vietato il caffè)
e fette biscottate o confezione piccola di biscotti.
Dopo si torna in stanza dove viene
fatto un colloquio di routine su eventuali allergie, malattie pregresse,
ecc. con visita medica "light" cuore, polmoni e pressione sanguigna e firmate
le solite scartoffie come il consenso informato, segue una breve flebo
di gastroprotettore.
Nel frattempo stop col bere sino
all'ora di cena, quindi niente pranzo e liquidi per prevenire problemi
di stomaco nel momento dell'assunzione della fatidica pillola di iodio131.
Verso le 15.00 ecco arrivare il carrello con 5 pesanti contenitori di piombo
della grandezza di un grosso bicchiere cilindrico per i cinque pazienti
delle sette stanze protette a disposizione con ciascuno la propria dose:
100 mCi, 120 mCi, 120 mCi (la mia), 150 mCi e 200 mCi. Tutti i pazienti
sono allineati agli usci della stanza guardando i contenitori come fossero
il sacro Graal aspettando di diventare come Hulk.
Anche la procedura sembra magica:
vengono preparati su un vassoio con carrello altezza uomo due bicchieri
di plastica, uno viene riempito a metà d'acqua, l'altro rimane vuoto.
L'addetta prende con pesantezza uno dei contenitori bianchi, lo apre ruotando
lentamente il tappo blu e all'interno del piombo "pieno" c'è un
buchino contenente una pillola rivestita di cellulosa simile alle capsule
antibiotiche, un po' più piccola, che viene lentamente fatta scivolare
nel bicchiere vuoto. Poi velocemente va fatta ingoiare ingurgitando l'acqua
dell'altro bicchiere e da quel momento tramite l'azionamento di un commutatore
la spessa porta elettricamente si chiude con movimento scorrevole tipo
Star Trek e si inizia finalmente la terapia. Le ultime istruzioni sono
quelle di camminare un po' e stare in piedi per una mezz'oretta e naturalmente
non bere sino all'ora di cena (18,00-19.00) per scongiurare remotissimi
ma pericolosi rigurgiti.
Gli effetti collaterali della pillola
limitati alle prime 24-48h segnalati sono molti ma ho scoperto tutti molto
rari o dettati più dall'ansia che dalla radioattività. Talvolta
dicono gli infermieri che si potrebbero avvertire dei fastidi intorno alla
gola per le cellule tiroidee residue rimaste che vengono bruciate, ho letto
su internet di qualcuno che ha avuto leggeri mal di testa, nausea, modifica
o assenza di sapori/olfatto, bocca dal sapore metallico, secchezza delle
fauci, gonfiori e una mia conoscente addirittura allucinazioni (che la
letteratura medica non menziona neppure tra le conseguenze più remote:
è quindi solo suggestione). Normalmente non si ha NULLA e nel mio
caso, con dose da 120 quindi non leggera (c'è anche chi fa semplicemente
50 o meno) io non ho avvertito assolutamente NIENTE, tant'è che
ho dubitato quasi di averla assunta fino a che, il giorno seguente, sono
stato misurato con il contatore Geiger, misurazione della radioattività
che avviene ogni mattina e che serve per valutare in base a delle norme
Europee il livello minimo di radiazioni emanate sotto il quale si viene
dimessi con alcune precauzioni di isolamento casalingo (inteso come isolamento
ad un paio metri di distanza, mura comprese, per un tempo continuo non
breve) di alcuni giorni variabili a seconda delle categoria con cui si
potrebbe venire a contatto: neonati, bambini, ragazzi, donne incinte, anziani,
colleghi di lavoro (viene dato un foglio con le istruzioni); io aggiungerei
nel computo anche gli animali domestici come cani e gatti.
Le donne che allattavano prima della
radioiodio dovranno smettere di farlo anche dopo l'isolamento casalingo.
Oltre alle misurazioni quotidiane
dei raggi emanati, gli unici essere viventi che si affacceranno alla stanza
saranno (e bisognerà stare distanti da loro per preservarli perchè
altrimenti verrebbero a contatto con noi radio-pazienti e in quanto sani
non avrebbero alcun vantaggio a ricevere radiazioni) sono gli infermieri
(tutti gentilissimi, disponibilissimi e professionali) che portano le quotidiane
dosi di Eutirox (si assumono gli ormoni già dal secondo giorno)
da prendere mezz'ora prima della colazione, di cortisone (per sfiammare
le ghiandoli salivari) e di gastroprotettore da prendere dopo colazione,
poi ci sono gli ausiliari (anche loro molto cordiali) che portano i pasti
e gli addetti che la mattina ci chiedono lo stato di salute e si appuntano
se siamo andati di corpo.
Descrizione della stanza: singola a
prova di claustrofobico (come un po' sono io), quindi nessun problema da
questo punto di vista. La stanza è spaziosa circa 6 x 3 metri, luminosissima
grazie al fatto che pur essendo nel piano -1, in realtà corrisponde
al piano stradale tant'è che le due grandi finestre (non apribili),
che prendono l'intera parete da 3 metri, si affacciano su una stradina
dei parcheggi laterali (volendo i famigliari potrebbero vedere benissimo
i pazienti attraverso le finestre, distanti solo tre metri dalla strada)
e qualche collinetta verde alberata; le finestre hanno anche un ampio davanzale
interno su cui si possono appoggiare oggetti e sono fornite di tapparelle
abbassabili tramite un'asta a manovella.
La luminosità della stanza
è amplificata dal colore chiaro picchiettato di blu delle pareti
che nascondo sotto una blindatura di piombo di 15mm, dal pavimento celeste
e dal soffitto bianco pannellato che contiene due luci doppie al neon,
il sistema antincendio e la grata per l'aria climatizzata posizionata più
o meno all'altezza dei piedi del letto, ben umidificata (non secca l'aria
altrimenti i miei occhi delicati ne avrebbero risentito subito), un po’
troppo fresca forse e purtroppo rumorosetta di notte; nonostante su una
parete ci sia un termostato non è possibile regolarla. Ovunque prese
di corrente di vario tipo e forma quindi è inutile portarsi, come
ho fatto io, doppie prese ed adattatori per i vari caricabatterie (pc,
rasoio, cellulare...). Sulla parete di fronte al letto c'è un tv
lcd con il digitale terrestre e Sky (niente attacco per le cuffie si sente
a viva voce) che diversamente dagli altri reparti è gratuito, quindi
non bisogna andare ad affittare il telecomando come successo quando mi
sono operato nella stessa struttura, la lampada d'emergenza e una telecamera
puntata h24 sul letto (da qui l'appellativo il "bunker del Grande Fratello")
con cui si viene controllati; poiché la telecamera è priva
di infrarossi viene richiesto di lasciare socchiusa (e non chiusa) la porta
del bagno con la luce accesa per creare un minimo di bagliore utile alla
sensibilità della visione notturna. La combinazione Tv e telecamera
serve anche al sistema di videoconferenza per i parenti/amici in visita.
Il letto è il classico letto
moderno da ospedale con regolazione elettrica delle posizioni, comadi luce/chiamata
d'emergenza e testata multiuso luminosa con prese elettriche e attacchi
ossigeno-aria-vuoto. Poi c'è un banchetto, una sedia, un trespolo
porta flebo, un armadietto doppio con chiavi ed un comodino con un telefono/interfono
per comunicare con qualsiasi stanza dell'ospedale (o chiamare gli infermieri
con il n.10-11) ed un telefono con un proprio numero diretto con cui vi
possono chiamare dall'esterno (si possono ricevere telefonate ma non effettuarle).
Vicino alla porta c'è il segno rosso per il posizionamento del paziente
nelle misurazioni delle radiazioni, il vassoio dove vengono appoggiati
pasti e pillole a distanza di sicurezza, i comandi di chiusura e di apertura
d'emergenza della porta ed un bidone metallico per rifiuti radioattivi
(UN2910) dove verranno buttati gli indumenti ed il sacchetto fornito giornalmente
dove chiudere i residui dei pasti evitando sgradevoli odori dal momento
che il tutto verrà sigillato e portato via solo dopo le dimissioni
(durante la degenza non si effettuano pulizie o svuotamento cestini, tutto
resta in camera !). Il bagno è moderno, pulito, con aspiratore-turbo
sempre in funzione perchè connesso al sistema climatizzato, spazioso
e soprattutto "personale"; ha un lavandino con il rubinetto (con comando
a tempo, ogni pigiata durata qualche secondo) abbastanza distante dal fondo
da poter mettere bene la testa per sciacquare la bocca quando ci si lava
i denti (mentre al reparto chirurgico dovevo usare un bicchiere) ed un
bordo ampio dove ho posizionato il mio sapone liquido, crema dopobarba,
soluzione fisiologica per sciacquarmi il naso (una mia abitudine), colluttorio
(non iodico) ed un bicchiere di plastica rigida che ho portato per metterci
spazzolino e dentifricio. C'è un dispenser di sapone ma era vuoto
come anche il distributore di fazzoletti di carta. Poi c'è un comodo
water, un bidet, la cabina doccia a gettone utilizzabile solo l'ultimo
giorno, un bidoncino per gli assorbenti, il mega-portarotoli di carta igienica
ma nessun armadietto o porta-asciugamani (io li ho appesi sulle strutture
della doccia). A proposito di doccia, quando sarà il momento di
farla, consiglio, anche se è a tempo, di far scorrere un po' l'acqua
perchè nelle tubature rimane quella di minimo una settimana prima
(stagnante quindi) che è sicuramente carica di batteri potenzialmente
patogeni. Anche nel riempire le bottigliette d'acqua bisogna pigiare ripetutamente
il pulsante del rubinetto perchè a volte, pur posizionando una leva
a freddo, la prima porzione esce misteriosamente calda, talvolta quasi
bollente anche quando, come nel mio caso, non si è mai usata calda.
I pasti: beh, siamo in un ospedale,
in questo reparto il cibo è catering, anche se rispetto dove sono
stato operato, l'ho trovato di migliore qualità. I primi due giorni
mi hanno distribuito un pasto iposodico (non so se per prassi o personalizzato,
anche se la mia pressione in quei giorni era bassa: 110/70) a base di minestrine
scotte e fredde, fettina ed insalata triste tutto senza sale con pane sciapo
(per fortuna anche a casa uso il sale solo per la pasta, per il resto spezie,
quindi sono allenato) e frutta; poi all'improvviso pasti ipercalorici ed
iperproteici saporiti da 3163 Kcal (riporto fedelmente la dicitura del
foglietto) a base di abbondanti e devo ammettere quasi gustose porzioni
di pasta al sugo/pesto, parmigiano, hamburger, patate, spinaci, pane salato,
ecc. troppo anche per me che incomincio a prendere il peso perso dopo il
colpo in testa della diagnosi e faticosamente mantenuto, nonostante la
fame dell'ipotiroidismo indotto, durante la dieta ipoiodica.
La colazione invece è da
subito a base di latticini, i famosi tabù della dieta pre-bunker;
ogni giorno: caffèlatte (in realtà orzo-latte) o té,
yogurt, due pacchi di fette biscottate, uno o due mini-panetti di burro,
marmellatina e confezione da tre biscotti.
L'avventura termina quando, dopo
la misurazione mattutina con il Geiger all'altezza del collo, comunicano
che possono levarti l'agocanula (comunque non oltre il quinto giorno);
in tarda mattinata ti forniscono un ampio telo e tre gettoni per la doccia
a tempo: ogni gettone dura un minuto a getto continuo, quindi tenuto conto
che il primo gettone si spreca per far scorrere l'acqua, quando si usano
gli altri due meglio chiudere il rubinetto mentre ci si insapona.
Infine ti danno l'appuntamento per
il lunedì successivo per la scintigrafia (in questa sede assegneranno
anche analisi ed ecografie, l'appuntamento per la visita a quattro/sei
mesi di distanza circa, le istruzioni di isolamento, il foglio di dimissioni
e.... si esceeeee (per me dopo 5 giorni, Venerdì, il massimo del
periodo)!
In stanza non va lasciato nulla,
quindi non si possono lasciare ai posteri le caramelle avanzate, i pacchetti
di fette biscottate, shampoo, sapone e tutto quello che in buona fede,
verrebbe da lasciare al prossimo inquilino.
Non sarebbe male (come qualche ospedale
fa) portarsi dietro un pezzo di carta che informi che siete debolmente
radioattivi (con i numeri di telefono del vostro reparto nucleare) alle
volte vi dovesse succedere qualcosa quando uscite e abbiate bisogno di
un'emergenza medica, in questo malcapitato caso è bene informare
gli operatori sanitari che siete appena stati dimessi dalla radiometabolica.
La
Scintigrafia Total-Body qualche giorno dopo la iodioterapia.
Come
ho scritto sopra, a distanza di qualche giorno dalla dimissione dal "bunker",
viene effettuata la prima scintigrafia (total body, cioè di "tutto
il corpo"). In genere è la prima in quanto raramente si effettuano
scintigrafie tra l'operazione chirurgica e la iodioterapia; nel caso però
vengano eseguite, per verificare strumentalmente (anzichè solo induttivamente
tramite analisi del sangue della Tireoglobulina) la quantità del
residuo tiroideo o per altre ragioni, bisogna ritardare la radiometabolica
in
quanto lo Iodio131 utilizzato come mezzo tracciante della scintigrafia
induce un'attenuazione successiva dell'assorbimento dello stesso (si chiama
effetto "stunning").
La scintigrafia immediatamente successiva
alla terapia non necessita di un composto tracciante in quanto viene sfruttata
direttamente la radiazione sprigionata dal nostro corpo e serve principalmente
per sapere se ci sono cellule tiroidee al di fuori delle sedi dove normalmente
ci si aspetterebbe di trovarle cioè nella zona del giugulo dove
un tempo c'era la nostra tiroide. Ad ogni modo, in caso di rare migrazioni
"altrove" (cioè metastasi ai polmoni, ossa, fegato, ecc...), sicuramente
di carattere maligno, non bisogna disperarsi perchè anche queste
cellule "fuggite" hanno assorbito lo Iodio131 e sono quindi candidate all'autodistruzione.
Qualche volta può essere
normale che la scintigrafia evidenzi una seconda area di tessuto tiroideo,
un po' più in alto rispetto il giugulo; si tratta del Dotto Tireoglosso.
Il Dotto Tireoglosso, detto
anche "cisti mediana del collo", è un residuo embrionale
della tiroide. In pratica intorno alla terza settimana di gravidanza il
feto possiede già una sua piccola tiroide che dalla base della lingua
scende gradatamente sino a posizionarsi all'altezza del giugulo. In una
minoranza di individui questa discesa non si completa regolarmente, lasciando
una piccola cisti generalmente asintomatica (io l'ho scoperta con la scintigrafia
post-radiometabolica) che solo in casi rari può andare incontro
ad infiammazioni ed ingrossamenti che necessitano di un'operazione chirurgica.
Essendo formata da tessuto tiroideo anche questa piccola struttura "andrebbe"
incontro a "bruciatura" tramite Iodio131 anche se, essendo meno "captante",
non è sempre vero, soprattutto al primo ciclo.
In questo caso ci sono due scuole
di pensiero: c'è chi ripete la radiometabolica e chi invece preferisce
un approccio "più leggero" con la semplice sorveglianza periodica
della Tireoglobulina del sanguie unita ad un ecocolordoppler.
Scintigrafia tiroidea
total body.
La
scintigrafia tiroidea total body si effettua in un macchinario aperto lateralmente
che non da nessun senso di claustrofobia (e ve lo dice uno che ne soffre),
senza l'uso di costrizioni (al massimo un elastico sulle scarpe per non
far divaricare i piedi) e senza "caschetti" in testa (come invece si usa
nelle risonanze magnetiche alla testa anche "aperte"); nella foto si vede
bene il lettino ed i due moduli di captazione laterali in fondo che durante
la scansione con movimento rotatorio si posizionano uno in alto sopra di
noi ed uno in basso sotto il lettino. La captazione per la scintigrafia
tiroidea avviene senza liquidi di contrasto (quelli che talvolta
danno fenomeni allergici): è sufficiente lo iodio radioattivo preso
durante la radiometabolica se si tratta della scintigrafia fatta immediatamente
dopo oppure se è una scintigrafia successiva (per il follow up)
si assume una pillola (o bevanda) sempre di iodio radioattivo a basso dosaggio
(5 mCi=185 MBq) 48 ore prima. La durata della scansione è di circa
30-40 minuti; per la maggior parte del tempo il modulo di captazione superiore
si posiziona a pochi centimetri sopra la testa, poi passa più velocemente
sul resto del corpo. Vengono fatte due ulteriori misurazioni, una all'altezza
del giugulo piegando all'indietro la testa con l'ausilio di un cuscino
posto sotto il collo ed una seconda molto breve tramite un sensore (poco
più grande del disco metallico di uno stetoscopio) che viene tenuto
in mano dall'operatore sul nostro collo.
La stanza è ventilata con
l'aria condizionata quindi fa fresco, ad ogni modo la scansione viene effettuata
vestiti (ma senza cinte, orologi, catenine e nemmeno pezzi di carta in
tasca); talvolta viene fatto bere un sorso d'acqua per sciacquare le ghiandole
salivari. Nulla di fastidioso tranne per il fatto di dover stare
completamente immobili soprattutto con la testa che non deve spostarsi
nemmeno di un centimetro se si vuole che la scintigrafia sia validata.
La scintigrafia comporta il rispetto
di norme di comportamento nei confronti degli altri riguardo la radioattività
residua, norme che vengono date dal reparto nucleare a seconda del caso.
Il
Follow up post radiometabolica.
Dopo la radiometabolica vengono
eseguiti varie analisi come i prelievi del sangue e le ecografie (più
precisamente gli ecocolordoppler) con quantità e cadenze che variano
moltissimo a seconda del caso clinico e soprattutto del medico ;-) e che,
pur diradandosi anche di molto nel tempo, verranno effettuate per tutta
la vita.
Una però è la più
attendibile per testare la riuscita della terapia e viene eseguita dopo
alcuni mesi, massimo un anno dalla iodioterapia ed eventualmente o per
maggior zelo o per casi sospetti ripetuta ogni volta che necessita: mi
riferisco alla misurazione della tireoglobulina sotto stimolazione del
TSH con scintigrafia total-body.
La "stimolazione" serve ad evidenziare
le eventuali cellule tiroidee residue (maligne e non) che durante la fase
di "soppressione" con la pillola di Eutirox potrebbero non essere evidenti;
le cellule "addormentate" dall'Eutirox producono pochissima tireoglobulina,
mentre stimolate ne producono abbastanza da essere rilevate.
La stimolazione
del TSH può essere effettuata o con la sospensione delle
pillole ormonali (Eutirox) per una mesata associando di nuovo la dieta
ipoiodica oppure come è sempre più usuale utilizzando il
Thyrogen.
Il Thyrogen (tireotropina alfa)
è il TSH umano prodotto mediante tecniche di ingegneria genetica
su cellule bovine. E' abbastanza costoso e alcuni anni fa si sono verificati
dei cali di produzione per cui veniva usato solo in casi particolari. Oggi
è largamente usato, ben testato e ben tollerato.
Gli unici effetti collaterali che
ho avuto sono stati dei capogiri serali che sono passati con una buona
dormita (sintomi piuttosto lievi se si pensa che nel mio caso sono passato
nel giro di meno di un giorno da un TSH soppresso di 0,03 ad un TSH stimolato
di 141 !).
Descriverò schematicamente
il protocollo al quale sono stato sottoposto al Sant'Andrea di Roma ma
confrontandomi con altri "compagni di sventura" di altre città ho
potuto vedere che è praticamente identico o quasi dappertutto.
Protocollo Scintigrafia
Total-Body con Iodio131 previa stimolazione con Thyrogen.
Per prima cosa bisogna procurarsi
l'impegnativa per fissare una visita presso la medicina nucleare. Durante
la visita verrà dato l'appuntamento per i 5 giorni in cui si svolgerà
il protocollo, le informazioni dettagliate ed un bel mazzetto di impegnative:
4 impegnative per le analisi del
sangue FT3, FT4, TSH, Tg, AbAntiTg di cui una con l'aggiunta della calcelmia
e per le donne test di gravidanza che nel caso del Sant'Andrea vanno
regolarizzate subito allo sportello prelievi e 3 impegnative "visita nucleare"
+ 1 "somministrazione farmaci" + 1 "Scintigrafia Total Body Iodio131" da
regolarizzare allo sportello del CUP l'ultimo giorno.
Tutte le impegnative al Sant'Andrea
devono essere siglate prima dal reparto nucleare e dopo regolarizzate allo
sportello del CUP.
1A Mattina: |
prelievo di sangue (al Sant'Andrea
solo il primo giorno alla Reparto prelievi, successivamente sempre al Reparto
nucleare) e prima iniezione di Thyrogen (una normale intramuscolare
sulla natica non dolorosa). |
No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo
e NON la mattina. |
2A Mattina: |
seconda iniezione di Thyrogen:
se si ha a disposizione qualcuno
che sa fare le iniezioni la si può fare a casa senza andare in ospedale
facendosi consegnare la seconda dose (tenerla in frigo) la prima mattina. |
No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo
e NON la mattina. |
3A Mattina: |
prelievo di sangue e somministrazione
della pillola di Iodio131 (dose 5 mCi)
Da questo momento si è debolmente
radioattivi e quindi bisogna rispettare un minimo di isolamento nei confronti
dei bambini (a me hanno detto: non per gli adulti, ma chiedete). |
questa volta a digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo
e NON la mattina. |
4A Mattina: |
prelievo di sangue. |
No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo
e NON la mattina. |
5A Mattina: |
prelievo di sangue e Scintigrafia
Total Body |
No digiuno
Eutirox da prendere prima di pranzo
e NON la mattina. |
poi dopo circa un paio di settimane
con bel faldone di ricevute si ritirano i referti (prelievi e scintigrafia)
e, incrociando le dita, si va a colloquio con il medico nucleare; nel
mio caso in un anno sono stato ricevuto da due diverse dottoresse, una
più speciale e cordiale dell'altra.
Per questa visita medico nucleare
(prenotata preventivamente durante il follow up) bisogna avere un'impegnativa
redatta dal medico di base.
Note: Non c'è
bisogno di andare accompagnati durante i 5 giorni di protocollo: io sono
andato in auto da solo senza problemi come la stessa dottoressa del nucleare
mi aveva detto.
Nel caso del Sant'Andrea di Roma
e di altri ospedali italiani il giorno (e l'orario) per la fila alla cassa
Cup o per i prelievi è prenotabile anche via Internet utilizzando
i propri dati insieme a quelli presenti nel bigliettino NEC (l'"elimina
code" che la prima volta deve essere comunque prelevato manualmente dagli
appositi totem automatici dell'ospedale) registrandosi al sito www.qpass.it
(www.recupitalia.it ).
La
Protezione della cicatrice dai raggi solari.
Ultimi consigli sulla gestione della
cicatrice. Non tutti hanno avuto la fortuna di essere stati operati in
laparoscopia, cioè tramite un intervento esteticamente poco invasivo
facilitato da una minitelecamera che permette agli strumenti di incisione
di agire tramite delle piccole aperture sulla pelle.
La maggior parte dei "tiroidectomizzati"
si ritroveranno il classico taglio "lungo" a mezza-luna da bisturi (nel
mio caso con ben 14 punti di sutura!) se non maggiore sino quasi all'orecchio
nei casi di completo svuotamento del comparto linfonodale.
Questo taglio, soprattutto per le
donne, risulterà un problema estetico da attenuare il più
possibile. A questo proposito esistono varie creme che promettono di migliorare
l'aspetto della cicatrice come Rilastil, Kaleidon, ecc. che consiglio anche
se non fanno miracoli, soprattutto per chi come me ha la predisposizione
a creare facilmente i cheloidi (spesse e dure cicatrici cutanee
fibrose); sono creme ed unguenti che vanno applicati con costanza per mesi
e purtroppo non sono economici !
In ogni caso la cicatrice va protetta
dal sole per almeno un anno, sia per evitare che peggiori l'estetica del
taglio, sia perchè si potrebbe infiammare e sia perchè, esperienza
personale, basta una camminata di qualche minuto al sole, per incominciare
ad irritarsi e pizzicare. Ne consegue che andare al mare e magari fare
un bagno d'estate è sicuramente un aspetto che non si risolve solo
con creme solari e stick a protezione alta ma anche con una valida "copertura
fisica" intorno alla zona giugulare. Io provato varie strade: il foulard,
ottimo per passeggiare, da mettere sotto una camicia ma assolutamente inadatto
alla spiaggia o alla piscina. Poi ho provato dei cerotti dalla forma compatibile
con la ferita, ma sono troppo costosi, rari da trovare e scomodi in quanto
vanno cambiati ogni volta che si bagnano; inoltre con il sudore o le creme
solari tendono a scollarsi. Avevo quasi risolto mettendo intorno al collo
le fasce che le donne usano per raccogliere i capelli ma purtroppo ad ogni
movimento tendono a risalire o arricciarsi scoprendo la cicatrice che è
posta troppo in basso; inoltre non c'è solo quella principale da
proteggere ma anche, talvolta più sotto, la piccola cicatrice lasciata
dal tubicino dello spurgo per il sangue che abbiamo tenuto qualche giorno
dopo l'operazione.
Alla fine ho scovato la soluzione
secondo me più adatta: esistono in commercio delle magliette a mezze
maniche (sia per uomo che per donna e bambino) vendute appositamente per
ripararsi dai raggi solari durante la permanenza in spiaggia, i bagni al
mare e gli sport acquatici che hanno il collo "alto" adatto a proteggere
le nostre cicatrici ed offrono un fattore di protezione UV maggiore di
40-50 anche da bagnate (magari una spalmatina di crema solare sulla cicatrice
ci sta bene comunque); le ho trovate ottime in quanto sono molto leggere
e traspiranti, hanno cuciture anti-irritazioni, sono belle e costano pochissimo
(quelle che ho acquistato io le ho pagate 10 euro della linea Lycra della
Quechua venduta in Italia via web o in negozi come Decatlhon). Brutta faccia
del modello a parte, potete giudicare voi dalle foto quanto possano esser
pratiche per poter affrontare l'estate senza pregiudicare il futuro estetico
della nostra cicatrice.
Note
sull'assunzione degli ormoni: nella maggior parte dei casi la
pillolina da assumere a vita sarà l'Eutirox (Levotiroxina).
E' IMPORTANTE assumerla almeno mezz'ora
prima dei pasti (meglio la mattina mezz'ora prima di colazione) perchè
il cibo limita l'assorbimento dell'ormone; per lo stesso motivo bisogna
fare attenzione anche ad assumerla il più lontano possibile dagli
antiacidi/inibitori della pompa protonica. Esistono anche formulazioni
in gocce (come il Tirosint) che hanno meno limitazioni e sono più
adatte a chi soffre di malaassorbimenti come i celiaci o chi soffre di
gastriti croniche, problema che comunque si può compensare anche
semplicemente aumentando la dose sotto indicazione dell'endocrinologo .
Se volete scambiare opinioni, chiedere informazioni
su qualsiasi centro in Italia o semplicemente trovare conforto, solidarietà
ed amicizia riguardo la iodioterapia vi consiglio la sezione di un bellissimo
forum: http://www.forumsalute.it/community/forum_55_malattie_della_tiroide/thrd_75199_radioiodio_post_intervento_info_ed_esperienze_1.html
oppure riguardo le malattie della
tiroide (diviso per argomenti): http://www.forumsalute.it/community/forum_55_malattie_della_tiroide_1.html
Poi abbiamo anche un bel gruppo di Facebook
molto attivo e frequentato da amici simpaticissimi: https://www.facebook.com/groups/senzatiroide/
Se dovesse servirvi
la mia email è steverm@libero.it
Ultima revisione Nov 2014
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