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Cuba, viaggio di vita Quando io e Patrizia scegliemmo Cuba,
mai avrei immaginato che alla fine più che un viaggio sarebbe stato
un cambiamento umano. Conoscere quest’isola è un insegnamento di
vita. Per raggiungerla con un occhio al risparmio e per immergersi nella
vita quotidiana cubana, consiglierei di fare da se: cercarsi i voli
per Cuba più economici e affidarsi a una casa particular. Il
più è fatto. Una casa particular è l’abitazione privata
di alcuni cubani che, dietro licenza, affittano una stanza o talvolta l’intera
casa ai turisti, spesso, con una piccola aggiunta, offrendo anche i pasti.
Maria e Diosbanny, i nostri ospitanti
della casa particular, sono stati il primo, gradito incontro con la cultura
cubana. Simpaticissimi e disponibili, ci hanno fatto sentire subito a nostro
agio e con loro ho conosciuto qualche aspetto di Cuba.
La mattina generalmente andavamo al mare e parlare di mare a Cuba è come parlare di pizza a Napoli o di orologi in Svizzera. Spiagge che le foto tipiche dei Tropici, per quanto ammaliante, non rendono merito, il mare più lindo e cristallino che abbia mai visto in vita mia. Le maschere da sub erano praticamente inutili. I primi tre giorni rimanemmo in zona, ma poi decidemmo di esplorare qualche spiaggia particolare e dietro indicazione di Diosbanny ci inoltrammo in sogni paradisiaci dai nomi che sembrano canzoni: Cavo Levisa, La Jaula, la grotta nota come El Salón de María. Diosbanny mi spiegava che la corrente religiosa detta animista a Cuba è molto più sentita e praticata da quello che i dati ufficiali o il sentor comune vogliano far credere. Forse dinanzi alla bellezza di Maria la Gorda, all’estremo occidente dell’isola, dove il sole s’accomiata da tutta l’isola sopra un mare e una natura affascinanti e selvaggi, beh forse dinanzi a tutto questo riesco a comprendere che alcuni possano intravederci una presenza divina. Se c’è una foto che possa
descrivere in uno solo colpo d’occhio l’anima de La Haban, credo possa
essere una foto da Malecon. Malecon è la lunga passeggiata che costeggia
il mare della citta. Percorrere la sua promenade significa incontrare,
incrociare, scontrare e assumere le innumerevoli, variopinte anime di Cuba.
Si passeggia lato di alberghi lussuosi e ben illuminati, ma in poche centinaia
di metri, fra attempati elegantoni, signorine tutte in ghingheri, playboy
latini e ragazzini che sui muretti sigillano con baci eterni giuramenti
d’amore, si può entrare in un quadro fauvista, case dalle tinte
pastello che paiono stinte con sapienza dalla salsedine, una storia di
gloria decaduta che è ancora possibile rintracciare nei sorrisi
dei giovani che seduti al muretto trascorrono qualche ora godendo solo
di mare e bellezza. Una semplicità che forse dovremmo loro invidiare
e rintracciare.
Si riparte con la spiacevole sensazione di aver fatto poco e visto poco. In realtà siamo sempre stati in giro e il florilegio di esperienze e sensazioni vissute non potrebbero essere agevolmente descritte in questo articolo e forse neanche in un libro. Credo la sensazione derivi dal fatto che l’uomo la ricchezza non basti mai e quando un uomo è avido di conoscenza di vita, trova in Cuba il suo scrigno senza fondo. |