MESSICO 2004 di di Irene & Rossano
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Domenica 08/8/2004 Mexico City
Ore 1:11 del mattino
HOSTAL MANSION HAVRE
Dopo un viaggio lungo lunghissimo …
…ma questo viaggio ha avuto inizio molto molto tempo fa:

—–Messaggio originale—–
Da: Sam
Inviato: martedì 3 febbraio 2004 13.50
A: Ire
Oggetto: Messico
Ciao e buon pomeriggio!
Ho trovato destinazione Messico sul sito EDT ma non dice niente di specifico sui bus.
Ho trovato anche info un po’ più specifiche ma non trovo il sito delle compagnie di trasporto.
Nel documento word invece c’è il diario di un itinerario molto simile al tuo; lo fanno in 20 gg ma magari rivisitandolo si può fare in un po’ meno…più che altro da un’idea della durata dei tragitti in autobus.
Prova a dare un’occhiata, per ora questo è quello che sono riuscita a fare…
Baci,
Sam
—– Original Message —–
From: Sam
To: Ire
Sent: Tuesday, February 03, 2004 2:41 PM
Subject: I: Messico

dimenticavo l’opertivo voli:
questo è quello che abbiamo prenotato con Iberia a € 826 + tax:
07/08 linate – londra         7:35 – 8:50
07/08 londra – miami      10:55 – 15:20
07/08 miami – mexico    19:05 – 21:23

22/08 cancun – ny          15:08 – 19:50
22/08 ny – londra            21:15 – 09:05
23/08 londra – malpensa 12:35 – 15:40

questo invece è quello con Continental a € 785 + tax ma con emissione in 3 gg:
07/08 malpensa – EWR  10:30 – 13:40
07/08 EWR – mexico      16:55 – 21:01

22/08 cancun – EWR      08:50 – 13:54
22/08 EWR – malpensa  18:05 – 07:55

se non fosse per l’emissione praticamente immediata del biglietto l’operativo Continental sarebbe esagerato sia in termini economici che pratici; speriamo ci sia ancora questa tariffa disponibile al momento di emettere il nostro biglietto!

Non era ancora Febbraio quando abbiamo iniziato a parlarne… Così, giusto per parlarne !
Poi invece pian piano tutto ha preso forma e in quattro e quattr’otto abbiamo messo in piedi il viaggio.
L’attesa è stata lunghissima, ma…anche se certe volte si ha l’impressione che il tempo non passi mai… non è mica vero!!!
Il tempo passa eccome, ed in men che non si dica ci siamo trovati alla vigilia della tanto attesa partenza. Il programma di viaggio già pronto da molto tempo, zaino fatto in fretta e furia la notte precedente la partenza, tanta voglia di dare inizio alla nostra avventura e … la solita dose di emozione… !
Solo poche ore di lavoro ci separano dal tanto atteso momento: passeranno velocissime.

—–Messaggio originale—–
Da: Irene
Inviato: venerdì 6 agosto 2004 8.52
A: Sam; Miki, Ross
Oggetto: MENO 4 ORE AL VIA
Ciao !
; )
PRONTI VIA !???
RAGAZZI… SONO UN PO’ IMPANICATA, MA CONFIDO MOLTO NEL FATTO CHE LE ORE 13.00 ARRIVERANNO PRESTO E SONO SICURA CHE APPENA USCITA DA QUI IL PANICHETTO PASSERA’ !
TUTTO BENE NEL BERGAMASCO ?
QUA C’E’ UN TEMPO DA LUPI … VIEN PROPRIO VOGLIA DI FUGGIRE VIA !!!
BACI.
BUON LAVORO.
IRE

—– Original Message —–
From: Sam
To: Ire, Miki, Ross
Sent: Friday, August 06, 2004 9:51 AM
Subject: R: MENO 4 ORE AL VIA

Cciaoooo!!!!
Finalmente ci siamo! Ho anch’io una strana inquietudine addosso che credo riuscirò a scrollarmi via solo dopo le 16, una volta fuori di qui!!!
Qui per ora c’è il sole ma non è serenissimo…io spero resti così tutto il giorno così mi si asciugano le scarpe che voglio portar via: dopo l’acquazzone di ieri sono ancora fradice!!!
Baaaciii e a stasera!!!!

—– Original Message —–
From: Ire
To: Sam, Miki, Ross
Sent: Friday, August 06, 2004 10:49 AM
Subject: R: MENO 4 ORE AL VIA

STRANA INQUIETUDINE, brava ! Riassume bene la sensazione che provo…
Ma è normale prima di ogni partenza ! Fa parte del gioco ed è un po’ il suo bello…
Sono un po’ impanicata si, ma nonostante questo mi sento leggera e sorridente, ed ho una gran voglia di essere a domattina seduta su quell’aereo che come per magia ci proietterà in una nuova dimensione. In un mondo diverso, del quale noi avremo la fortuna immensa di far parte almeno per un po’ … per troppo poco tempo si, ma … va bene lo stesso ! Sarà bellissimo, ci arricchirà molto, ci farà vedere con nuovi occhi, ci farà vedere cose mai viste e sentire cose mai sentite… ci lascerà un gran segno. Dentro di noi e TRA di noi !
OPS … la vena poetica sta prendendo il sopravvento ! E’ un buon segno ragazzi !!!
E’ un buon inizio.
… e intanto sono le 11 !!!

… ed eccoci qua. Veramente a pezzi dopo troppe ore di viaggio. Ci stavano aspettando, ci hanno assegnato le camere e… adesso sarebbe anche or di dormire. Ho dato uno sguardo in giro per cercare di iniziare a familiarizzare con questo nuovo posto. Pareti colorate, tessuti tipici, un’amaca vicino al televisore nella saletta vicino al terrazzo… tutto questo fa già un po’ Messico ehhhh ! La nostra stanza con le pareti arancio, un vecchio mobile di legno, un filo appeso in alto tra i letti con le nostre cose già stese… fa vagabondo quel che basta. Le ceramiche decorate  del bagno e certi dettagli un po’ retrò danno un tocco veramente bello a questa stanza decisamente trasandata. E domani vedremo cosa c’è fuori…
TEOTIUACANancora Domenica 08/8/2004
L’appuntamento era per le ore 9.00 nella stanza della colazione. Abbiamo mangiato dei dolcetti e delle banane. C’era anche del latte con i corn-flakes, ma sembra che non abbia riscosso un grande successo. Abbiamo sciacquato le nostre cose e riordinato la cucina, come qui vuole la regola e siamo scesi a farci dare da Miguel le istruzioni necessarie per raggiungere il sito archeologico di Teotihuacan. Camminare lungo la Avenida Insurgentes fino alla scala della metropolitana, poi ci ha detto in che direzione andare, dove cambiare, … e ci ha detto di fare molta molta attenzione. Al Terminal Norte degli autobus al gate n° 8 partono ogni 15 minuti gli autobus per le piramidi.
Teotihuacan; le rovine della prima vera metropoli dell’emisfero occidentale. Contava quasi 200.000 abitanti e si dice che sia vissuta più a lungo della Roma Imperiale, raggiungendo il suo massimo splendore tra il 200 ed il 500 dopo Cristo. Oggi si presenta agli occhi di milioni di visitatori su una pianura erbosa ad un’ora di strada da Città del Messico. Si sa poco del popolo che costruì questa magnifica città e si sa poco della città stessa. Tutto si desume interamente dai ritrovamenti archeologici e anche quello che si vede ul sito è in qualche modo frutto di congetture, dal momento che quasi tutto è stato in parte ricostruito. Ma ciò non toglie fascino a questo maestoso sito archeologico, a quello che era (sin dal 200 A.C.) e a quello che possiamo vedere… cercando inevitabilmente di immaginare come potesse essere allora. Fa un certo effetto percorrere la “calle de los muertos”, vedere le piramidi in lontananza  ed avvicinarcisi sempre più fino a poterle toccare. Scalare i gradoni ripidissimie godere del panorama dall’alto. E’ proprio una bella sensazione. La piramide del Sole era letteralmente presa d’assalto da flotte di turisti come noi. Abbiamo iniziato a salire, maaa… trooooppa troppa gente ! Fare la fila sui gradoni per raggiungere la cima della piramide ci è parso veramente troppo, abbiamo desistito. Abbiamo camminato ancora per il sito e pranzato all’ombra di un albero ai piedi delle rovine. E’ andata meglio con l’altra piramide, quella della Luna. Siamo saliti fin dove ci era concesso e… seduti lassù, proprio di fronte al viale fiancheggiato di altri templi e rovine, ci siamo goduti una bellissima visione di tutto il sito. Saranno state le 4 del pomeriggio quando siamo andati a cercare un pullman che ci riportasse a Città del Messico. Volevamo farci almeno un breve giro nel centro storico.
Uscire dalla scala del Metrò e trovarsi nella “Plaza de la Contitutìon” – lo Zocalo – è davvero emozionante; lascia per un attimo senza fiato ! E chi se l’aspettava così bello ??? E’ uno spazio IMMENSO ed attorno tutto è così affascinante; inaspettatamente bellissimo, anche l’atmosfera, il grande insieme di ogni genere di gente, un vero puzzle variopinto…  A questo punto sentiamo di meritarci un premio: pausa bar dal terrazzo al settimo piano dell’hotel Majestic. La visione d’insieme sulla piazza e su tutto quello che ci sta attorno è a dir poco grandiosa. Da quassù ci vediamo l’ammaina bandiera… gran bello spettacolo da qua, maaa… si sta facendo tutto nero, ooops, i fulmini solcano il cielo eeee… grandina !!! Per fortuna dura poco. Possiamo presto tornare in giro, vedere qualcosa là attorno prima di prendere il metrò e tornare all’ostello, stanchi stanchissimi, cotti dal sole e anche un po’ rimbambiti dal fuso… Ci riposiamo un attimo e poi usciamo a cena in un ristorante qua vicino. Ci rimpinziamo di tacos e corriamo a letto. E il primo giorno è passato !

Lunedì 09/8/2004
Il secondo giorno è stato decisamente provante invece…dopo colazione siamo andati all’agenzia a ritirare la macchina…  e c’è voluta un’oretta abbondante! Ma fin qui tutto a posto. Il tizio ci ha spiegato minuziosamente la strada per andare all’aeroporto e… siamo stati bravissimi se si considera il traffico selvaggio e le a noi poco chiare indicazioni stradali. Dovevamo ritirare il bagaglio di Michele -andato perduto durante il travagliato viaggio da Milano a Città del Messico- che ci avevano detto essere arrivato la sera precedente con un volo proveniente da Miami. Io e Ro abbiamo aspettato gli altri due, parcheggiati clandestinamente sotto un cavalcavia vicino alla porta degli arrivi internazionali, beh… abbiamo giocato la carta della pietà con un vigilante incaricato di tenere sgombra la zona… che mosso a compassione da due poveri turisti fai da te, in attesa di un bagaglio perduto, ci ha lasciati à sotto … a patto di non restare per troppo tempo. Effettivamente di tempo ne è passato un bel po’ e … alla fine, i due sono tornati a mani vuote. Le ultime notizie danno lo zaino dirottato su Chicago. Forse arriverà nel primo pomeriggio. Quindi cambiamento di programma, non si parte subito, proviamo a vedere se arriva davvero. Intanto però sono le 11.30 !!! Visto che ci era dispiaciuto ieri per aver lasciato a metà la visita del centro storico, decidiamo di tornare là … in auto ! Beh, non c’è che dire, è stata un’impresa, c’è voluto un bel po’ di tempo per districarsi in quel gran caos, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Abbiamo parcheggiato la macchina e siamo tornati allo Zocalo per visitare el Palacio National e vedere i bellissimi murales di Diego Rivera. Davvero belli, dobbiamo ammettere che ne è valsa la pena e che non tutto il male viene per nuocere. Girelliamo ancora un po’ per la piazza, è bellissimo godersi dall’interno quel gran caos variopinto, poi ci fermiamo a mangiare e decidiamo che è l’ora di tornare all’aeroporto dai nostri amici dell’American Airlines. Altre disquisizioni con i vigilanti… alla fine uno ha ceduto e ci ha fatti rimanere… previa promessa di una propina… mancetta ! Tanta fatica per niente, lo zaino non è arrivato neppure con questo aereo, oramai iniziamo a temere che sia andato perduto nei meandri di qualche aeroporto del mondo. Se lo ritrovano ce lo spediranno a Merida… saremo là più o meno tra una settimana. Beh, non possiamo farci niente, è andata così… partiamo ! Iniziamo a cercare di districarci nel gran caos cittadino, dobbiamo andare in direzione Puebla-Oaxaca, non dovrebbe essere troppo difficile. Maaa… le brutte sorprese sembrano non finire mai oggi !Siamo in pole, fermi ad un semaforo, affiancati da altre tre o quattro file di auto, infognati non so bene dove, maaaa… era proprio la strada giusta, cavolo ! Quando allo scattare del verde, insieme a tutte le altre auto partiamo, ecco che proprio a noi ci si fondano contro due poliziotti fischiando a più non posso ! Beh, le esclamazioni in auto sono state piuttosto colorite, gli animi erano già in partenza piuttosto provati, maaa… ci chiedevamo cosa avessimo fatto ! Niente di niente avevamo fatto ma i due continuavano a sostenere che eravamo passati col rosso e… che si fa in questi casi !??? Era evidente che ci avevano captati all’istante e che volevano spillarci un po’ di soldi da intascare. Che altro potevamo fare ? Contrattare per evitare la multa, come in un souk marocchino, ma con molta meno poesia, lasciargli questa lauta mancia sperando che gli avada tutta di traverso e … continuare sconsolati per la nostra strada. Oggi non è proprio la nostra giornata, una massiccia dose di diffidenza ci è piombata addosso, siamo alquanto stressati oramai e … ci serve di auto coccolarci un po’ ! Quindi, niente bettola stasera ! Scegliamo di fare tappa a Tehuacàn una località termale pare anche abbastanza rinomata. C’è il solito gran casino, rumori, clacson, gente, pochi turisti stranieri, un gran caos… ma questo è tipico ed in sostanza qua si respira un’altra aria, un atmosfera più serena e più rilassata. Ci scegliamo uno degli hotel più belli del paese, ce lo meritiamo proprio oggi. Facciamo quattro passi per le vie del centro, uno pseudo shopping per supplire a tutto quel che è andata perduto. Ceniamo piuttosto tardi nel bel ristorante dell’albergo e poi andiamo a dormire. Per oggi può bastare !

Monte AlbanMartedì 10/8/2004
Iniziamo la giornata con una bella colazione nel solito bel ristorante del nostro bell’albergo strafigo (solo perché fuori gli altri locali erano chiusi ehhh !!! ) e poi ci incamminiamo subitissimo perché dobbiamo raggiungere Oaxaca e visitare il sito archeologico di Monte Alban. Prendiamo l’autostrada e ci lasciamo alle spalle un alto vulcano dalla cima innevata, la strada è molto bella e diventa esaltante quando il paesaggio si trasforma in foresta di cactus. Ci concediamo persino una sosta sul bordo della strada per fare un po’ di foto. Belli i cactus si ehhh… ma dopo un’ora di cactus… noi non vediamo l’ora di arrivare.
Il sito è su una collina verdeggiante e noi, splendidi, ci arriviamo proprio sotto il solleone. E’ proprio bello, cavolo ! Il cielo è azzurro, il verde è proprio verde e le rovine di questa città Zapoteca sono proprio suggestive. Il giudizio è unanime: ci piace qua !
Per il pranzo ci spostiamo a Oaxaca. Mangiamo in un localino vicino alla piazza centrale, dove in un bel buffet si mischiano tortillas e piatti tipici messicani a spaghetti con i wurstel e quant’altro. Poi andiamo nella piazza e ci facciamo quattro passi gustandoci quell’atmosfera festosa tipica di tutte le piazze. Gente seduta sulle panchine, lustrascarpe al lavoro, venditori di qualsiasi genere di cosa, manifestanti politici, palloncini colorati… e sotto i portici, sul bordo della piazza, caffè e ristoranti affollati di gente tranquilla.
Ci rimettiamo in marcia, il tragitto è breve, (oddio, sarebbe breve … se ogni volta non prendessimo la strada esattamente nella direzione inversa !!!) facciamo tappa a Santa Maria del Tule per vedere il famoso “Arbol del Tule”, una specie oramai estinta di mastodontico cipresso che vanta 2000 anni di vita ed un tronco di 40 metri d circonferenza. Solite due o tre foto di rito e poi via veloci, decidiamo di partire già per il Chiapas. Di strada ce n’è tanta da fare, intanto ci inerpichiamo su per la Sierra. Una volta che avremo scavalcato queste montagne saremo già un pezzo avanti. Il paesaggio è bellissimo, si inizia con immense piantagioni di agave (infatti proprio qua degustiamo ed acquistiamo il mezcal in un posto dove dicono di produrlo direttamente) e man mano che si sale diventa sempre più montagna. Si attraversano sperduti villaggi e si assiste ad inconsuete “scene di vita quotidiana”. E’ tutto così affascinante… per la prima ora di tornanti, passi pure per la seconda, ma poi iniziamo ad essere stanchini… si fa buio ed abbiamo ancora più di un’ora di strada da percorrere prima di arrivare al primo paese. Arriviamo a Tehuantepec dopo circa tre ore e mezzo di tortuoso viaggio. Siamo stanchissimi, probabilmente il fuso si fa ancora sentire, ci addentriamo nel paese alla ricerca di un alloggio. Decidiamo per una specie di motel che … visto da fuori poteva anche andare e che, offuscati dalla schiacciante stanchezza e dalla fame nera, ci sembrava quasi bello, … con i decori sopra le porte, i tucani ed i pappagalli colorati nella corte, vicino alla scala … Una volta che ci siamo rifocillati però iniziamo a vedere tutto con occhi nuovi… cavolo se è squallido! E abbiamo preso persino due camere… come se una non bastasse !!! Ma… cavolo se siamo staaaanchi. Un, due, tre e dormiamo già tutti … non ci disturba neppure l’assordante  “ruggito” del vecchio condizionatore sparato nell’orecchio !!!

Mercoledì 11/8/2004
Ci alziamo alle 8, scendiamo, salutiamo i pappagalli, o meglio sono i pappagalli che salutano noi, e ci rimettiamo in marcia. Pausa colazione ad un distributore di benzina, un sandwich, dei dolcetti confezionati e un po’ di buon latte … gusto fragola (!!!) e via. Altro bel viaggiane decisamente “lungo”, prossima tappa nei pressi di Tuxtla Gutierrez per l’escursione al Canon del Sumidero. Ci fermiamo al primo imbarcadero che incontriamo sulla nostra strada e, aspettando un collettivo, facciamo sosta in un localetto per un pasto rapido rapido. Uno strano cocktail di gamberetti che i nostri maschietti sembrano non aver apprezzato molto.
Il nostro “gruppo vacanze” è composto da: noi quattro, una coppia di ragazzi francesi ed una famigliola messicana, padre, madre e tre bambini. Ci armano di giubbini salvagente, ci caricano su una lancia e… via a manetta sulle acque marroni del Rio Grijalva che scorre in questa spettacolare fenditura, tra strapiombi che in alcuni punti raggiungono persino i 1000 metri di altezza. E’ un po’ tutto sin troppo organizzato in questa escursione, ma il canon è proprio bello, e lo scorcio visto da sotto la cascata oserei dire spettacolare !
Finito il tour ci rimettiamo in marcia attraverso un paesaggio che diventa sempre più verde, sempre più affascinante, sempre più bello. Non l’avevo immaginato come avrebbe potuto essere qua, i paesaggi sono familiari in qualche modo, c’è una magica armonia e il buon odore  dei fuochi si sente ovunque. Tutto diventa man mano più inconsueto ai nostri occhi, i tratti del volto della gente, i costumi indossati da grandi e piccini, le case, fatte talvolta di mattoni di fango; le semplici scene di vita che vediamo passare in pochi attimi attraverso i finestrini inevitabilmente stupiscono, destano curiosità, voglia di capire e di conoscere un po’ di più questo popolo che ha creduto e che crede, e che è riuscito in qualche modo a mantenere intatta la sua identità, le sue tradizioni. Arriviamo presto a San Cristobal de las Casas. Ci troviamo un alberghino, modesto, semplice, ma proprio bello, coloratissimo, con la tipica bella corte interna, l’amaca, i fiori colorati… Ovviamente partiamo subito per un giretto perlustrativo – orientativo in centro, anche perché… ci serve una banca. Le strade del paese sono indiscutibilmente affascinanti, c’è un gran brulicar di gente di ogni sorta, ma questo non toglie il fascino alle belle stradine di questo paese, anzi contribuisce di gran lunga a rendere tutto così bello. Gli “indios” dei villaggi vicini, vestiti con i loro tipici bellissimi costumi, sono tantissimi qua e cercano insistentemente di venderti qualsiasi cosa. I bambini pooooi… non ci si fa a dirgli di no ! Ti guardano con quegli occhioni e ti fanno quella vocina lì… ahhh ! Al tramonto siamo sulla gradinata di una bellissima chiesa che si è magicamente tinta dei colori del cielo, mille sfumature di un rosa caldissimo ! Ed intanto intorno a noi il mercatino sta perdendo la sua forma. Le donne, con le loro sacche sulla schiena, e cariche di ogni cosa, ritirano i loro manufatti, le loro bellissime tessiture… per essere poi di nuovo lì l’indomani. Bellissimo.
Ceniamo in un ristorante molto affumicato, in centro. Ed anche molto buooono ! E poi battiamo subito in ritirata. Credo di non essere riuscita a dire neppure buonanotte al resto della band prima di addormentarmi stecchita.

ChamulaGiovedì 12/8/2004
Oggi era prevista la visita ai villaggi Maya. Avevamo letto di Mercedes, la donna indios con l’ombrello colorato che accompagna i turisti nella visita ai villaggi. L’appuntamento è ogni mattina alle 9 nella piazza principale. Chi meglio di lei poteva guidarci in questa visita ?!!!
Abbiamo comprato dei dolcetti per colazione (condivisi con i soliti sciami di bambini ai quali io non sapevo MAI dire di no… suscitando le ire del gruppo) e siamo andati subito a cercare Mercedes. Bhe… inconfondibile, l’abbiamo trovata subito, … oppure è lei ha trovato subito noooi ?!! Mah ! Dire che ascoltarla è stato affascinante è dir poco ! Emozionante !! Il suo obiettivo è quello di far capire un po’ ai turisti, ai gringos, quella che è la cultura del popolo indios. Rimanere affascinati ed attratti dai loro costumi, dai loro strani riti, … è indubbiamente istintivo, ma capire i perché di tutto questo, avvicinarsi un attimo alla loro cultura, alla loro spiritualità, la loro ricerca dell’armonia dl corpo, dell’eqilibrio… Mi ha affascinato davvero tantissimo, in certi momenti mi veniva la pelle d’oca tanto scoprivo vere e positive le sue parole. Una donna positiva, che riesce a trasmettere la sua  positività semplicemente con un sorriso; un canale, se pur piccolo piccolo, che spiega ai turisti chi sono gli indios e che spiega agli indios chi sono i turisti, da dove vengono, da quanto lontano, se sono ricchi, perché nessuno di loro ha i bambini con se…
Dopo la sua meravigliosa introduzione abbiamo avuto il tempo di andare a vedere con i nostri occhi il mercato, la piazza, la gente, e … prima di tutto, la chiesa. (siamo a S. Juan de Chamula) E’ indescrivibile. E’ uno stato d’animo. Una di quelle cose che vivi, che senti, e che a scriverle restano sempre un po’ a metà … L’atmosfera che c’è in quella chiesa è incredibile. Avevo ascoltato e letto un’infinità di racconti, maaaa… niente di tutto questo aveva reso minimamente l’idea.
Entri, e le prime cose che ti prendono sono due: L’ODORE (forte di incenso e allo stesso tempo fresco degli aghi di pino che coprono interamente il pavimento della chiesa) e la LUCE (di mille candele, tenue ed offuscata dai fumi degli incensi). Resti un po’ così, di stucco …  poi vai avanti e inizi a distinguere la gente, sono tutti seduti per terra sugli aghi di pino, raccolti a piccoli gruppi, ognuno col suo sciamano… in questa penombra, con quei loro costumi sempre diversi, le donne con le belle trecce di capelli neri intrecciati con i nastri colorati … Centinaia, migliaia di candele accese per terra, insieme ai doni; uova, polli… E vedere così da vicino il compiersi di questi riti, che sono un incrocio tra i riti cristiani (perché venerano i Santi) e i riti sciamani è davvero incredibile, fa venire la pelle d’oca. Sembra di essere in un’altra dimensione… oddio, siamo in un’altra dimensione, sembra di essere in un mondo sospeso, …ma com’è possibile ?  …neppure i tantissimi turisti riescono a togliere minimamente il fascino a questo momento un po’ magico.
Dopo aver visitato San Juan de Chamula riprendiamo il pullmino, è un collettivo locale che Mercedes ha chiamato per noi, ed andiamo a visitare un altro villaggio: Zinacatan. Diversi qua i costumi delle donne e anche degli uomini, ma tutto ugualmente, incredibilmente affascinante.
Verso le due del pomeriggio siamo di nuovo a San Cristobal, ringraziamo Mercedes per la bella esperienza ce ci ha fatto vivere e per come ce la ha fatta vivere, non sarebbe stata la stessa cosa senza di lei. Ci facciamo insieme a lei una immancabile foto ricordo e poi ci ributtiamo per le strade del paese. L’esperienza più bella è stata senza dubbio il mercato municipale, il loro mercato, caotico all’inverosimile, colorato ed affascinante come ogni mercato locale in qualunque parte del mondo, dove tutto risulta a noi nuovo, diverso, curioso … come noi probabilmente risultiamo essere ai locali.
Siamo rientrati presto in albergo e finalmente ci siamo rilassati un po’ scrivendo, leggendo, ridendo e scherzando. Questa giornata ci è proprio piaciuta, ci ha dato tanto. Per finire in bellezza ceniamo in un bel ristorantino in centro e dopo cena ci concediamo una breve seratina mondana in un locale giovane, colorato, con pochi turisti stranieri e la musica dal vivo … giusto per bere qualcosa e non addormentarci alle 9 come al solito. Ora dormono già tutti da un po’ … sarebbe l’ora di spegnere la luce.Zinacatan

Venerdì 13/8/2004
La giornata di oggi è stata principalmente di trasferimento. Siamo partiti presto da San Cristobal, o per lo meno ci abbiamo provato, e ci siamo incamminati in direzione Palenque via Ocosingo. Soste previste Agua Azul e Misol Hà. Un viaggio davvero incantevole, paesaggisticamente parlando, se non fosse per tutte quelle topas che unite alle curve hanno reso il viaggio -attraverso il cuore della ribellione zapatista- a dir poco estenuante. Come avevamo letto nelle guide e nei vari racconti di viaggio abbiamo subìto controlli militari, richieste di offerte da parte degli abitanti dei villaggi che senza troppi indugi bloccano la strada con delle funi, offerte per i Santi, offerte per il villaggio, offerte per tutti… E poi la solite scene di vita quotidiana; gruppi di donne nei bei costumi tradizionali, bambine con altri bambini più piccoli caricati nelle sacche sulla schiena, donne curve stracariche di legna, con figlie al seguito… cariche anche esse. Stoffe colorate, trecce nere di lunghi capelli… E poi casette nel verde, casette povere, ma bellissime, maiali portati al guinzaglio, mucche vaganti per strada… moooolto beeello ! Ma … per fortuna sembra che siamo finalmente arrivati alle cascate di Agua Azul ! Facciamo sosta. Una serie di splendide cascate, che in questa stagione non sono proprio turchesi, ma neppure marroni come immaginavamo, le troviamo proprio belle ! Peccato solo che fossero invase da veramente troppa gente, il che a mio avviso toglieva un po’ di naturale irrompente bellezza a questo sito. Abbiamo mangiato empanadas lungo le cascate, in uno dei tanti comedor col tetto di paglia ed il padellone per friggere con l’olio divenuto oramai verdastro; poi ci siamo rimessi in marcia. Seconda tappa le cascate di Misol Hà; squisite cascatelle ed una cascata principale più grande che con un salto di circa 30 metri si tuffa in una piscina naturale immersa nel verde. Proprio bello, poca gente, tranquillo… ci concediamo qui una bella pausa rilassante, con tuffo rinfrescante (ok ok … diciamolo, solo Michele l’ha fatto il tuffo, noi tre siamo stati molto più pigri e ci siamo accontentati di sdraiarci al sole su uno scoglio). Verso le 5 del pomeriggio siamo ripartiti in direzione Palenque, la cittadina nella fitta giungla. Abbiamo provato a cercare degli alloggi proprio dentro, nella giungla, proprio vicino alla zona archeologica, maaa… era già tutto pieno. Peccato, erano proprio dei bei posticini, moloto mooolto informali, giovani ed alcuno anche un po’ po’ alternativi. Abbiamo trovato una stanza alla “Posada Marguerita” – una stradina sterrata conduce ad una casa in collina con intorno un prato grandissimo, proprio sul bordo della foresta. Bello questo posto, fuori mano quel che basta, immerso nel niente. Siamo tutti felici della scelta … e felici di aver evitato per un pelo quei costosi hotel lungo la strada !!! Andiamo a Palenque centro per cambiare i soldi e per la cena. Sono le 9… ci sembrano le 11. La nostra giornata termina qui.

Sabato 14/8/2004
Avevamo comprato ieri sera in un negozietto un po’ di cose per la colazione. Il nostro alloggio è un po’ sperduto e volevamo andare presto alla zona archeologica, senza perdere troppo tempo. Pertanto abbiamo fatto colazione in camera, abbiamo salutato Rocky, l’amico a quattro zampe, e siamo partiti subitissimo. Alle 8.30 eravamo là, maaa… tuuutti molto probabilmente alle 8.30, come noi, erano già là… Fa niente, neppure la troppa gente ed neppure il caldo soffocante tolgono fascino a questa antica città maya sperduta in mezzo alla giungla; davvero suggestiva ! La vegetazione attorno a noi è davvero incredibile, fiori tropicali meravigliosi, foglie gigantesche, piante bellissime e… non mancava neppure l’erba sensitiva ! Che bel gioco, mi incanta ogni volta ! Un insieme davvero meraviglioso, scorci bellissimi, dai colori incredibilmente vivi… eeee… siamo riusciti a vedere anche le scimmie !!! Chissà se erano proprio quelle urlatrici ! Solo che, sarà il gran caldo, sarà quel che sarà… sembra che la maledizione di Montezuma si stia accanendo sul gruppetto (3 vittime su 4 !) eee… non è bello, qua, sperduti nella giungla, in cima a una piramide, proprio mentre cerchi di immaginarti tutto questo 1500 anni fa, con i palazzi -che oggi sono ingrigiti dal tempo e divorati dalla giungla- dipindi di rosso, con i re, i sacerdoti, e la piazza piena di gente … Beh, problemi a parte, dopo circa un chilometro e mezzo sotto il sole a picco, e per giunta in salita, siamo tornati alla macchina, ci siamo rinfrescati, ci siamo messi comodi con la nostre ciabattine e siamo ripartiti, alla volta di Campeche; una città fortificata (fortificata solo dopo 200 anni di attacchi da parte dei pirati) dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Abbiamo trovato un’alberghetto proprio in centro, ci siamo riposati un attimo, qua il caldo è davvero provante, e poi, mentre i maschietti piloti (ancora sotto shock dopo il club sandwich mangiato per strada al “restaurant familiar” tra le mucche ed i cavalli) riposavano ancora, noi donne instancabili invece siamo scese in perlustrazione per le vie della città. E’ durata poco… il diluvio è arrivato velocemente, in compenso abbiamo visto un bellissimo spettacolo di fulmini sul mare, con il cielo nero nerissimo e gli stormi di uccelli impazziti. Per cena andiamo in un locale vicino alla piazza, molto carino, con la musica dal vivo e tanta gente.Palenque

Domenica 15/8/2004
Abbiamo fatto colazione e poi due passi per Campeche e siamo partiti in direzione Uxmal per visitare il sito archeologico. Siamo arrivati a mezzogiorno e… visto il caldo sofferto ieri mattina a Palenque, oggi avevamo messo in preventivo di morire ai piedi di un qualche tempio. Invece non è andata malissimo, era molto caldo, ma un po’ meno umido di ieri e pertanto più sopportabile… se non fosse stato per la quantità e la mostruosa antipatia delle troppe zanzare. Il sito ci è piaciuto tantissimo, meno “spettacolare” di Palenque perché non ha la giungla che fa da inevitabile affascinante cornice, ma… sorprendentemente bello. Ben conservato, con incisioni, maschere, cornici… e poca gente in giro, il che contribuisce inevitabilmente a dare un altro sapore a quello che si sta visitando. Il sito è invaso da simpatiche iguane che, probabilmente abituate dal passaggio di tanta gente, ci guardavano e sembravano persino mettersi in posa assumendo espressioni buffe e simpaticissime.
Dopo il sito ci siamo subito diretti verso Merida, cercando il Nomada Youth Hotel, che avevamo prenotatao da casa. Ma che bello che è !!! Ma che caaaldo che faaa ! Doccia veloce rinfrescante e poi via in centro , è domenica oggi e c’è una festa. Ma che bella atmosfera ! Il centro è animatissimo, c’è la banda che suona, ci sono i ballerini in costume, i nonni vestiti a festa che ballano abbracciati, le bancarelle e tantissima gente. Gli edifici sulla piazza sono davvero bellissimi … a noi Merida piace proprio ! C’è questa bell’atmosfera festaiola e sorridente che rende tutto molto solare… certo si, solare fino all’ora del solito appuntamento col Dio Chaac. A un certo punto si fa tutto nero, si alza il vento e in un due e tre inizia a piovere… Che possiamo farci ? …niente, tanto oramai la giornata volge al termine. Facciamo la spesa, cuciniamo uova, bacon e formaggio e ceniamo in ostello, a lume di candela in giardino, sotto ad un ombrellone, mentre intorno a noi piove ! Sembra non voler proprio smettere stasera, peccato ! Maaa… speriamo bene per domani, è prevista l’escursione a Celestun, ma sotto l’acqua sarebbe meglio di no !! Oooops, dimenticavo: importantissimo, il gruppo da oggi è al completo. Lo zaino di Miki ci aspettava a Merida. Meglio tardi che mai !

CelestunLunedì 16/8/2004
Abbiamo fatto colazione qua in ostello e ci siamo subito diretti verso Celestun… o almeno ci abbiamo provato, perché ovviamente ci siamo infognati prima un paio di volte in una qualche periferia. La strada per arrivare a Celestun è piacevole, si attraversano un sacco di villaggi e si possono vedere inconsueti pittoreschi spaccati di vita. A Celestun siamo andati dritti fino alla spiaggia, come suggeriva la guida, e ci siamo uniti ad altri 4 turisti che erano giusto in attesa di completare la barca per poter fare a loro volta il tour. Siamo stati via poco più di due ore e mezza,  il nostro uomo ci ha portati prima a vedere la “foresta pietrificata” poi a vedere i fenicotteri (che beeeellissimi e che rumoooore che fanno !), poi ci ha fatti passare attraverso un tunnel di mangrovie – abbiamo visto un nido di termiti e due martin pescatore – e ci ha portati ad una sorgente di acqua dolce, limpidissima, dove abbiamo potuto nuotare tra i pesci e rinfrescarci un bel po’! Proprio bello, rilassante !
Una volta tornati sulla spiaggia ci siamo fermati a mangiare i gamberi ad uno dei ristorantini sulla sabbia, all’ombra di un pergolato di foglie. Ci siamo persi via in chiacchiere e siamo rientrati a Merida solo nel tardo pomeriggio, giusto in tempo per andare a comprare le amache ed andare a fare la spesa. Stasera ancora cena in ostello: spaghetti questa volta ! Come i giovani amici belgi che ci sfidano ai fornelli… Sempre a lume di candela in questo bel giardino, ma stavolta sotto un cielo stellato, rinfrescati da una inconsueta arietta che ci sembra quasi fresca. Si sta bene qua, è un posto molto accogliente, solare, giovane… ci si sente a casa, peccato dover ripartire così presto.

Martedì 17/8/2004
Beh, d’altra parte che viaggio sarebbe se non ci si dovesse spostare per la meta successiva ? Ed eccoci qua, di nuovo in marcia, seguendo tutte le dettagliate istruzioni di Raul lasciamo Merida alla volta di Chichen Itzà. Il sito archeologico più visitato di tutto il Messico, dice la guida. Mi immagino già la marea di persone che ci saranno ed ammetto di essere un pochino prevenuta, ed invece… forse questa volta un buona parte li abbiamo battuti sul tempo. Non c’è tanta gente ed è proprio piacevole visitare il sito. La famosa piramide appare maestosa subito all’ingresso del sito ed immancabili sono le foto di rito ! E’ proprio bello, inevitabilmente saliamo su, e … inevitabilmente dobbiamo anche scendere giù ! Cavolo, ma non era mica così ripida in salita, come si faaaa a sceeendeeere !???
Continuiamo il vagabondaggio per il sito, attraverso il campo per il gioco della pelota, il tempio dei teschi, il tempio delle mille colonne… tutto è scolpito,ben conservato o ben restaurato, non so, ma è davvero bello, il tutto si staglia nel cielo azzurro… Ci facciamo anche un po’ di fila per visitare l’interno della piramide, un cunicolo buio, stretto, umido e scivoloso, soffocante e ripidissimo che porta ad un altare, vicino al quale è conservato un giaguaro con due occhioni verdissimi scintillanti di giada. Non sembra, ma passiamo un bel po’ di tempo all’interno di questo sito, decidiamo che anche se non abbiamo visitato proprio tutto tutto (ci mancherebbe la parte vecchia) possiamo andare. Oramai il sole è a picco, Miki ha la febbre e anche noi iniziamo a non farcela più ! E intanto è arrivata una vera e propria marea di gente, la piramide adesso è un gran formicolio ed il prato sottostante gigantesco non è da meno. Ci diamo allo shopping, ho rinunciato a troppe cose che mi piacevano strada facendo ed ora mi stanno venendo dei grandissimi rimorsi di coscienza. Bisogna rimediare! Scattano le contrattazioni estenuanti e tra risate e ripensamenti scatta l’acquisto di una bellissima coperta colorata e di una decorazione di legno appena inciso lì al mercato dai ragazzini … peccato per il poncio di lana, quello dovevo proprio prenderlo a San Cristobal, adesso non lo trovo più di sicuro, idem per il cappello intrecciato, anche per quello ho perso l’attimo… sob !
Ci rimettiamo in marcia, abbiamo ancora le istruzioni di Raul che dicono di prendere la “libre” per Cancan, che è scorrevole e molto bella perché attraversa i villaggi, inoltre si trovano prima di Valladolid due cenote ai quali si può fare una piacevole rinfrescante pausa bagno. Ci consiglia quello di Dzitnup. Nel parcheggio veniamo letteralmente assaliti dai bambini… ma quanti sono questi qua !? Si litigano i biscotti, si litigano i soldini, … ehhhh !!!!
Intanto entriamo, scalinata buia, umida e scivolosa ed infondo l’acqua azzurra, illuminata dall’alto attraverso un buco dal quale entra la luce da fuori. Bello nuotare qui, in mezzo ai pesci e con sopra la testa stalattiti, radici e pipistrelli svolazzanti. Usciamo dal cenote decisamente assetati ed affamati. Dribbling tra i soliti ragazzini e via. Pausa pranzo a Valladolid subito dopo e poi direzione Tulum, via Coba.Xel-Ha
Arrviamo a Tulum verso le 5 del pomeriggio e ci dirigiamo senza indugio sul lungomare dove affittano le cabanas sull’oceano. Ci fermiamo a chiedere in due o tre (quella suggerita da Raul non aveva posto) e optiamo per la più economica che abbiamo trovato, il “Tribal Village”. Molto molto spartano e… diciamocelo, anche un pochino da risistemare a nostro avviso, maaa… che bell’atmosfera, che begli scorci sul mare cristallino, le palme, le capanne di legno col tetto di foglie. Il barretto/reception/ristorante/tutto… con le sedie colorate e le altalene al bancone, le mache sparse qua e là… Inutile dirlo, in men che non si dica ci spogliamo e ci fondiamo in acqua.
A cena decidiamo di restare qua (la corrente elettrica c’è dalle 6 del pomeriggio alle 11 di sera) poi ci sdraiamo su delle amache a goderci la notte in silenzio ed a rincorrere ognuno i propri pensieri. La notte non è passata proprio facile per Ro, il terrorismo psicologico (giuste e doverose avvertenze) che si fa sulle guide al capitolo cabanas probabilmente l’aveva colpito molto eee… dice che non abbia dormito molto in quella capanna decisamente poco sicura che a me ricorda in un cero qual modo… la casetta di foglie dei tre porcellini. Beh, io mi sono sparata una ricca dormita cullata dal fruscio delle onde e sicura che di fianco a me avevo un buon guardiano, vigile ed attentissimo ad ogni minimo rumore della notte.

Mercoledì 18/8/2004
La giornata è iniziata lenta, incorniciata in un davvero bello scenario. Abbiamo fatto colazione e poi ci siamo diretti alla zona archeologica per visitare l’ultimo sito previsto per questo viaggio. Avevamo letto che risaliva al periodo del declino dell’impero Maya e che si sentivano forti influenze di altre cività… che dire; non ci ha emozionati molto , se non fosse per la suggestiva posizione a picco sull’oceano. Le palme, il turchese del mare, insieme alla bianca spiaggia sottostante fanno molto della bellezza del luogo. Non ce ne vorranno gli antichi popoli se l’abbiamo definito “la residenza estiva, il campeggio dei Maya” … ; )
Il programma di oggi, scartata purtroppo la possibilità di restare un’altra notte nelle cabanas, prevedeva di iniziare a risalire facendo tappa turistica a Playa del Carmen, trovarci una stanza, sbatterci in spiaggia tutto il giorno e passare una serata a passeggiare tra la gente e i negozietti. Tutto come da copione, adesso siamo al punto “sbatterci in spiaggia”, abbiamo fatto il bagno, sonnecchiato sotto il sole, ed or siamo qua in mezzo a tanti altri italiani sbattuti come noi su questo spicchio di spiaggia a vedere una partita di beach volley: Italia-Messico o qualcosa del genere. Sembra che stiamo perdendo di brutto nonostante l’impegno…
Siamo rimasti in spiaggia fino a tardi, poi doccia e poi giù nel gran caos della zona pedonale con l’intento di trovare un bel posticino per la cena. Io sto male, Montezuma si è accanito ancora, non mi godo al massimo questa atmosfera e mangio solo una patata al forno, maaa… non è malaccio Playa, un buon compromesso tra una località troppo turistica ed un villaggio sonnolento. Certo, prima, fino a qualche anno fa, non era che questo Playa, un villaggio d pescatori da dove  turisti passavano di sfuggita giusto per imbarcarsi da qui ed andare a Cozumel. Poi, in seguito all’eccessivo sviluppo di Cancan… si è creata questa alternativa. Un susseguirsi di localini, di negozietti, di ristoranti, ed inevitabilmente di tanta, tantissima gente, ma nonostante tutto con un’atmosfera rilassata e piacevole, ancora umanamente vivibile.

pappatoria a Isla MujeresGiovedì 19/8/2004
Ci alziamo con calma ed andiamo a fare colazione in una panaderia che avevamo visto ieri sera passeggiando, una specie di minimarket che vende anche dolcetti, tè, caffè… facciamo due passi per strada e poi ci mettiamo in marcia verso Cancun, dove dobbiamo lasciare l’auto ed imbarcarci subito, con un giorno di anticipo, per Isla mujeres. Il nostro programma di viaggio originario ha subito qualche modifica strada facendo e, rispetto a quanto inizialmente pianificato, ci troviamo qua un giorno prima… non ci dispiace affatto, abbiamo proprio voglia di mare, di acqua cristallina, di dolce far niente per ricaricarci un po’e per riscattare le “fatiche” del viaggio… è duro fare i turisti ehhh !
Arriviamo qua, a Isla Mujeres, verso mezzogiorno, e speriamo che l’alberghino che abbiamo prenotato abbia una stanzina libera per noi, anche se siamo in anticipo… neeeh, non ce l’ha ! Allora ci troviamo una sistemazione temporanea in una pensioncina proprio di fianco, poi, domattina ci trasferiremo. Oggi totale relax, vita da mare, pranzo in un ristorantino sulla spiaggia vicino al porto, poi spiaggia, spiaggia, spiaggia, acqua cristallina, sole, pesciolini eee… abbiamo visto anche una razza !!! Poi cena in un ristorante consigliato dalla guida ed infine… il meritato riposo. Per domani abbiamo prenotato una escursione con la cooperativa dei pescatori, non vedo l’ora di essere in barca!

Venerdì 20/8/2004
SCRIVE MICHELE: Pronti, … via ! Sveglia, trasferimento, colazione e piccola spesa; un po’ di dolcetti, dell’acqua e un bel sacco di ghiaccio per mantenere fresca durante tutto il giorno l’acqua sulla lancia di Arturo. Chi è Artuuuuro ? Il nostro cicerone-marinaio che ci farà da guida personale per la gita in programma. La lancia è modesta eee… ancora più lenta di quello che sembrava, comunque è pulita e poi la lentezza ci permette di gustarsi i colori dell’isola prima dell’arrivo delle ordre di turisti che vengono qua in moltissimi di giornata da Cancun.  Alla prima immersione per lo snorkeling ci si presentano per i saluti un bel gruppo di barracuda. La loro espressione non è delle più socievoli ehhh … ma Aruto ci rassicura dicendoci che sono innocui ! Mah, sarà … ci guardano con un sospetto interesse ed hanno tanti denti… meglio girargli alla larga ! Il fondale è veramente ricco di pesci, vediamo il pesce angelo, il pesce pappagallo, cernie (slurp) e murene, vediamo il pesce sorriso (così battezzato da me) ecc… Anche i coralli non mancano, molli, il colore predominante è scuro, il marrone, ma spiccano anche il giallo e il viola. Tirando le somme: valeva veramente la pena di scottarsi le spalle ! Arriviamo al capolinea e ci si ferma in spiaggia, foto di rito con squalo rimbambito, e ricca mangiata di pesce alla grigia cotto con un ottima salsa rossa dal nome impronunciabile. Bagnetto rinfrescante, relax all’ombra e poi torniamo indietro. Arturo è stato decisamente gentile e la gita molto piacevole. I 250 pesos pagati sono stati spesi bene. Rientro al nostro albergo e immediato sfruttamento della piscina (acqua a non so quanti gradi, bollente) per rilassarsi dalle fatiche della giornata e per lasciar sfogare la pelle stressata dal tanto sole odierno. Serata iniziata con tentativo di shopping e finita con una mangiata di pizza (si, avete capito bene, pizza) in un ristorante filo-italiano (si avete capito bene, italiano) ! L’unico tentativo di restare svegli si è fatto davanti ad un tavolo di biliardo, ma … troppo tardi, si chiuuude ! Tutti a nanna quindi !Tulum

Sabato 21/8/2004
SCRIVE SAM: Ed eccoci arrivati all’ultimo giorno di ferie… ci alziamo e dopo la solita abbondante colazione ci lanciamo in un giro di shopping, tappa obbligatoria per l’acquisto di qualche souvenir per chi ci aspetta a casa. Sarà perché è l’ultimo giorno, sarà per le spalle che ancora bruciano, ma siamo un po’ fiacchi e non sentiamo il bisogno di andare subito in spiaggia sotto il sole cocente che si fa già sentire anche solo passeggiando. Lo shopping si conclude al mercato municipale – un mercato coperto dove si vendono generi alimentari, un po’ di abbigliamento e un misto di tutt’un po’ – con l’acquisto di una strana poltiglia rossa da diluire in acqua oppure lime per cucinare pollo o pesce alla yucateca. Nonostante il nome impronunciabile dell’articolo (che poi non si è capito cosa sia !) riusciamo a farci capire e svaligiamo la prima bancarella che troviamo: credo potremo cucinare per un anno piatti messicani da tanto ne abbiamo comprata. Dato che, anche se siamo qua per il meritato assoluto riposo, ci piacerebbe vedere il resto dell’isola, decidiamo di noleggiare una “golf car” – un trabiccolino 4 posti che fa tanto Fantozzi e che abbiamo tanto deriso, ma che tutto sommato si rivela comodo !
E così partiaaaamo, ad una velocità tutt’altro che sostenuta, ma che ci permette di guardarci attorno per bene. Lasciamo perdere il delfinario e l’allevamento delle tartarughe e facciamo sosta a “punta sur” per qualche foto ed a “playa lancheros” per il pranzo; niente bagno e niente siesta, si  riparte per completare il giro dell’isola. Decidiamo di fermarci, sulla punta opposta, ad una spiaggettina davanti ad un mega-resort che ci piace tanto, ma che sarebbe sicuramente fuori budget… guardare ma non toccare insomma ! Qui l’acqua è bassa, non arriva neppure al ginocchio, CRISTALLINA e caldissima ! Che bello ! Dopo essere stati un po’ a mollo ci spaparanziamo in spiaggia all’ombra per un sonnellino prima di riconsegnare il nostro mezzo potente. Prima di tornare in hotel passiamo dall’imbarcadero per qualche informazione in più in merito all’orario dei traghetti per domani mattina; American Airlines ha confermato il volo delle 15.10 e consiglia di arrivare in aeroporto circa 3 ore prima; col traghetto delle 10:10 facciamo in tempo a far tutto senza correre… ma che brutto partire !
Stasera cena a base di pesce in un ristorantino mooolto carino e curato che abbiamo trovato per puro caso. Una bella corte interna, quadri appesi, lume di candela, tavolini sulla sabbia, musica dal vivo… Abbiamo deciso di strafare e dopo aver voracemente divorato ognuno il proprio piattone di pesce ci concediamo anche una aragosta !!! Ci omaggiano persino con 4 bicchieri di viiino ! A tavola iniziamo a tirare le somme ed iniziamo col fare un elenco delle “sfighe” di questo viaggio. Giustamente, ridendoci su, all’unanimità piazziamo in pole position la super-propina sganciata ai due poliziotti ladroni a città del Messico ! Ovviamente passiamo poi anche alla lista delle cose che ci sono piaciute e che ci hanno entusiasmato di più, ognuno ne dice una a rotazione… le cose non dette sono veramente poche. Buon segno ! Tra una chiacchiera e l’altra si fa tardi, è l’ora di tornare e di iniziare a preparare gli zaini… SIGH ! Buonanotte !

Domenica 22/8/2004
Ed eccoci sull’aereo in attesa del decollo ! Sono le tre del pomeriggio, tra pochi minuti si dovrebbe partire… uhmmm… che brutta sensazione ! Già tutto ieri non abbiamo fatto altro che ripeterci che era l’ultimo giorno e che dovevamo gustarcelo fino in fondo… beh, oggi è proprio l’ultimissimo, esser seduti qua in attesa, è la prova tangibile della fine del viaggio e… della fine delle tanto sognate vacanze. Questi tre giorni a Isla Mujeres ci hanno ricaricato, ci volevano proprio e… diciamocelo, ci sarebbe stato bene anche qualche altro giorno in più in totale sno relax, passeggiando tra quelle stradine puntinate di negozietti, continuando a ripetere “No, gracias !” ai mille venditori, sguazzando nelle acque basse e cristalline e sonnecchiando all’ombra di qualche palma. Forse ce la immaginavamo un po’ diversa quest’isola e ci siamo guardati attorno un po’ perplessi non appena sbarcati, ma poi ci è piaciuta subito ed è stato triste partire e vederla allontanare dalla barca che ci riportava sulla terraferma. Certo, sarebbe stato meno triste se il viaggio avesse avuto modo di andare avanti, se ci fosse stata una meta successiva…
Ed invece no, l’aereo sta decollando in questo momento, e la tappa successiva è casa !!! Certo, con tutto il bel bagaglio di ricordi, di esperienze e di emozioni vissute strada facendo, che ci hanno indubbiamente arricchito e avvicinato, e che ricorderemo chissà quante volte da oggi all’eternità. Chissà quante volte sfoglieremo le paginette di questo diario, quante volte guarderemo le foto scattate in questo viaggio … tutto questo per sentirci più vicini a questa manciata di giorni che sono volati via in un battibaleno. Per ricercare le atmosfere speciali dei giorni passati assieme. E’ nata come una vacanza speciale e così è stato. Spero che ce ne siano tante altre, e qualunque sia la destinazione tra le mille strade del mondo, mi auguro che sia sempre così !Un grazie ed un vi voglio bene agli specialissimi compagni di viaggio.
Irene.