LAOS + VIETNAM SUMMER 2010

SABAI-DEE
…. SENTO CHE L’IMPORTANTE E’ NEL CUORE …
di Ivo & Saby Motta:
[email protected]
TERRE DI MEZZO
:
29/07 MILANO
30/07 BKK
31/07 VIENTIANE
01/08 VIENTIANE
– PAKSE – ISOLA DI KHONG
02-04/08 ISOLA
DI KHONG
05/08 CHAMPASAK
06/08 PAKSE
– LUANG PRABANG
07-09/08 LUANG
PRABANG
10/08 PHONSAVAN
11/08 PIANA
DELLE GIARE
12/08 VIENTIANE
– HO CHI MINH CITY
13/08 HO CHI
MIN
14/08 HO CHI
MIN – PHU QUOC
15-18/08 PHU
QUOC ISLAND
19/08 PHU
QUOC – HO CHI MINH CITY
20/08 SAIGON
– BKK
21/08 BKK
– MILANO
Per questestate abbiamo cercato
un Viaggio importante, in due paesi Speciali :
Laos e Vietnam .
Due terre cosi vicine eppure cosi
contraddittoriamente diverse tra loro. Nel primo ci è parso si viva
ancora nellera degli ideali. La filosofia buddista coinvolge ed abbraccia
ogni gesto dolcemente. Nel quotidiano NON esiste frenesia . Questo paese
è tanto piccolo quanto carico di meraviglie. Ha uno straordinario
patrimonio naturale e culturale ancora estraneo ai flussi del turismo di
massa, il tempo sembra davvero essersi fermato !
Si vive seguendo i ritmi e le tradizioni
legate a un poetico passato. Laos è la traduzione francese di Lan
Xang, che in lingua lao significa Paese del Milione di Elefanti.
Nel secondo invece gli strascichi
della guerra e il vivere a stento , ci mettono di fronte
ad estreme situazioni. La Verità che vediamo coi nostri occhi è
fatta ancor oggi di tante brutture, conseguenze logiche dell’orrore che
esiste a distanza di tanti anni. Per le città ci sono molti storpi
e mutilati, bimbi che si prostituiscono, ragazze che si svendono. La confusione
regna sovrana e viaggia veloce tanto quanto il consumismo dilagante.
IL nostro Viaggio è
stato in ogni modo completo perchè abbiamo assaporato in Paesi
tanto distanti dalle nostre consuetudini, immagini nuove, suoni , gente
e sopratutto Emozioni indelebili.
“PER FAVORE,
USATE LA VOSTRA LIBERTÀ PER PROMUOVERE LA NOSTRA”
AUNG SAN
SUU KYI, PREMIO NOBEL PER LA PACE 1991
*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*
29-31 LUGLIO
– VIENTIANE
Volo MILANO – VIETNIANE via BANGKOK
, arriviamo per sera.
La città riecheggia immagini
esotiche di diverse culture lao, thai, cinese, francese che si fondono
a formarne unoriginale ed affascinante realtà. L’atmosfera pare
irreale e tranquilla da subito. Solo pochi taxi e qualche tuk tuk circolano
tra le vie, mentre tantissima gente gironzola a piedi nel buio e decine
, decine di bici e risciò transitano ai lati delle strade. Accesi
qua e la dei falò, dove ammassati stanno le famiglie e piccoli gruppi
di ragazzi. Mangiano per terra intorno a bracieri che ardono. Tutti gesticolano
e chiacchierano ad alta voce.
Qui esattamente qui, mi sembra di
iniziare a tornare indietro nel tempo. Non so perchè ………ma
la sensazione è unica, poetica.
Mi pare di essere ancora nella bellissima
e primitiva Cambogia del nord. Da subito capisco che Vientiane è
un posto che richiede ai viaggiatori di rallentare e conformarsi al suo
ritmo fiacco, distaccato e sonnolento . Il significato del nome Vietniane
( che in lingua Pali si pronuncia Wiangchan ) è città del
legno di sandalo .
Arriviamo alla “nostra” guest house
Villa Sisavad dove abbiamo prenotato via internet e ci sistemiamo per la
notte. L’indomani sveglia prestissimo.
Il modo migliore per girare la capitale
è sicuramente noleggiare un risciò oppure un motorino, perchè
sono molto economici ed è facile raggiungere i molti punti di interesse,
sopratutto i “wat ”
Nei giorni di permanenza andiamo
il Wat Pra keo che in passato fu tempio reale e oggi invece ospita un museo
e grandi colonne colorate. Attraversiamo la strada e ci ritroviamo al Wat
Si Saket il tempio più antico, con le sue magnifiche mura ricche
di nicchie che contengono più di 6,800 Buddha . Oltre alle migliaia
di statue , qui c’è uno strano storage room… una sorta di vecchio
magazzino all’aperto dove stanno ammassati centinaia di volti, braccia,
gambe, piedi di Buddha. Sono tutti di antica provenienza. I monaci ci spiegano
che non vogliono “buttare nulla di quei pezzi” perchè la saggia
filosofia insegna che “Bisogna sempre avere memoria!”
Bella questa cosa del conservare
. Mi piace . Fa apprezzare ancor di più il senso della Storia, del
dare un senso , una continuità.
Questo E’ un angolo incantevole.
Tutto dipinto di rosso , arancio, ocra,nero, oro. Siamo inebriati
da un dolce profumo emanato da piccoli fiori fucsia . Siamo circondati
da grandi rampicanti gialli e farfalle enormi , ovunque. Ci
soffermiamo a fotografare i dettagli.
All’esterno del wat facciamo il
primo incontro con la vita da monastero. Giovani studenti se ne vanno tutti
in fila indiana verso la scuola di meditazione, sistemano libri e stuoie
per terra , studiano. C’è da dire che essendo in città ,
si sono adeguati benissimo alle modernità. Noto i loro inconsueti
iphone, ipod, cellulari, alcuni mettono in bella mostra grandi tatoo. Di
spirituale avverto ” ben poco ” ……di caratteristico solo i piedi
scalzi , le tuniche spiccatamente arancio e tante piccole testine rasate.
Passiamo al centro alla House of
President che porta verso limponente Patuxay Monument, conosciuto come
Arco di Trionfo e raggiungiamo l imperdibile quanto kicht, monumento
che meglio descrive i laotiani : il WAT Pha That Luang, E’ la magnifica
stupa ricoperta da 500 kg doro, simbolo della religione buddista. Una
volta entrati la prima cosa che colpisce è l’enorme statua del soldato
seduto a penzoloni con le armi in mano e il grande fiore di loto (che in
verità è un banano) dorato.
Nella piccola ma accogliente capitale
ci sono un sacco di cose da vedere a partire dal Mekong river. Qui
è possibile gustare ogni tipo di prelibatezza visto le tante cucine
asiatiche presenti indian, thai, jappo, chinese ( carini anche gli europei
Vendòm o Cote azur).
Per le strade la confusione è
assordante, in grande contrasto con i luoghi di culto. Una vera e proprio
fiumara di gente colorata anima sempre le vie trafficate . Traslando il
Mekong un altro bizzarro punto d’incontro è il Talad Sao Market
un vivace mercato che propone strani cibi in scatola, bibite iper colorate
, lucertole secche, whisky di api, tessuti e paccozzaglie antiche.
http://www.acvientiane.com
01 04
AGOSTO VIENTIANE PAKSE – KHONG ISLAND
Volo interno da Vtn su Pakse che
abbiamo prenotato con la Excursion Pass Lao Airlines. Puntiamo verso sud
affascianti da Siphandon un’ attrattiva naturalistica che offre una sorprendente
biodiversità in un territorio piccolo ma con tanti templi e siti
di notevole interesse. Arriviamo alla south bus station di Pakse e contrattiamo
un sawngthaew insieme ad una coppia di jappo e un’altra olandese. Siamo
gli unici occidentali in loco.
Il sawngthaew è il tipico
bus collettivo , ovvero un camioncino dotato ai soli lati di panche di
legno, anche se c’è chi viaggia in piedi o aggrappato al predellino
posteriore. Un telo ci ripara dal vento e dal sole. Stiamo nel vano stretti
stretti a Takashi e Akiko in honeymoon, alle ducth e con altri 20 (almeno)
passeggeri. I conducenti caricano e scaricano di tutto. Non passano inosservati
gli omnipresenti enormi sacchi di riso, soya, farine, pentole di terracotta,
oltre ai nostri bagagli. Questo bus locale , tra svariate soste-pipi, soste-mercati
e soste-foto ci porta a Siphandon che in laotiano significa 4.000 isole
. Il viaggio dura qualcosa come 3 ore per percorrere solo 100 km.
Man mano che ci allontaniamo da
Pakse appaiono i primi villaggi rurali con capanne incastonate tra palmeti
e distese di risaie verde smeraldo. Ad ogni local stop, che corrisponde
in genere al piccolo agglomerato di 8-10 capanne, veniamo “attaccati” da
donne e bambini che vendono verdure, polli, funghi, cavallette fritte
, fiori di loto e cocchi .
L’ultimo tratto del viaggio lo facciamo
in barca, attraversando il fiume su un vecchio ferry boat stracarico. Arriviamo
a Khong Island e cerchiamo la D. Khong guest house (the best place
where stay) e la sua gentilissima proprietaria che parla bene
francese .
Durante la stagione delle piogge
questo tratto del fiume raggiunge una larghezza di 14 km creando migliaia
di isole tra le sue sponde. Le acque scorrono in piccoli ruscelli formando
rapide e cascate . Nei mesi secchi invece l’acqua diminuisce e fa riaffiorare
centinaia di isole e isolotti. La leggenda dice appunto 4.000 !
Le principali waterfalls di Don
Det e Don Khong offrono scenari incantevoli oltre che le più grandi
Cascate di Khone Phapheng. Rimaniamo in questo paradiso naturale 3 giorni
in assoluto distacco da tutto, visitando le isole del Som e di Det le uniche
abitate tutto l’anno dai pescatori. Gironzoliamo per i villaggi rigorosamente
a piedi o in bici, oppure con piccoli muletti trainati da bimbi spregiudicati
. Tra le capanne ammiriamo seminascoste le donne ricurve su lunghi canovacci
mentre fumano pipe cariche di oppio. In giro ci sono decine di monaci e
novizi che lavano sai alla riva e cantano lodi ad ogni ora .
Qui La pace è in ogni dove,
in ogni passo, in ogni momento della giornata. Mancano la corrente, il
caos, le macchine, i semafori …. tutto è contagiato dal silenzioso
stile di vita semplice.
E’ bello alzarsi con le prime
luci dell’alba ed imbarcarsi , a caso, su una della tante long tail per
una crociera attraverso il labirinto dei canali nel Siphandone. Scopriamo
le vestigia coloniali francesi, la cascata di Liphi, la colonia dei delfini
di acqua dolce, dove i pescatori sembrano ricamare le acque con le loro
reti. Originali quanto crazy le feste notturne a base di sticky rice
e “lao whisky” in riva al fiume …… So cool … con quei cieli carichi
di stelle e le albe dorate del Mekong….
http://www.kayaksiphandon.com/
05 AGOSTO
* L’ANTICO REGNO DI CHAMPASAK
Di primo mattino lasciamo Khong
con un vip bus per raggiungere il sito pre-angkoriano di Wat Phou tempio
sulle montagne, il più antico di tutto il Laos dedicato al dio
?hiva ed annoverato tra i “patrimoni dell’umanità” dallUNESCO .
Il biscione si allunga. Oggi si
aggregano a noi Lii from Korea + Hanna e Brian Irish friends. Tutti insieme
siamo un bellissimo melting pot di lingue, colori, religioni, ideali
e culture. Prendiamo alloggio al Vong Paseud G.H proprio davanti al magnifico
Inthira hotel Lux e noleggiamo il tuk tuk per raggiungere il monte sacro.
Il wat è posto sulle pendici del monte Kao. Prima di entrare nel
Phou visitiamo il museo patrocinato dall’Unesco dopodichè iniziamo
la scalata del monte.
Questo wat è costruito su
3 livelli, si erge a piramide con una serie di grandi terrazze da scalare
completamente senza l’aiuto di corde o punti d’appoggio. Le scalinate sono
ripide e totalmente ricoperte di muschi e licheni verdastri. Facilmente
si scivola ma l’impresa merita la fatica, sopratutto se la si affronta
in una giornata di sole, dato che la vista è mozzafiato! Il panorama
di tutta la valle dall’alto fa rimanere senza parole cosi come la finezza
delle sculture, la bellezza delle apsare che ci ricordano il cambogiano
Angkor wat.
http://www.visit-mekong.com/laos/champasak/
06-09 AGOSTO
* PAKSE – LUANG PRABANG
Di tutto il viaggio Luang Prabang
è la parte più attesa. Sebbene in molti la considerino troppo
turistica, questa cittadina per me è la vera anima , il fulcro del
Paese.
Spendiamo le nostre giornate innanzitutto
visitando i templi antichi, primo fra tutti il bel Xieng Thong (Tempio
della Città dOro) in totale fase di ristrutturazione. Leffetto
creato dai suoi tetti spioventi che toccano terra è stupefacente,
così come i preziosi rilievi in oro , il Buddha sdraiato e i numerosi
stupa. E’ considerato il tempio più bello ma in verità ce
ne sono molti altri che meritano : wat Senè , Wat Sop, Wat Phon
, il Wat Sean e il Wat Visoun il più antico.
Moltissimo da fotografare anche
al Museo del Palazzo Reale, che ospita una collezione di oggetti
darte dellultimo sovrano e nella cappella reale si trova il Buddha Phra
Bang in oro massiccio da cui la città prende il nome. Proprio
davanti c’è la collina boscosa di Phusi , che si eleva nel centro
cittadino . Per arrivare in cima bisogna scalare ben 328 verticalissimi
gradoni (contati tutti, uno a uno) ma si è poi ricompensati dal
vasto panorama verde sui dintorni. Stanchi, sbattuti, sudati, ma felici
quando si arriva al pick!
Nelle vicinanze raggiungiamo le
grotte di Pak Ou, con un escursione presa con una delle tante piccole
agenzie locali perchè organizzarsi da soli col tuk tuk è
tragicomico. Iniziamo la crociera sul Mekong di buon mattino, attraversando
la confluenza del Ou per arrivare, dopo qualche ora, alle due caverne sacre
costellate di statue e immagini votive. Sulla via del ritorno, ci fermiamo
anche al villaggio di Ban Xang Hai, in quello di Ban Phanom, famosi per
le giare e le tessiture.
Impedibili le deliziose cascate
di Khouang Sy , dove restiamo immersi una giornata intera nella foresta
ammirando degli animali insoliti : orsi polari, tigri, scimmie, serpenti.
Durante il percorso tra i bei paesaggi verdi visitiamo alcune tribù
del nord : Thinkeo, Lao e Khammu.
Tutti i giorni , queste donne indossano
i loro colorati costumi, scendono dalle colline cariche di peso e di paccottaglie
ed animano fino a tarda sera le strade principali di L.P. dando vita all’organizzatissimo
” night bazar”. Ogni notte i rumori sgatarranti del loro contrattare
e del mercanteggiare ci riempiono allegramente le orecchie e colorano le
nostre cene.
In L.P. è impedibile il rituale
della questua dei monaci con le loro bellissime tuniche color arancio
zafferano. E’ d’obbligo alzarsi prima dell’alba ( 5 a.m. circa) per ammirare
la lunga fila di monaci instancabili che gira per la città a raccogliere
le donazioni dei fedeli. La processione è avvolta da una quasi romantica
nebbia . Le litanie, i doni e il raccoglimento dei fedeli sono uno spettacolo
di grande suggestione.
Noi soggiorniamo al VAN VISA G.H.
, affacciata sulll’ansa del fiume Mekong e da qui ci è facile vedere
sul nascere l’inizio della questua , che come un biscione ordinato, si
snoda lentamente e arriva in silenzio al cuore di L.P.
Quando la cerimonia termina e i
monks fanno dietro front verso i rispettivi wat, la folla si dissolve in
un battibaleno, lasciando a terra una moltitudine di ghirlande, cesti,
sacchetti, incensi e fiori.
http://www.laos-travel-guide.com/luang-prabang.html
http://whc.unesco.org/en/list/479
10 AGOSTO
* LUANG PRABANG – PHONSAVAN
Proseguiamo per Phonsavanh a 6 ore
di strada circa da L.P. Il percorso si sviluppa attraverso un bel paesaggio
montano, con scorci altamente panoramici, tra i quali facciamo qualche
breve fermata per mangiare e vedere i villaggi di minoranze H’Mong
sfollati della Mongolia. Ci sistemiamo alla NICE G.H. e avvertiamo subito
la differenza di temperatura, qui cè fresco tutto l’anno.
Siamo infatti a più di 1,300 metri di altitudine e niente umidità,
finalmente !
In compagnia di Andrea e Kim (austrian)
visitiamo la sede del MAG – Mines Advisory Group un’associazione umanitaria
neutrale (candidata Nobel per la Pace 1997) che opera da anni nelle aree
di guerra per ripulire i resti dei conflitti , come i missili, granate,
munizioni e i mortai inesplosi
in
2010 we support : http://www.maginternational.org/
Phonsavanh venne praticamente rasa
al suolo dai bombardieri USA nel 1969 perchè era in posizione strategica
a metà strada fra Vientiane ed il Vietnam. Tutta la provincia ha
pagato un pesante tributo alla guerra del secolo, come testimoniano i numerosi
enormi ( e sottolineo enormi) crateri di bombe tuttora visibili un po’
dappertutto, tra i villaggi e i campi di riso.
E’ abbastanza difficile trascorrere
questi due giorni in serenità.
Qui tutto ci parla di guerra, di
orrore. Lungo la strada principale non asfaltata, alcuni resti di bombe
vengono usati per recuperare l’acqua piovana o come fioriere. Altri scheletri
di ordigni arrugginiti fanno da decorazioni e da macabri abbellimenti all’interno
delle g. house o come al Crater pub stanno in bella vista all’ingresso.
In questo paese spettrale, già isolato dai monti e dimenticato dalla
storia, sento l’unicità pesante degli sguardi, l’importanza del
rispetto verso queste piccole persone che vivono sospese , e per chi li
ha preceduti ed son stati massacrati.
E tutta un ‘altra dimensione. In
silenzio li osservo.
La gente di qui mi sembra avvolta
dal mistero. Hanno tutti atteggiamenti intimoriti, quasi sbalorditi manco
fossimo ancora noi una sorta di nemico dal quale doversi difendere. Qui
c’è uno strano connubio fra un passato che frena e un oggi che ha
voglia di ricominciare.
9 NOVE anni, 9 NOVE
lunghissimi anni continui di guerra e migliaia di morti sono difficili
da dimenticare. Questo posto per noi è molto triste.
Da un ultimo report del MAG
redatto nella primavera 2010 si prevede che il Laos riuscirà a liberarsi
dalla schiavitù delle bombe a grappolo soltanto tra 400 anni.
http://iguide.travel/Phonsavan
11 AGOSTO
* PIANA DELLE GIARE
Una giornata intensa, molto bella,
particolare! Al Crater pub abbiamo conosciuto Vong Ha un giovane insegnante
d’inglese , che oggi ci farà da guida per i 3 siti nel misterioso
complesso megalitico della Piana delle Giare. Siamo nella provincia di
Xieng Khuang, nella quale sono sparse enormi giare di origine sconosciuta
(circa 300).
La loro origine risale a più
di 2.000 anni fa, ma nessuno sa da chi vennero costruite, né esattamente
quando o perché , anche se gli archeologi pensano che esse venivano
usate per fermentare il vino di riso, al fine di celebrare la vittoria
nelle battaglie. Il loro peso oscilla generalmente fra i 600 kg e la tonnellata,
la più grande è alta quasi tre metri !
Molte delle giare piccole sono state
rubate da collezionisti e altre, sfortunatamente, sono state pesantemente
danneggiate dai bombardamenti americani. Ce ne sono rimaste semisepolte
ancora centinaia, suddivise nei 3 siti principali.
La Piana delle giare è difficile
da raggiungere, ma è una tappa da non perdere, veramente unica.
Questa deviazione ci è costata fatica fisica, tempo per raggiungerla,
emozioni forti ma è assolutamente impedibile. Non tutte le agenzia
la propongono, infatti ci troviamo solo viaggiatori liberi che come noi
si addentrano nelle aree più impensate dal turista.
In serata affrontiamo il transfer
notturno per rientrare su Vtn. Viaggiamo di notte, su di un vecchissimo
pulman che scende veloce e rasenta i fianchi della collina. Nel dormiveglia
intravedo paradossali mercatini notturni e capannine a strapiombo della
strada, che il ns. mezzo sembra sfiorare appena. Facciamo un piccolo pranzo
in un mercato locale e arriviamo alle 5.0 a.m nella capitale .
http://plainofjars.net * http://www.xieng-khouang.com/hotels-in-phonsavan
PASSAGGIO
DA LAOS A VIETNÀM – NOTE : IL VISTO PER IL VIETNAM SI PUÒ
RICHIEDERE PREVENTIVAMENTE LA PARTENZA PRESSO L’ AMBASCIATA IN ITALIA (VIA
DI BRAVETTA 156, ROMA, TEL. 06 66160726, FAX 06 66157520) OPPURE COME ABBIAMO
FATTO NOI , SI PUÒ OTTENERE ANCHE allAMBASCIATA VIETNAMITA
IN VTN E COSTA 35/40 U$ . ATTENZIONE… NOI ABBIAMO TROVATO PARECCHIE
AGENZIE LAOTIANE CHE CHIEDONO ADDIRITTURA 100/130 U$ MA LO CONSEGNANO NON
PRIMA DI 2/3 GG. ! LA VALUTA VIETNAMITA È IL DONG: 1 EURO È
CIRCA 25,000 DONG
12/13-08
VIENTIANE – HO CHI MINH CITY
Volo VTN su HCMC . Non riusciamo
ad andare nel nord del Vietnam cosi assaggiamo per soli 2 giorni la frenetica
Saigon as Hochimincity .
Di città cosmopolite ne ho
vissute parecchie ma devo ammettere che questa è una delle più
folgoranti e disordinate . I suoi quartieri tradizionali sono assaltati
da centinaia di grattacieli e da migliaia di vecchissime, inquinanti motorette.
I clacson , cosi come i megafoni o i cellulari , squillano in continuazione.
Le luci al neon illuminano le vie e la notte …. Per attraversare un semaforo
una sera ci abbiamo messo quasi 20 minuti, data assurda l’ondata
di veicoli per la strada. Mi sembra di stare in un girone infernale, mai
visto nulla di cosi confusionario.
Come prima impressione : Odio Saigon
, è troppo delirante ! e per la prima volta sento repulsione per
un posto nuovo !
Da visitare c’è tantissimo
… il monumento dedicato a Ho Chi Minh al Palazzo del Comitato del Popolo
( ora municipio) , i templi tamil, il palazzo della Riunificazione , la
Cattedrale di Notre Dame ovviamente voluta dai Francesi . Frizzante anche
il giro per i mercati coperti a Donkoi e Ben Thanh –
in rue Le Loi, dove si trova di tutto in atmosfere maleodorantissime!
Per molti, ma sconsigliato agli
animi troppo sensibili, c’è il museo dei crimini di Guerra – War
Remnants Museum un punto di svolta dove riflettere sulle atrocità
e gli errori della guerra.
Ma questo è un capitolo a
parte :http://www.viaggiareliberi.it/Vietnam_2010_Saby.htm
Purtroppo non riusciamo a fare i
vicini tunnel di Cu Chin, non abbiamo molto tempo.
http://www.saigon-tourist.com/ *
http://www.vietnamholidays.com.au/
14-20 AGOSTO
HCMC + PHU QUOC
http://www.phuquoc.info/default.htm
* http://www.waytophuquoc.com
http://discoverphuquoc.com/beaches.html
* http://www.phuquochotels.com
Dopo tanto girovagare tra Lao e
Vietnam, l’ultima settimana ce la godiamo all’insegna del relax e del mare,
puntando verso l’isola di Phu Quoc l’isola del pepe , che si trova
nel golfo della Thailandia. E’ conosciuta per le sue stupende spiagge
di sabbia bianca, il parco nazionale protetto, la parte di giungla ancora
incontaminata, per un’insolita razza di cani con la cresta (non è
uno scherzo) ma sopratutto per la sua puzzolente salsa di pesce detta Nuoc
Mam. (che a me invece è piaciuta molto . La raggiungiamo con un
breve volo da Saigon, ma e agli antipodi di Saigon… meno male! Già
ammirarla dallalto è una meraviglia. In volo si notano i
colori dominanti, sfumature di verde e celeste in netto contrasto con il
bianco rosa delle piccole isole vicine della barriera corallina …. sembra
di arrivare finalmente in un ultimo paradiso sperduto.
Cosa facciamo a Phu Quoc? ……..
Phu Quochiamo ::) :J ) :J )
Lasciamo il piccolo aeroporto puntando
verso la Long Beach dove sorgono la maggior parte degli alberghi. Noi alloggiamo
al Sea star hotel prenotato da casa. Abbiamo scelto un bel bungalow a due
passi dal mare e a tre passi dl romantico Sunset pub.
Nelle giornate di sole caldo e nelle
notte destate siamo accompagnati da nuovi amici con personalità
decisamente interessanti : Anthony, Cecile, Vanhai, Fabri, Stefano
, Lele, Ilaria , Simone
e tutto il cucuzzaro
.
Cè da segnalare che in tutta
lisola molte strade sono ancora rosse cioè non asfaltate . I
villaggi del nord sono decisamente isolati e abbastanza difficile
da raggiungere . L’unico modo per farlo è addentrarsi tra le vie
maldestre che sembrano più dei veri e propri cantieri di escavazione
del marmo a cielo aperto. I villaggi stanno incastrati tra
lunghi filari di palme e con meraviglia totale una volta che arriviamo
alle spiagge troviamo solo 2 semplici guest house improvvisate tra la sabbia
rosa e le enormi conchiglie, completamente circondati dalla giungla.
Questi sono angoli beati, ancora sconosciuti ai turisti.
La parte centrale dell’isola corrisponde
alla “capitale” Duong Dong, sulla baia di Ong Lang, dove sta la vivacità
turistica per via del piccolo faro, delle pagode, e i mercatini di
pesce . Anche qui le spiagge sono incontaminate ma si alternano con piantagioni
di pepe verde e beach pubs.
Un’ escursione che merita assolutamente
è quella a sud, sulle isole di An Thoi , con visita
al Coconut Tree Prison (Prigione dell’albero di cocco). Da An Thoi partono
tutti i battelli per il nugolo di isole minori che si disperdono nel mare,
si può scegliere se dedicare le giornate allo snorkel oppure il
diving. Suggestiva la bellissima incontaminata (ancora per poco )
spiaggia di Bai Sao e l’allevamento delle ostriche perlifere a Bai Truong.
Una delle ultime notti, dopo un
barbeque sulla spiaggia farcito con pesce, vecchie canzoni, scommesse e
risate alte, abbiamo fatto il bagno in acque luminescenti
.
Unforgettable.
E con questo bagno fatto
di acqua salata e stelle brillanti che vorrei chiudere il ricordo
di questo bellissimo viaggio, nel quale si è racchiuso tutto !
Mentre me ne stavo a galla ho capito
che tutte le EMOZIONI del viaggio sono date da OGNI COSA e modellate dalla
dolcezza inspiegabile del momento, di un tempo lento che quando arde ,
sa di non tornare più. Standomene a mollo
ho rivisto le montagne sinuose, i grandi cieli tersi, il fiume e
la sua umidità, le teste rasate dei monaci e dei soldati , i sorrisi
dalle biciclette , le mine e i wat, i campanellini e i fiori di loto,
i mercati incasinati e gli angoli deserti, il blu profondo del mare
e quella sabbia fine nei piedi.
I luoghi dellorrore della guerra
che mi hanno graffiato dentro, in netto contrasto con larmonia della gente
gentile che riesce a sorridere anche con gli occhi.
Ho risentito la mia fatica fisica,
il movimento, le levatacce, i programmi le chiacchiere e le risate
fatte con le tante persone in gamba, che è valsa la pena conoscere
e che devo necessariamente ringraziare, perchè Ognuna di loro ha
dato sapore sulla mia strada !
E proprio vero
. Viaggiare
è Poesia, Viaggiare è un Arte e la mia Anima ovunque essa
sia, può continuare tranquillamente ad arricchirsi !
IL MIO PENSIERO
DAMORE , IL GRAZIE PIù SPECIALE AL MIO IVO , GRANDE REGISTA
E A
TUTTI GLI
ANGELI CHE AMO PROFONDAMENTE !
“…LIETA LA VITA, L’EMOZIONE E IL
VAGABONDAR PER MONDI E MONDI, TOCCHI E ANNUSI TOCCHI E GUARDI, NEGLI
OCCHI DI CHI VIAGGIA IL SOLE NON TRAMONTA MAI !”
S. PENNA
have a Good trip !
SABY & IVO
CONTO SU
DI TE – di A. Celentano :
http://www.youtube.com/watch?v=uGKO0VXVKpY&feature=related
Hei tu dico
a te
Conto su di te
perché
tu sei mio figlio
conto su
di te non pretendo e non voglio
che diventi
un re
ne’ un
campione sul miglio ma soltanto che,
TU FACCIA
SEMPRE
DEL TUO MEGLIO.
CONTO SU
DI TE PERCHÈ PORTI RISPETTO
A TUA MADRE
E A ME , come all’ultimo insetto
che ha
creato Dio, e se io mi addormento
prendi
il posto mio per tirare il carretto
Conto su
di te non scansare la lotta
conto su
di te perché affronti la roccia
che una
vita E e lo faccia meglio di me
CONTO SU
DI TE
PERCHÉ
STUDI E LAVORI OLTRE CHE PER TE
PERCHÉ
IL MONDO MIGLIORI
E SE AVRAI
DI PIÙ, NON NASCONDER TESORI
PENSA CHE
C’E’ UN DIO NEI TUOI FRATELLI CHIUSI FUORI
Conto su
di te che hai la vita davanti
se assomigli
a me, anche nei sentimenti
forse soffrirai,
navigando di fronte
E SARANNO
GUAI DIFENDERE UN’IDEA…UN SOGNO !
MA IO SENTO
CHE, L’IMPORTANTE E’ NEL CUORE
CONTA SU
DI ME, PER SBAGLIARE ED AMARE,
CONTA SU
DI ME
. COME IO CONTO SU DI TE
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