TIGROTTI, ALL’ARREMBAGGIO !
( IN VIAGGIO COI BIMBI )

Malaysia e Singapore

di Alberto Facchini  [email protected]


L’esperienza del nostro viaggio-avventura di quest’estate sembra lontanissimo, ma nel cuore ci rimane il germe depositato di un’esperienza per noi così forte. Mabia ed io abbiamo passato i primi anni della nostra storia comune a progettare e realizzare viaggi stupendi nel lontano Oriente. Poi, nato Francesco, tutto ciò è stato accantonato, sospeso. Si sa, con i bimbi piccoli è dura affrontare un viaggio “fai-da-te”. Seppure l’impresa non sia impossibile, spesso diventa una forzatura che inevitabilmente spinge gli adulti a mortificanti compromessi, e i bimbi a subire esperienze non proprio desiderate (o comunque con limitata consapevolezza). Così aspettiamo i 6 anni di Francesco e cominciamo a documentarci su quale paese offra sufficienti garanzie di sicurezza e tranquillità. La scelta cade proprio su una delle ultime mete da noi visitate da “coppietta-senza-figli”: la Malaysia. Niente malaria, niente integralisti troppo assatanati, niente condizioni igieniche precarie. E allora via a leggere insieme le storie di Sandokan e ad immaginare e progettare il nostro primo viaggio a tre.
Compriamo il biglietto aereo e via, verso l’avventura! 35 giorni da favola. Certo, alcune precauzioni le abbiamo prese per scongiurare una reazione negativa del “piccolo viaggiatore”. A Singapore ci procuriamo il diabolico Game Boy, che assicurerà in alcuni momenti della giornata un rassicurante cordone ombelicale con la nostra civiltà tecnologica. Poi non trascuriamo di visitare zoo e attrazioni appetitose per bimbi (piacciono anche a noi…), sebbene questo ci costerà l’esclusione di alcune mete turistiche “inevitabili”. Ma che importa? Così siamo tutti felici!
I giorni passano veloci (ahimè) fra isole tropicali da sogno, barriere coralline, una cucina deliziosa, sorrisi di volti esotici sereni e solari, incontri con bizzarri animali che alimentano la nostra già spiccata curiosità. Francesco, tra l’altro, è diventato un esperto in immersioni (affascinato dai coralli multicolori e dagli inquietanti squali che gironzolavano a pochi metri da noi).
Il lato più bello dell’esperienza è questo vivere tutto in tre, con la medesima euforia, superando almeno in parte le distanze causate dal salto generazionale e dalle relazioni familiari. Al ritorno Mabia ed io ci sentiamo rinvigoriti da questo “stupore infantile”, mentre Francesco sembra molto più maturo ed… “evoluto” (per usare un termine di pokemoniana memoria). Per molti conoscenti, lo scaraventare un bimbo di 6 anni in situazioni quantomeno imprevedibili è sembrata un’impresa ardita. Di fatto, il tutto è trascorso tra accoglienti bungalow affacciati a giungle affascinanti e spiagge da favola, circondati da simpatici “indigeni” che abbiamo lasciato molto a malincuore per tornare nella nostra grigia (certo più rassicurante) civiltà. Nessuna predica sull’antirazzismo varrà ad un bimbo quanto una giocata trascinante con coetanei dalla pelle scura, dal linguaggio misterioso ma dagli sguardi fortemente eloquenti. E’ uno dei pochi aspetti della globalizzazione che presentano fascino o pregnanza morale.
Approfittiamone!
Alberto Facchini [email protected]