Appunti di Viaggio in Egitto
E’ una realizzazione: SteveR On line da Gennaio 1999
APPUNTI DI VIAGGIO SULL’ EGITTO
(Cairo, Giza, Deserto del Sinai, Sharm El Sheikh)
Maggio 1999
Premesse:
mi
sembra
piuttosto
arduo
tracciare
in
due
parole
la
storia
dell’Egitto,
una
delle
culle
della
civiltà,
quindi
darò
mano
mano,
durante
il
racconto,
accenni
storici
ai
vari
luoghi
citati.
Il
clima
è
tipicamente
quello
del
deserto,
quindi
caldissimo
di
giorno
e
più
fresco
durante
la
notte.
Tuttavia
nei
periodi
più
caldi
(tarda
primavera-estate-primo
autunno)
fa
abbastanza
caldo
anche
di
notte.
Il
miglior
periodo
per
visitarlo
va
da
Maggio
a Settembre quando le temperature sono sempre molto alte ma attenzione…d’estate è facile superare i 40 gradi !
Sulle
coste
(sia
del
Mediterraneo,
sia
del
Mar
Rosso)
si
può
spuntare
qualche
grado
in
meno
ma
bisogna
comunque
stare
sempre
attenti
ai
“colpi
di
calore”,
che
possono
dare
vari
disturbi
compreso
quelli
simili
alla
famosa
“maledizione
di
Tutankhamon”
(che
in
genere
si
prende
quando
si
ingerisce
acqua
infetta…ma
non
solo
!).
Non
piove
mai
e
si
può
fare
il
bagno
tutto
l’anno
(almeno
nel
Mar
Rosso).
Infatti
nonostante
d’inverno
in
località
come
Sharm
o
Hurgada,
la
notte,
il
termometro
possa
scendere
sotto
i
10
gradi,
di
giorno
torna
rapidamente
sopra
i
20
a
causa
della
forte
insolazione,
inoltre
il
Mar
Rosso
egiziano
è
un’eccezione
climatica:
non
si
trova
ai
tropici
(ad
esempio
Sharm
si
trova
400
Km
più
a
Nord
del
tropico)
eppure
la
temperatura
dell’acqua
e
quindi
anche
gli
esseri
viventi
marini
sono
tropicali…quindi
nessun
problema
a
fare
snorkeling
a
Capodanno
anche
se
con
una mutina indossata è meglio visto che comunque in acqua fa fresco !
In
località
turistiche
come
Sharm
gli
operatori
turistici
locali
sono
spesso
cristiani
e
parlano
correttamente
la
nostra
lingua
perchè
provengono
dalla
scuola
alberghiera
dei
frati
Salesiani
di
Don
Bosco
al
Cairo
dove
si
studiano
tutte
le
materie
in
lingua
italiana.
Come
sensazione
politica
generale,
parlando
con
la
gente
del
luogo,
l’Egitto
mi
è
sembrato
un
paese
che
per
motivi
etnici-religiosi
si
dichiara
musulmano
ma
che
è
in
realtà
molto
più
occidentale di quello che vuole far credere .
La
gente
è
abbastanza
disponibile
e
tollerante
nei
confronti
degli
stranieri
(nei
siti
turistici
e
nella
capitale)
e
vanta
tutt’ora
una
grande
tradizione
cristiana
radicata
nei
secoli
con
molte
chiese
copte
visitabili
(prima
della
venuta
degli
Arabi
l’Egitto
era
forse
il
paese
più
cristiano
dell’epoca).
Al
Cairo
per
esempio
sono
conservate
le
spoglie
di
S.Marco
sequestrate
per
anni
dai
Veneziani
e
la
stanza
dove
Maria,
Giuseppe
e
Gesù
bambino
si
rifugiarono quando scapparono dalle persecuzioni.
Sconsiglio
il
“fai
da
te”
anche
perchè
per
girare
in
Egitto
è
obbligatoria,
fuori
dei
grandi
centri,
la
scorta
armata
(e
se
non
sei
in
comitiva
organizzata
non
te
la
danno
!),
inoltre
nelle
comunità
più
sperdute
del
deserto,
mi
hanno
raccontato
alcuni
avventurosi,
gli
stranieri
vengono
accolti
piuttosto
maluccio (a sassate per esempio).
Per
fortuna
gli
hotels
ed
i
villaggi
(anche
se
costruiti
per
un
turismo
“di
massa
“)
organizzano
tutta
una
serie
di
escursioni
che
riescono
a
soddisfare
abbastanza sia il turista che il viaggiatore per i loro buoni contenuti culturali e naturalistici.
Fuso Orario: +1 Ora (quando da noi è in vigore l’ora legale)
Tour Operator: Swan Tour
Il
nostro
Viaggio
:
I
prezzi
contenuti,
la
vicinanza
dall’Italia
e
il
grande
fascino
del
paese
facevano
dell’Egitto
una
meta
ideale
per
un
viaggetto
di
una
settimana,
durante
l’anno
lavorativo,
un
viaggio
poco
impegnativo…da
“comodone”,
di
quelli
da
organizzare
all’ultimo
momento
ma
non
per
questo
di
serie
B
!!!
Era
Domenica
2
Maggio
ed
eravamo
pronti
per
partire.
Avevo
dovuto
scegliere
tra
fare
una
meravigliosa
e
culturale
crociera
sul
Nilo
o
un
banale
soggiorno
a
Sharm
El
Sheikh
sul
Mar
Rosso:
la
voglia
infinita
ed
incolmabile
di
mare
e
la
passione
per
lo
snorkeling
mi
avevano
fatto
scegliere
quest’ultima
località
promettendomi
di
fare
qualche
escursione
“culturale”
per
saziare
la
mia
fame
di
storia
egizia
che
fin
da
piccolo
mi
aveva
affascinato e che oggi fa tanto “tendenza e moda”.
Partimmo
la
mattina
da
Roma-Fiumicino
con
un
volo
Alitalia
che
atterrò
direttamente
a
Sharm,
sulla
lunga
e
piana
pista
nel
deserto,
dopo
circa
tre
ore
(per
fortuna
il
viaggio
era
breve
poichè
i
programmi
televisivi
non
erano
in
italiano
ed
i
giornali
erano
finiti
!).
Durante
il
volo
ammirai
il
paese
che,
visto
dall’alto,
è
praticamente
un
immenso
deserto
(
la
parte
finale
del
Sahara).
Sbarcato
dall’aereo
mi
scontrai
subito
con
il
caldo
e
la
cruda
realtà
locale
(che
a
molti
inesperti
di
viaggi
può
dare
un
impatto
impressionante
molto
forte):
una
confusione
da
bolgia
dantesca,
rumori,
grida,
olezzi
ascellari
molto
accentuati,
“…quivi
sospiri
pianti
ed
alti
guai
risonavan
nell’aer
cheto
sanza
stelle…
per
cui
al
cominciar
ne
lacrimai…”
Il
nastro
trasportatore era pattugliato da egiziani pronti a prenderti la valigia per poi posartela immediatamente vicino a terra… dietro lauta mancia !
Anch’io
offrii
un
dollaro,
ma
dopo
averlo
messo
in
tasca,
l’uomo
mi
disse
che
preferiva
le
lire
italiane
e
che
quindi
gli
dovevo
1.000
lire
…hi,hi
!
si
respirava di già l’aria dell’Oriente !
Poi
un’enorme
folla
si
accalcava
disordinatamente
vicino
uno
sportello
(sembrava
una
di
quelle
strutture
posticce
dove
da
noi
si
vendono
in
strada
i
biglietti
della
lotteria)
dove
capii
che
si
timbravano
i
visti.
Impressionante
la
sgarbatezza
con
la
quale
il
tizio
timbrava
i
passaporti
sbattendoli
sul
tavolo
e
con
la
quale
li
restituiva
ai
proprietari
(a
me
lo
hanno
tirato
letteralmente
!)
Racconto
tutto
questo
non
per
impressionare
i
futuri
viaggiatori
ma per abituarli ad assecondare alcuni aspetti marginali dei comunque pittoreschi di alcuni paesi arabi.
Il
visto
sul
passaporto
è
una
faccenda
sulla
quale
mi
voglio
soffermare.
Questa
marca
da
bollo
di
poche
decine
di
mila
lire
si
può
fare
direttamente
nell’aeroporto
di
Sharm
El
Sheikh
ma
non
è
obbligatoria
anche
se
conviene
farla…
mi
spiego
meglio:
per
la
permanenza
a
Sharm
il
visto
non
è
richiesto,
ma
subito
fuori
si.
Per
cui
in
qualsiasi
escursione
si
faccia
anche
di
pochi
km
fuori
il
paese
(per
esempio
lo
snorkeling
a
Ras
Mohamed,
ma
tratterò
più
avanti
l’argomento
escursioni)
si
richiede
questo
benedetto
visto
ed
i
numerosi
posti
di
blocco
che
fasciano
Sharm
fanno
controlli
accurati
sempre
!
anche
se
si
viaggia
in
pulman
insieme
a
molte
persone
!
Non
parliamo
poi
se
andate
al
Cairo
!
Altra
dritta
importante:
il
visto
scade
nel
momento
che
si
lascia
l’Egitto,
quindi
se
avete
intenzione
di
farvi
l’escursione
giornaliera
a
Petra
in
Giordania
(quindi
fuori
dall’Egitto)
tenetela
per
ultima,
in
quanto
al
vostro
ritorno
il
vostro
visto
sarà
nullo
e
se
vorrete
fare
altre
escursioni
fuori
Sharm
dovrete
rifarlo.
(Attenzione:
info
relative
all’anno 1999).
Un contrattempo, uno sfogo:
Fuori
dall’aeroporto
ci
aspettavano
i
corrispondenti
del
tour
operator,
Roberto,
un
ragazzo
italiano
(ma
vissuto
in
Egitto
tanto
tempo
da
amare
questa
terra
più
della
propria
famiglia)
ed
un
paio
di
locali.
Subito
capimmo
(nonostante
la
lingua
araba)
che
c’era
qualcosa
che
non
andava
con
il
nostro
albergo
(avevamo
prenotato
il
Sonesta
Beach
a
Naama
Bay),
poichè
ci
facevano
salire
prima
su
un
pulman,
poi
su
un
altro…poi
la
spiegazione:
<<
c’e
un
piccolo
cambio
di
programma,
ma
nessun
problema,
nel
cambio
ci
guadagnerete
!
>>
le
mie
preoccupazioni
si
fecero
certe
(non
so
come
mai
talvolta
i
guai
li
fiuto
nell’aria…)
<<
non
andrete
più
al
Sonesta
Beach
perchè
le
stanze
sono
tutte
piene,
ma
al
MovenPick
Golf
Hotel,
un
hotel
5
stelle
“lusso”
>>.
Cercai
di
protestare
ma
ci
dissero:
<<
prima
vedere…poi
dire
!
>>
e
quindi
andammo
a
dare
un
occhiata.
Fu
come
un
cazzotto
nello
stomaco
quando
mi
accorsi
che
si
trovava
lontanissimo
dal
mare
nel
deserto
!
Avevo
prenotato
un
Hotel
vicino
la
spiaggia
per
fare
comodamente
snorkeling
(e
a
fatica
ero
riuscito
a
scartare,
con
le
poche
info
disponibili,
gli
hotels
che
non
avevano
davanti
una
barriera
corallina)
ed
ora
mi
trovavo
nel
peggior
posto
che
mi
poteva
capitare,
in
piena
desolazione
!
A
dire
il
vero
pare
ci
fosse
una
strada
interna
all’Hotel
che
portava
al
mare
ma
era
lunga
Km
ed
arrivati
sulla
costa
bisognava
poi
scendere
da
una
collina
una
marea
di
scalini,
cosa
improponibile
sotto
il
caldo
con
le
varie
maschere,
pinne,
acqua,
macchinette
fotografiche
ed
altro…soprattutto
dopo
aver
prenotato
un
hotel
sul
mare
!!!
Non
solo…avevo
scelto
il
Sonesta
Beach
(da
non
confondere
con
il
Sonesta
Club,
non
sul
mare)
anche
perchè
era
una
struttura
in
stile
arabo
(anche
l’occhio
vuole
la
sua
parte)
e
perchè
la
sera
sapevo
che
c’era
un
“pò
di
vita”
come
grigliate
sulla
spiaggia
o
spettacoli
tipici
egiziani
(dal
momento
che
si
trattava
di
una
vacanza
in
un
luogo
turistico
di
massa
“per
definizione”
tanto
valeva
divertirsi
un
pò…),
mentre
mi
ritrovavo
in
un
tristissimo
hotel
che
aveva
in
più
solo
la
parola
“lusso”
dopo
le
5
stelle
(da
me
prenotate
)
ma
che
era
freddamente
arredato
in
stile
occidentale
e
che
la
sera
non
aveva
alcun
spettacolo
folcloristico
o
intrattenimento
(un
paio
di
sere
solo
una
triste
cantante),
in
pratica
a
nanna
dopo
cena,
dal
momento
che
era
pure
lontano
dal
centro
di
Sharm
(diversamente
dall’hotel
da
me
prenotato
!).
La
mia
furia
si
abbattè
contro
l’accompagnatore
insieme
a
quella
di
altre
famiglie
alle
quali
era
toccata
la
stessa
malasorte.
Il
personale
locale
non
faceva
che
ripetere
la
filastrocca:
<<
questo
hotel
è
più
lussuoso…
una
legge
Egiziana
rende
lecito
il
cambiamento
improvviso
di
sistemazione
purchè
di
livello
non
inferiore…
questo
è
l’albergo
dove
viene
il
nostro
amato
presidente
Mubarak
Hosni
>>
Soprattutto
sulla
faccenda
dell’hotel
dove
soggiornava
il
“presidente”
veniva
data
una
grande
enfasi,
ma
chissenefrega
!:
Mubarak
gode
senz’altro
della
mia
stima
come
uomo
“illuminato”
e
di
pace,
che
riesce
abilmente
a
districarsi
tra
l’islamismo
e
“
l’occidentalismo”,
ma
ai
fini
“vacanzieri”
non
mene
frega
nulla.
In
effetti
notai
nei
Telegiornali
Italiani,
gli
anni
seguenti,
che
molti
riunioni
durante
le
varie
crisi
politiche
tra
islamici
ed
occidentali
vennero
tenute
da
Mubarak
in
quell’hotel
ma
questo
nulla
entra
con
il
mio
snorkeling,
nè
i
mille
cartelli
e
statue
raffiguranti
l’immagine
del
“presidente”potevano
plagiarmi
a
favore
del
MovenPick
(diversamente
da
come
è
avvenuto
per
la
popolazione
che
lo
idolatra
quasi
fosse
un
moderno
faraone
!).
Una
coppia
di
sposetti
cedette
alla
fine
alla
sorte,
un’altra
famiglia
con
bambini
promise
un’azione
legale
(ma
poi
abbandonò
l’idea
perchè
venne
a
sapere,
una
volta
in
Italia,
che
poteva
intraprenderla
solo
nei
confronti
dell’agenzia
con
la
quale
c’era
un
rapporto
buono
da
anni,
anzichè
verso il tour operator), io continuai la protesta a brutto muso (e pure qualche parolaccia multilingua !).
Mi
spiace
farvi
la
telecronaca
della
mia
disavventura
ma
è
bene
conoscere
gli
imprevisti
che
possono
accadere
in
un
viaggio
anche
se
organizzato,
per sapere come regolarsi e a questo proposito proseguirò schematicamente:
–
mi
riportarono
indietro
al
Sonesta
per
chiedere
di
nuovo
una
stanza
(dal
momento
che
eravamo
rimasti
solo
noi
delle
tre
coppie
danneggiate)
e
per
capire
cosa
era
successo
(nel
frattempo
una
coppia
di
clienti
dell’albergo
ci
raccontò
che
una
comitiva
di
“russi
senza
prenotazione
“
con
molti
“rotoli
di
dollari
di
grande
taglio”
(probabilmente
mafiosi)
aveva
offerto
alla
reception
una
cifra
alta
per
far
“liberare”
le
stanze,
fantasia
o
realtà
?…io
ipotizzai realtà !).
–
niente
da
fare
con
le
stanze…iniziò
un
pellegrinaggio
negli
alberghi
di
Sharm
(pellegrinaggio
che
mi
permise
di
acquisire
una
certa
conoscenza
degli
hotels di Sharm…vi può essere utile ?)
Baron – ottimo hotel, lussuoso, lontano dal centro ma con una meravigliosa barriera corallina.
Coral Bay – sull’omonima baia, ottima struttura con una superba barriera corallina con piscina annessa, molto bello !
Pyramisa – Ok barriera corallina, ottimi prezzi.
Sonesta
Club
–
Pulito,
bello
ma
per
andare
al
mare
bisogna
attraversare
lo
stradone
principale
dove
le
auto
sfrecciano
paurosamente
a
tutta
velocità
ignorando i pedoni; comunque più avanti c’è un moderno ospedale…
Marriott – Ben attrezzato soprattutto dal lato dell’animazione ma il mare di fronte è sabbioso, privo di barriera corallina.
Kahramana – al centro di Sharm, ma una stella in meno, non sul mare e comunque lontano da barriere.
Sofitel – discreta barriera, livello medio, poca confusione rispetto il vicino e più lussuoso Sonesta Beach.
Ovunque ( tranne al Kahramana) la risposta fu la stessa: <<non c’è posto !!! tutto esaurito !!!>>
Pyramisia – ottima barriera corallina con pontile, discreto rapporto prezzo/qualità non lussuosissimo.
Chiaramente si tratta solo della mia opinione relativa all’anno 1999.
–
si
fece
sera
(un
giorno
di
incazzature
feroci
completamente
sprecato),
cenai
al
Sonesta
Beach
senza
pagare
(avevo
teoricamente
prenotato
in
Italia
la mezza pensione ), ma poichè non risultavo alloggiato lì, mi minacciarono di chiamare la Polizia, me ne infischiai alla grande…non mi arrestarono !
–
ore
23,30
dovetti
cedere
ad
alloggiare
al
MovenPick;
in
cambio
della
mia
temporanea
capitolazione
mi
offrirono
(anche
grazie
al
Sig.
Roberto
che
fu
l’unica persona che si occupò di noi attivamente e continuatamente) :
1)
passaggi
gratuiti
in
auto/pulman
(anche
in
sei
in
una
Ford
Fiesta
a
160
Km/h)
dal
MovenPick
al
Sonesta
Beach
(per
fare
un
pò
di
snorkeling)
e
viceversa, poichè la navetta “standard” dell’Hotel non andava bene in quanto portava in un punto della costa privo di barriera.
Peccato che questo servizio offerto si rivelò molto scarso a causa dei forti ritardi rispetto gli appuntamenti presi.
2) 4 pranzi gratuiti al Sonesta Beach (che mi permettevano di rimanere in spiaggia anche il pomeriggio).
Peccato
che
ogni
volta
che
veniva
il
momento
del
conto
dovevo
rispiegare
tutto
l’accaduto
in
inglese,
chiamare
il
direttore,
aspettare,
questionare…(che stress!)
3) Escursione pagata a Ras Mohamed
Ben
poche
cose
rispetto
il
fatto
di
aver
comprato
(pagato)
una
cosa
e
averne
ricevuto
un’altra
!
Al
ritorno
dalla
vacanza
inoltrammo
una
raccomandata
con
ricevuta
di
ritorno
alla
Swan
Tour
ma
non
si
degnarono
neanche
di
risponderci,
probabilmente
non
ritennero
che
il
cliente
fosse
il
bene
per
loro
più
prezioso
!
Anche
i
solleciti
fatti
dalla
nostra
agenzia
non
ebbero
un
seguito.
Da
sottolineare
che
alla
nostra
partenza
da
Sharm
verso
l’Italia
spuntò
dal
nulla
all’aeroporto
una
ragazza
italiana
(che
avevamo
incontrato
solo
al
nostro
arrivo
a
Sharm)
che
con
molta
arroganza
voleva
farci
firmare
(ma
non
ci
riuscì)
un
pezzo
di
carta
(una
liberatoria)
nel
quale
dichiaravamo
alla
Swan
Tour
che
eravamo
stati
bene
ed
anzi
avevamo
avuto
più
di
quello
che
ci
spettava
e
che
nulla
più
ci
era
dovuto…di
fronte
al
nostro
rifiuto
di
firmare,
la
ragazza
ci
disse:
<<
tanto
non
potrete
fare
niente,
non
vedrete
uno
straccio
di
risarcimento
!!!
>>
(esattamente
le
stesse
parole
che
ci
aveva
detto
la
mattina
appena
sbarcati
all’inizio
della
vacanza)
…ed aveva ragione !!!
Purtroppo
le
leggi
italiane
non
tutelano
il
consumatore,
a
meno
che
voglia
sborsare
soldi
per
avvocati
o
iscrizioni
ad
associazioni
per
la
tutela
ed
avere
molto
tempo
a
disposizione
infognandosi
con
esposti
o
denunce
(quindi
per
me
:
ferie
e
pazienza
che
non
ho
!)…
e
non
è
comunque
detto
che
si vinca… !!!
Chiudiamo
con
l’accaduto
(sono
stato
palloso,
lo
ammetto
ma
mettetevi
nei
miei
panni
!)
e
finalmente
passiamo
alla
vacanza
(o
quello
che
resta,
5
giorni soli !).
Descriviamo
brevemente
Sharm:
anticamente
era
una
piccolo
villaggio
situato
sulla
collina
che
poi
pian
piano
si
sviluppò
sulla
costa,
a
Naama
Bay
nella
penisola
del
Sinai,
penisola
sacra
perchè
si
narra
che
qui
Mosè
ricevette
da
Dio
le
tavole
dei
comandamenti
e
fu
anche
il
terreno
di
fuga
degli
Ebrei
verso
la
terra
promessa.
Negli
anni
90
si
sviluppò
un
turismo
di
massa
che
occupò
con
gli
hotels
e
i
villaggi
tutta
la
baia,
espandendosi
verso
Nord
verso
Shark
e
Coral
Bay.
Il
centro
del
paese
è
formato
da
negozietti
e
piccoli
locali
dove
lavorano
egiziani
provenienti
soprattutto
dal
Cairo
e
che
spesso
si
alternano
a
rotazione
per
alcuni
mesi.
La
vita
ha
costi
più
europei
che
egiziani.
All’interno
della
costa
c’è
solo
deserto
talvolta
recintato
perchè
sono
ancora
presenti
vaste
aree
dove
sono
interrate
molte
mine
anti-uomo
(si
stima
circa
23
milioni
!),
un
regalino
lasciato
dalla
guerra
dei
tre giorni con Israele. Nei negozi turistici si parla l’italiano e si accettano le lire oltre che pounds e carte di credito.
La
mattina
del
3
Maggio
ci
recammo
in
pulman
alla
spiaggia
del
Sonesta
Beach.
Come
tutte
le
spiagge
di
Sharm
era
fatta
da
una
sabbia
granulosa
color
rosso
(la
sabbia
del
deserto,
che
arriva
sino
al
mare),
priva
di
vegetazione
ed
affollata
di
ombrelloni.
Come
tutte
le
spiagge
di
Sharm
era
invasa
da
una
bolgia
di
turisti
(tipo
riviera
romagnola,
senza
offesa
s’intende
!),
con
musica
da
discoteca
che
gareggiava
nell’aria
(come
volume)
con
gli
squilli dei mille telefonini italiani !
Una
nota:
alcune
riviste
e
cataloghi
di
tour
operator
asseriscono
che
in
Egitto
non
è
possibile
portare
con
sé
il
proprio
telefono
cellulare
pena
il
sequestro
dello
stesso
alla
dogana:
tale
avvertimento
è
infondato
e
di
conseguenza
la
possibilità
di
effettuare
roaming
non
è
soggetta
ad
alcuna
restrizione…io però preferisco la gente che parte senza cellulare (ma è una mia opinione).
Sparse
tra
la
folla
spuntavano
di
tanto
in
tanto
animatori
(ed
animatrici)
i
quali
proponevano
(e
spesso
mendicavano)
giochini
infantili
per
lobotomizzati
tipo
“la
gara
dell’aperitivo”,
“il
disco-beach”
o
robe
del
genere
!
Il
tutto
sotto
un
caldo
soffocante,
dopo
un
giorno
di
incazzature
ed
un
bicchiere di tamarindo omaggiato !
Sapevo
bene
che
a
Sharm
non
avrei
mai
incontrato
una
delle
tipiche
calme
spiagge
da
paradiso
tropicale
che
avevo
trovato
nell’Oceano
Pacifico
o
nell’Indiano ma non pensavo che si potesse arrivare a tanto !
Le
mie
paranoie
mentali
si
placarono
una
volta
dentro
l’acqua,
sia
per
il
fresco,
sia
per
quello
che
trovai.
Infatti
a
poche
bracciate
dalla
riva
si
aprì
tutto
un
mondo.
Nonostante
in
superficie
dovetti
schivare
qualche
moto
d’acqua,
un
motoscafo
maldestro,
un
barcone
turistico
con
il
fondo
di
vetro
e
un
paio
di
ciccioni
con
le
pinne,
sotto
un’acqua
incredibilmente
trasparente
e
pulita
resisteva
un
ambiente
brulicante
di
vita
!
A
pochi
metri
dalla
calca
dei
bagnanti
vi
era
una
piccola
barriera
profonda
solo
3-4
metri
dove
vivevano
grandi
formazioni
di
corallo
coloratissimo
(meglio
di
quelle
delle
Maldive)
gialli,
rosa,
rossi
e
neri,
e
molti
altri
esseri
come
spugne,
stelle
marine,
ricci.
I
pesci
poi
erano
abbondantissimi
:
pesci
pappagallo,
farfalla,
balestra,
chirurgo,
razze,
murene,
etc…c’era
insomma
la
solita
“banda
tropicale”
con
una
particolare
abbondanza
di
grandi
cernie
rosse
lunghe
anche
un metro e di pesci scorpione !
Per
chi
alloggia
al
Sonesta
Beach,
la
barriera
(che
inizia
in
questo
punto
di
Naama
Bay)
si
trova
sulla
sinistra
(guardando
il
mare,
cioè
a
Nord)
e
prosegue verso il Sofitel. Non è ricca come quella degli Hotel verso Shark Bay o Coral Bay ma si possono fare ugualmente delle belle foto…
quindi portatevi la macchinetta fotografica impermeabile.
Un’altro
capitolo
importante
è
la
cucina
egiziana:
ottima
!
(l’avevo
già
provata
a
Roma
prima
di
partire)
a
base
di
salse
speziate
ed
a
questo
proposito
voglio
consigliare
le
polpettine
di
fave,
gli
spiedini
di
carne
(spesso
di
montone),
i
passati
di
legumi
(soprattutto
fave
e
fagioli
neri),
la
tipica
“shami”:
una
focaccia,
gli
arrosti
di
capra
o
agnello
e
poi
naturalmente
ceci,
peperoni,
zucchine,
riso,
cus-cus,
patate,
lenticchie
rosse,
formaggio
greco,
pesce…
I
dolci
sono
invece
un
po’
“troppo
dolci”
per
i
miei
gusti
e
talvolta,
come
nel
caso
del
“katalef”
di
mandorle
e
noci,
addirittura
fritti.
Squisita
è
la
birra,
che
si
trova
dappertutto,
nonostante
la
religione
musulmana
ne
vieti
l’uso
ai
propri
fedeli
!
…non
scordiamoci
che
la
birra
è
stata
inventata
dagli
antichi
egizi
(anche
se
l’antica
ricetta
priva
di
malto
gli
conferiva
un
sapore
di
“fogna”).
Come
in
tutto
il
Nord-Africa
è
presente
anche
una
produzione
di
buona
qualità
di
vini
ed
olio.
Si
può
finire
il
pasto
con
un
Karkadè
caldo
(servito
anche
gratuitamente
spesso
in
spiaggia)
oppure
il
tipico tè arabo, magari alla menta…naturalmente sempre a temperatura da altoforno !!!
La
sera
dopo
cena,
insieme
con
altri
turisti,
ci
recammo
a
tutta
birra
in
“sei”
nella
Ford
Fiesta
nera
dei
nostri
amici
egiziani
(fui
quasi
sodomizzato
dal
cambio
!)
all’Hotel
Kahramana
dove
assistemmo
nell’ampio
terrazzo
all’ultimo
piano
ad
uno
spettacolo
di
folclore
locale:
balletti,
sceneggiate,
costumi,
danza
del
ventre
con
o
senza
coinvolgimento
del
pubblico,
canzoni
e
musiche
tipiche
nonchè
una
lunga
e
spettacolare
esibizione
di
“whirling “.
Entrerò
nel
dettaglio:
sfido
chiunque
dei
partecipanti
ad
aver
capito
realmente
cosa
stava
vedendo
al
di
là
del
fatto
puramente
esteriore
che
fa
del
“whirling”
(dall’
inglese
whirl:
girare,
roteare)
uno
spettacolo
molto
artistico,
durante
il
quale
un
uomo
gira
vorticosamente
per
molto
tempo,
facendo
tutta
una
serie
di
figure
con
le
gonne,
stoffe,
e
quanto
di
abbigliamento
indossa.
In
realtà
è
qualcosa
di
più:
è
una
delle
tipiche
manifestazioni
legate
alla
dottrina
islamica-filosofica
del
“sufismo”,
una
cerimonia
religiosa
di
musica
e
danza
che
dopo
oltre
700
anni
viene
ancora
praticata.
<<
Attraverso
l’esperienza
diretta
della
sorgente
di
energia
ed
estasi
che
i
suoi
metodi
risvegliano,
il
sufismo
aiuta
a
ricordare
il
divino
dentro
di
noi.
Attraverso
il
“whirling”
(la
danza
dei
“dervisci”),
si
può
avere
l’esperienza
di
muoverci
nell’abbandono
più
totale,
pur
rimanendo
centrati
e
silenziosi
nel
profondo
di
noi
stessi.
Con
il
canto,
si
aggiungerà
a
tutto
ciò
l’ingrediente
della
celebrazione,
che
in
passato
ha
guadagnato
al
sufismo
il
nome
di
“via
del
cuore”.
Al
centro
di
questo
fluire
gioioso
e
potente,
sarà
possibile
percepire
e
godere
la
dimensione
più
sottile
ed
essenziale
della
nostra
energia >>.
4
Maggio,
dopo
aver
snorkellato
un
po’
la
mattina,
il
pomeriggio,
verso
le
16
ci
incontrammo
con
i
nostri
“angeli
custodi”,
due
ragazzi
che
avendo
seguito
la
nostra
disavventura
ci
avevano
preso
in
amicizia,
i
quali
ci
portarono
a
fare
la
classicissima
“
cammellata
nel
deserto
“
o
forse
sarebbe
meglio dire “dromedariata” visto che in Africa ci sono i dromedari (mentre i cammelli si trovano in Asia).
Con
la
loro
utilitaria
ci
addentrammo
nel
deserto
(molto
suggestivo
!)
dove
carovane
di
nomadi,
greggi
di
capre
o
semplicemente
donne
sole,
girovagavano
sotto
il
sole
cocente,
con
i
loro
tipico
abbigliamento
beduino.
Arrivammo
in
un
canalone
di
pietra
dove
spiccava
il
solo
albero
incontrato
per
miglia
(una
spinosissima
acacia)
e
dove
da
un
lato
c’erano
dei
ragazzini
che
tenevano
a
guinzaglio
tramite
una
corda
degli
esili
dromedari.
Dopo
una
breve
trattativa
ci
fecero
montare
in
groppa.
E’
una
cosa
assolutamente
da
provare,
ma
vi
devo
anticipare
che
è
scomodissima:
nella
mia
vita
ho
cavalcato
cavalli,
asini,
muli,
parecchie
volte
l’elefante,
persino
da
ragazzino
dei
grossi
cani,
ma
non
ho
visto
niente
di
più
scomodo
!
Stare
in
cima
ad
una
gobba
che
non
è
certo
un
“osso”,
bensì
oscilla
più
o
meno
“mosciamente”
,
stare
seduto
sopra
un
sellino
durissimo
e
strettissimo
(mi
chiedevo
come
poteva
entrarci
un
sedere
fuori-standard
!),
dove
un
bastone
centrale
(che
fa
parte
del
baldacchino)
ti
spreme
le
“pelotes”
(la
posizione
delle
gambe
“maschile”
è
infatti
diversa
da
quella
“femminile”
che
è
invece
un
tantino
più
dritta
e
quindi
stabile
!)
è
veramente
un
impresa
ardua,
soprattutto
nelle
fasi
di
“crick”,
durante
le
quale
il
dromedario
(con
sopra
il
malcapitato
)
sale
(o
viceversa
scende)
con
un
movimento
a
scatti
a
più
riprese
o
meglio
a
“crick”
(intendo
il
crick
dell’auto
!).
Ben
diverso
dal
cavalcare
un
vero
cammello
che
se
non
altro
ha
la
sella
ben
stabile
tra
una
gobba
e
l’altra
!
Scherzi
a
parte,
fu
una
cosa
molto
simpatica
che
terminò
nel
più
classico
dei
modi:
“un
tè
nel
deserto
!”
sotto
le
tende
di
un
villaggio
beduino.
Mi
offrirono
le
loro
caratteristiche
focacce
(una
specie
di
piadine,
ma
meno
morbide,
cotte
sulla
legna)
e
mi
versarono
un
tè
bollentissimo
che
anche
dopo
venti
minuti
di
conversazione
non
accennava
a
scendere
neanche
di
un
grado
!!!
La
conversazione
fu
piacevole:
mi
raccontarono
un
po’
sulla
loro
vita,
molto
semplice
ma
non
povera
(
i
beduini
di
questa
zona
sono
infatti
molto
ricchi).
ll
governo
per
migliorare
le
loro
condizioni
abitative
(soprattutto
igieniche)
gli
aveva
costruito
delle
villette
(carine,
le
ho
viste
!),
ma
loro
avevano
preferito
il
silenzio
del
deserto
per
tradizione
!
Parlammo
anche
di
donne,
che
nella
loro
cultura
vengono
private
di
ogni
forma
di
“svago”
e
libertà.
Pensate
che
solo
gli
uomini
possono
possedere
jeep
con
le
quali
andarsi
a
divertire
al
paese,
mentre
le
donne
(con
il
permesso
degli
uomini)
possono
al
massimo
“divertirsi”
facendo
una
passeggiata nel deserto…magari se sono fortunate possono farsi ” un giro” con le capre del marito !
Quando
devono
partorire
vanno
nel
deserto
con
le
madri
e
le
suocere
e
devono
“
farlo
in
piedi”,
per
dimostrare
all’uomo
quanto
sono
“forti”
:
una
donna
con
una
fibra
forte
è
una
garanzia
per
una
buona
riuscita
dei
successivi
parti
e
metterà
al
mondo
molti
figli
senza
problemi
!
…ehhh
!
meditate…donne…meditate !
Comunque anche gli uomini hanno le loro “fregature”. Infatti non possono vedere mai prima di sposarsi il volto delle loro future mogli (che comunque
si
possono
ripudiare
senza
“giusta
causa”),
infatti
solo
le
donne
sposate
hanno
il
volto
scoperto
!
(nelle
civiltà
musulmane
più
emancipate
in
genere
è
l’inverso,
in
quelle
più
restrittive
invece
il
volto
e
non
solo
è
sempre
coperto
!).
Quindi
un
uomo
per
sperare
di
sposarsi
delle
donne
“carine”
ha
come
unica
ricerca
quella
di
analizzare
bene
i
volti
delle
future
suocere
e
sperare
che
la
vecchia
legge
di
Mendel
funzioni
bene
adottando
come
“carattere
dominate” quello della madre anzichè del padre !
Sotto
le
tende
i
beduini
vendevano
i
loro
manufatti
ma
non
furono
insistenti,
furono
più
pedanti
nel
tentativo
di
comprare
i
nostri
oggetti
(per
esempio un orologio al quarzo che portavo al polso) offrendomi consapevolmente anche il doppio di quello che valeva.
Tentarono
anche
di
comprare
mia
moglie
in
cambio
di
quattro
capre
…ma
non
sapevo
che
farmene
!l
giorno
seguente
(5)
decidemmo
di
usufruire
della
gita-omaggio
a
Ras
Mohamed,
il
parco
marino
protetto
appena
fuori
Sharm.
Ci
imbarcammo
la
mattina
a
bordo
di
un
pulmino
con
aria
condizionata
attrezzati
di
maschera,
pinne,
borraccia,
asciugamano
e
“passaporto
con
visto
valido”
che
fu
scrupolosamente
controllato
appena
fuori
il
paese presso una specie di dogana presidiata da militari.
Dopo
la
“mini-frontiera”,
la
“magnifica
desolazione”
(per
usare
una
frase
“lunare”):
deserto
rosso
e
polveroso
a
perdita
d’occhio…poi
un
cancello…un’altro
stradone…delle
strutture
enormi
in
cemento
che
simulavano
dei
grandi
massi
(molto
belle
)
e
ancora
deserto
sino
ad
arrivare,
dopo
una lunga strada bianca piena di curve e “voragini” , al mare.
Posammo
la
nostra
roba
in
spiaggia
(questa
volta
deserta
!)
e
ci
immergemmo.
Per
una
decina
di
metri
si
toccò,
poi
improvvisamente
la
barriera
che
scese
a
picco
sino
a
30
metri.
In
tutta
sicurezza
(tra
noi
c’erano
inesperti,
anche
anziani,
al
loro
primo
debutto
con
la
maschera
e
senza
pinne
!
…per
questo
consiglio
questa
escursione
a
tutti,
basta
sapersi
un
po’
reggere
a
galla
!)
seguimmo
il
bordo
della
barriera
(insieme
a
George,
la
nostra
giovanissima
guida
e
fornitore
di
passaggi
in
auto
durante
la
nostra
permanenza
a
Sharm),
vedendo
spettacoli
degni
dei
migliori
documentari
sui
mari tropicali.
La
ricca
“snorkellata”
durò
circa
20
minuti,
dopo
dei
quali
ci
si
rivestimmo
e
proseguimmo
in
pulman
l’escursione.
Seconda
tappa:
in
mezzo
al
deserto,
per
vedere
come
da
alcune
crepe
del
terreno
arrivava
da
lontano
il
mare,
formando
delle
pozze
cristalline
di
pochi
metri
dove
vivevano
indisturbati
gruppi
di
gamberetti.
Poi
di
nuovo
sul
pulman
sino
alla
“laguna
magica”,
una
spiaggia
con
di
fronte
un
tratto
di
mare
sabbioso
dove
l’acqua
prendeva
un
color
cielo
chiaro
molto
suggestivo
(mi
dissero
a
causa
della
particolare
composizione
del
fondo
ricco
di
piombo
e
a
causa
della
diversa
insolazione
la
laguna
cambiava
tre
volte
al
giorno
colore)
dove
ci
mettemmo
a
nuotare
(no
snorkeling
)
ed
a
prendere
il
sole.
Altra
mezz’ora
di
pausa
e
poi
tutti
di
nuovo
sul
pulman,
destinazione:
“main
beach”,
la
spiaggia
principale.
Con
una
certa
difficoltà
a
causa
della
strada
accidentata
e
stretta
arrivammo
in
una
spiaggetta
protetta
da
vari
costoni
di
roccia.
Una
struttura
posticcia
di
legno
ci
permise
di
posare
i
bagagli
(…e
le
teste)
all’ombra.
Poi
ci
avviammo
verso
il
reef.
L’acqua
era
talmente
bassa
(arrivava
al
ginocchio
al
massimo
!)
che
bisognava
seguire
un
corridoio
acquatico
praticamente
in
piedi,
camminando
per
circa
una
centinaio
di
metri
sino
alla
barriera
corallina
che
sprofondava
improvvisamente
a
70
metri
(non
si
vedeva
il
fondo
!).
Il
blu
“che
più
blu
non
si
può”
mi
avvolse
spezzato
solo
dai
colori
sgargianti
dei
coralli
ed
una
punta
di
timore
più
accattivante
che
realmente
preoccupante
mi
pervase
per
un
attimo,
l’impatto
tra
il
giallo-ocra
del
deserto
ed
il
blu
notte
del
mare
era
stato
troppo
violento
!
E’
inutile
dirvi
che
meraviglia
fu,
seguire
per
trenta
minuti
il
bordo
della
barriera
che
in
questo
punto
era
spesso
tutt’uno
con
la
montagna
che
cadeva
a
picco
sul mare ! Fantastico ! …neanche c’era stato bisogno di usare la mia mutina…tanto l’acqua era calda !
Verso l’ora tarda di pranzo tornammo in hotel dove prenotammo l’escursione di un giorno al Cairo.
La
giornata
del
6
Maggio
iniziò
molto
presto,
infatti
alle
6
ci
vennero
a
prendere
con
una
vecchia
auto
e
ci
portarono
all’aeroporto
dove
alle
7
ci
aspettava
il
volo
Sharm-Cairo
della
Orca-Air.
Un
simpatico
aeretto
appuntito
modello
sarcofago
di
Tutakhamon
(in
realtà
un
FirechildMetro
19
posti
senza
cesso
ma
con
tanto
di
bibita
tropicale
appoggiata
sul
bordo
della
poltrona)
ci
aspettava
per
il
panoramicissimo
volo
attraverso
il
deserto
sino
al
Cairo
della
durata
di
circa
50
minuti.
Notai
quanto
bello
dall’alto
fosse
il
trittico
Nilo-Cairo-Piramidi
!
Una
volta
sbarcati
nel
solito
caos
degli
aeroporti
egiziani
ci
riunimmo
ad
un’altra
coppia
ed
insieme
con
un
autista
locale
ed
una
guida
egiziana
in
lingua
italiana
(Asha)
entrammo
in
un
pulmino
in
direzione della “cittadella” Il traffico, il degrado, lo smog del
Cairo
era ai massimi livelli.
L’Islam
(per
me
la
mia
prima
esperienza)
si
mostrava
in
tutte
le
sfaccettature.
C’era
il
ricco
che
camminava
seguito
dalle
sue
mogli,
le
donne
con
il
volto
scoperto,
semicoperto,
completamente
coperto,
c’era
una
donna
che
indossava
il
classico
manto
nero
a
copertura
totale,
occhi
compresi,
sopra
il
quale
spiccavano
gli
occhiali
(mi
chiesi
come
faceva
a
vederci
bene,
dal
momento
che
guidava
un’auto
!),
c’erano
le
donne
del
“partito
delle
virtù”
(che
inveivano
contro
i
costumi
troppo
lascivi
delle
generazioni
moderne
!)
e
così
via
!
La
stessa
Asha
(la
guida)
una
ragazza
bilaureata
e
plurilingue
portò
per
tutta
la
giornata
un
fazzoletto
in
testa
e
un
castigatissimo
vestito
(faceva
40
gradi
!)
e
mi
raccontò
con
fierezza
e
contentezza
che
faceva
il
suo
lavoro
più
per
passione
che
per
garantirsi
un
futuro
economico
perchè
quando
si
sarebbe
sposata
avrebbe
obbligatoriamente
lasciato
il
lavoro
per
dedicarsi
al
suo
uomo
ed
alla
famiglia
ed
avrebbe
indossato
l’abito
che
gli
avrebbe
imposto
il
marito
(a
copertura
totale
o
semi-totale
a
seconda
della
della
mentalità
più
o
meno
aperta
del
futuro
marito
!)
.
Mi
spiegò
che
non
aveva
mai
fatto
un
bagno
in
mare
in
quanto
alle
donne
non
era
permesso
nuotare
o
stare
in
costume
(tranne
ultimamente
nelle
piscine
costruite
appositamente
per
le
donne).
Infatti
anche
a
Sharm
avevo
notato
famigliole
islamiche
sulla
spiaggia
nelle
quali
il
marito
in
costume
prendeva
il
sole,
usava
la
videocamera,
rideva,
discuteva
con
gli
altri,
ballava
o
snorkellava mentre le mogli in abiti succinti restavano a guardare.
Chiaramente questa non è assolutamente una critica alla società musulmana: ogni cultura va rispettata al massimo livello.
La prima tappa fu nella meravigliosa “cittadella” di Saladin.
Apro
una
parentesi
storica.
Saladin,
che
in
Egitto
è
quasi
un
eroe
nazionale,
è
lo
stesso
personaggio
definito
“feroce”
nella
memoria
Italiana
(ricordate
ad
esempio
la
corrispettiva
carta
del
Mercato
in
Fiera
?).
In
realtà
l’ingiusto
aggettivo
“feroce”
deriva
dall’appellativo
stampato
sulla
figurina
di
Saladin
di
un
concorso
degli
’20
della
Buitoni-Perugina
nel
quale
si
vincevano
dei
premi
a
seconda
di
quanti
album
delle
figurine
si
riuscivano
a
completare
(150
album
completati
valevano
addirittura
una
Fiat
Topolino
!)….
e
indovinate
quale
era
la
figurina
più
rara
da
trovare
all’interno
dei
prodotti
?
proprio
quella
del
“feroce
Saladino”
!
La
cattiva
fama
fu
poi
alimentata
dall’uscita
del
film
nel
1937
“Il
feroce
Saladino”
con
Angelo
Musco,
Alida Valli e Lino Carenzio.
In
realtà
Saladin
fu
tutt’altro
che
feroce
ma
piuttosto
tollerante,
generoso
e
soprattutto
leale
con
i
nemici.
Ovviamente
la
relativa
bontà
va
sempre
inquadrata
con
il
periodo
storico
quindi
anche
Saladin
non
fu
esente
da
atrocità
ma
senz’altro
minori
di
quelle
di
altri
personaggi
dell’epoca
come
ad
esempio i Crociati.
La
cittadella
si
trova
nella
parte
più
vecchia
della
città,
posta
su
una
collina,
completamente
fortificata,
dalla
quale
spicca
la
meravigliosa
moschea
di
Mohamed
Alì,
una
delle
più
antiche
e
soprattutto
visitabili
da
noi
“infedeli”
(donne
comprese
!)
Chiaramente
ricordo
sempre
che
nelle
visite
“culturali”
(Cairo,
Petra,
etc.)
bisogna
andare
vestiti
rispettosi
degli
usi
e
costumi
musulmani,
quindi
niente
minigonne
e
pantaloncini
per
le
donne
(anche
gli
uomini
è
meglio
che
indossino
i
pantaloni
lunghi
!)
e
nonostante
il
caldo
niente
abiti
sbracciati
od
ombelichi
fuori
(è
preferibile
avere
giubbino
pronto
da
mettere
quando
si
entra
nei
luoghi
sacri
!).
Un
altro
consiglio:
poichè
nelle
moschee
si
entra
senza
scarpe,
se
siete
schizzinosi
portatevi
dietro
un
paio
di
calzini
(magari
quelli
presi
in
aereo).
Inutile
descrivervi
la
bellezza
della
moschea
con
i
suoi
antichi
tappeti,
fregi,
lampadari,
disegni…guardate
le
mie
foto
ed
andateci
!
Fuori
invece
si
domina
tutta
la
città
dove
spiccano
le
altre
moschee
(non
visitabili),
il
caos
cittadino
e
le
case
dei
poveri,
talvolta
costretti
a
vivere
dentro
le
tombe
di
famiglia
dei
più
ricchi
!
Tra
suoni
e
canti
suggestivi
uscimmo
dalle
mura
della
cittadella
per
dirigersi
al
museo
egizio
del
Cairo.
Uno
dei
musei
più
interessanti
che
abbia
mai
visto,
quasi
interamente
riempito
con
gli
abbondanti
reperti
provenienti
dalla
tomba
di
Tutankhamon.
Quattro
ore
di
visita
senza
riuscire
neanche
a
vedere
il
museo
per
intero
!
Intorno
ai
reperti
vi
erano
molti
studenti
universitari
intenti
a
prendere
appunti,
disegnare…Eviterei
la
descrizione
dei
vari
reperti,
citando
solo
la
famosa
maschera
d’oro
di
Tutankhamon
(quella
spesso
riportata
sulle
copertine
di
alcuni
libri-romanzi…)
e
il
suo
sarcofago
!
Qualche
informazione
pratica:
all’entrata
del
museo
oltre
il
biglietto
d’ingresso
(compreso
nel
prezzo
dell’escursione)
bisogna
pagare
una
tassa
per
fotografare
(
il
corrispettivo
di
poche
migliaia
di
lire
italiane)
che
diventa
una
decina
di
volte
più
salata
se
si
vogliono
usare
le
video-camere.
Un’altro
extra
(che
vi
consiglio)
è
l’accesso
alla
sala
delle
mummie
(
circa
20.000
lire).La
giornata
continuò
con
un
ottimo
pranzo
innaffiato
dalla
mitica
birra
in
un
tipico
locale
con
vista
sulla
piana
di
Giza:
le
Piramidi..wow
!
Verso
le
due
del
pomeriggio
la
temperatura
salì
a
1000
gradi
all’ombra
ed
allora
decidemmo
di
andare
verso
il
deserto,
alla
periferia
della
città,
lontani
da
ogni
riparo,
all’ombra
delle
Piramidi
(ma
quale
ombra
d’Egitto
?
c’era
un
sole
perforante
a
picco
!
).
Le
piramidi
erano
chiuse
per
ristrutturazione
(ora
so
che
sono
aperte
)
ma
mantenevano
intatto
tutto
il
loro
fascino.
Ci
portarono
prima
sotto
le
piramidi
di
Chefren
e
Cheope,
poi
nel
classico
punto
panoramico
da
dove
si
potevano
fotografare
tutte
quante,
compreso
quella
di
Micerino
e
quelle
più
piccole delle loro mogli. Poi il giro continuò nell’area archeologica di Giza sino alla Sfinge.
I
venditori
intorno
ai
scavi
non
furono
molto
insistenti,
tranne
un
bambino
che
di
fronte
al
mio
rifiuto
di
comprargli
una
coca-cola
gelata,
me
la
mise
in mano e scappò via dicendo in inglese: << è per te, te la regalo ! >> (quando si dice: ricevere uno “schiaffo morale “!).
Infine
andammo
nell’interessantissimo
bazar
di
Kan
El
Kahili,
una
sorta
di
mercatino
delle
pulci,
nei
vicoletti
della
città
(turisticamente
sicuro
per
gli
abbondanti
controlli
)
dove
facemmo
buoni
affari.
Consiglio
vivamente
di
comprare
qui
tutti
i
souvenirs
e
i
regalini
da
riportare
in
Italia
come
statuette,
piatti
di
rame,
papiri
dipinti,
monili
d’argento,
scarabei
portafortuna,
soprattutto
magliette
di
cotone
(è
un
prodotto
nazionale
di
ottima
qualità
!)
perchè,
se
sapete
contrattare,
i
prezzi
sono
molto
convenienti
(molto
più
bassi
che
a
Sharm)
e
spesso
le
trattative
assumono
sfaccettature
molto
colorate
(io
ad
esempio
ho
barattato
un
vocabolarietto
italiano-inglese
trovato
nelle
confezioni
di
rullini
fotografici
con
una
maglietta
!).
Nei
vicoli, vidi anche delle “fumerie” dove si potevano assaggiare vari tipi di tabacco aromatizzato fumando con il narghilè.
La sera riprendemmo l’aereo e tornammo a Sharm veramente soddisfatti.
I
due
giorni
seguenti
li
dedicammo
al
mare
perchè
stavamo
un
pò
a
corto
di
“viveri”,
riproponendoci
di
tornare
un
altr’anno
per
fare
altre
escursioni.
A questo proposito vi elenco le altre possibilità di “escursione” da Sharm:
Tour delle barriere: si va in barca verso l’isola di Tiran alla scoperta dei migliori fondali corallini con pranzo a bordo.
Motorata nel deserto: un giro nel deserto a bordo delle “moto del deserto”
Santa
Caterina:
escursione
all’antico
monastero
dove
vivono
i
monaci
greco-ortodossi.
Fondato
nel
6°
secolo
d.c.
dall’imperatore
Giustiniano
conserva
mosaici
ed
icone
antiche
di
straordinaria
rarità.
La
leggenda
vuole
che
il
monastero
sia
costruito
nel
luogo
dove
Mosè
vide
il
rovo
bruciare
senza
consumarsi. L’escursione termina con la visita del mercato del villaggio di Dahab.
Alba
sul
Sinai:
ci
si
alza
di
notte
per
scalare
(trekking)
in
circa
3
ore
una
montagna
sul
Sinai
ed
ammirare
l’alba
(portarsi
il
maglione
perchè
fa
sempre
freddo !), poi si va a visitare il monastero di S. Caterina.
Canyon colorato: gita sino a Nuweiba dove inizia un canyon da visitare a piedi che possiede rocce dalle mille sfumature di colore. Pranzo al ristorante.
Jeep
Safari:
escursione
in
jeep
per
ammirare
i
paesaggi
marini
di
Aquaba
e
dello
stretto
di
Tiran
ed
i
paesaggi
desertici
all’interno
della
costa.
Sosta
nella valle di Rayan, famosa oasi dove si coltivano le palme da dattero.
Petra:
…ricordate
il
film
“i
predatori
dell’arca
perduta!
?
Questa
gita
vi
porta
in
Giordania,
a
Petra
dove
si
visita
la
antica
città
Nabatea
interamente
scolpita nella roccia del deserto.
Luxor : poco meno costoso del Cairo (aereo o raramente pulman) non ha bisogno di commenti !
Tutte le escursioni sono prenotabili sul luogo.
Domenica 9 ritornammo in Italia… speriamo non sia un addio ma solo un arrivederci!